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Rubrica di Emanuela Medi
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Attualità

Non sappiamo veramente se l’aperitivo sia fortemente radicato nella cultura italiana ma sta di fatto che all’aperitivo gli italiani non rinunciano almeno secondo la ricerca di CGA BY NIELSENQ che indica come nel 75% dei casi lo prendono almeno una volta al mese ma più spesso sono le donne le maggiori fruitrici con una abitudine di due volte la settimana. Il bar il luogo preferito, tra i drink quelli realizzati con vermut, liquori e amari, scelti dal 47% delle persone. Un terzo degli italiani invece predilige i cocktail, piacciono i vini soprattutto le bollicine, ampiamente scelte per accompagnare il pre-cena . L’identikit del consumatore tipo corrisponde a quello di chi vive nelle aree urbane e ha un reddito relativamente più alto della media. Per lo più si tratta di donne nella fascia di età che va dai 35 ai 54 anni Ma quando nasce l’aperitivo? Andando alle origini del fenomeno, si arriva fino in Grecia attorno al V secolo a.C., quando Ippocrate inventò un vino aromatizzato con assenzio ed erbe; praticamente una bevanda amara da utilizzare in casi di inappetenza. Tuttavia, l'abitudine di bere prima dei

Ancora protagonisti di importanti degustazioni i vitigni autoctoni questa volta Piemontesi cui  domenica 21 maggio per il quinto anno consecutivo ad Alba  Go Wine dedica la Festa del Vino. Una degustazione esclusiva e unica nel cuore del centro storico di Alba, fra via Cavour, Piazza del Duomo, con un percorso che conduce sino al Cortile della Maddalena con orario 15-20. Prerogativa delle manifestazioni di Go Wine gli incontri con i produttori in rappresentanza di oltre 40 differenti vitigni piemontesi. Una formula che permette al pubblico di enoappassionati di apprezzare un panorama di vini unico fra i più importanti d’Italia, direttamente dalla voce di chi li produce   . In questo modo sarà possibile conoscere la grande diffusione (come il nebbiolo, per esempio) a varietà rare, oggetto di recupero nel corso degli ultimi anni (come il Baratuciat, il Bian Ver o l’Uvalino per indicarne alcuni).  Di molti vitigni saranno presentate in degustazione anche più etichette. I vitigni più rari, spesso legati al lavoro di ricerca e valorizzazione di una o due cantine, saranno radunati in una speciale enoteca. Ecco dunque (in rigoroso ordine alfabetico) l’elenco dei vitigni protagonisti di questo speciale evento Go Wine: Albarossa, Arneis, Avanà, Baratuciat, Barbera, Becuet, Bian Ver, Bonarda, Brachetto, Bussanello, Cari, Caricalasino,

Quella di oggi è una storia nata per caso facendo zapping nel dopocena ed imbattendomi nella trasmissione GENERAZIONE BELLEZZA condotta da un Emilio Casalini che è pure bravo ma… quella sera è bastata un’inquadratura dell’inconfondibile profilo delle alberate aversane a farmi posare il telecomando e dispormi all’ascolto dell’Asprinio e del suo Territorio. Cominciamo dal secondo che, ad Aversa, è “difficile”, violentato dalla camorra e da un’agricoltura accecata dal profitto che ha fatto scempio della Storia riducendo le alberate a merce rara, preferendogli colture più redditizie fino a quando la Regione non è riuscita a porre un freno agli espianti. E l’Asprinio? Una vite che, per come la conosco, mi ricorda la favola di “Jack ed il fagiolo magico”, una sorta di ponte tra la terra ed il cielo, avvinghiata ai pioppi in indissolubile unione. Una vite che è forse l’asse cartesiano sbagliato, una “Y” in un mondo che accetta solo le “X”.Una vite che non sembra non voler essere di peso a quella terra che lascia libera di accettare altro. Una vite i cui grappoli sono stelle da cogliere nella volta celeste. Un’uva maturata ad adrenalina e vertigine, che sa di allontanamento (dalla terra) e di ascensione (al cielo).Un’uva che sembra voler sfuggire

Arte e mixology si trovano nuovamente insieme, questa volta a promuovere il rispetto per la biodiversità e per gli impollinatori. Proprio il recente studio “Pollinator Deficits, Food Consumption, and Consequences for Human Health: A Modeling Study”, pubblicato da Environmental Health Perspectives e condotto da un team di ricercatori statunitensi, britannici e argentini, mette tutti di fronte l’innegabile gravità.