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Rubrica di Emanuela Medi
 

Sangiovese ora il nuovo marchio che identifica i cru della Romagna

Si chiama Rocche di Romagna il nuovo marchio europeo voluto dal Consorzio Vini di Romagna che individua i Romagna Sangiovese Doc prodotti nelle 16 sottozone della denominazione.

L’area si estende da est di Bologna fino all’Adriatico e che comprende, nell’ordine, Imola, Serra, Brisighella, Marzeno, Modigliana, Oriolo, Castrocaro, Predappio, Meldola, Bertinoro, Cesena, Mercato Saraceno, Longiano, Verucchio, Coriano e San Clemente

«L’obiettivo del marchio Rocche di Romagna è dare un impulso alla conoscenza dell’identità molteplice del Sangiovese nella nostra area e stimolare curiosità per le produzioni di sottozona, che sono in assoluto quelle dall’impronta più fortemente territoriale», afferma Ruenza Santandrea, presidente del Consorzio.

Il marchio Rocche di Romagna e i mosaici di Galla Placidia

«La grafica del marchio Rocche di Romagna si ispira ai mosaici delle volte del mausoleo di Galla Placidia, a Ravenna», spiega Filiberto Mazzanti, direttore del Consorzio. «Un motivo a cuspide è stato ripreso e declinato in oro, a ricordare una corona». Le Rocche, dal canto loro, sono elementi di territorio altamente simbolici: si tratta di edificazioni molto diffuse, dal valore storico e iconico, racconti di frammenti differenti del mosaico di particolarità che è la Romagna, così come lo sono i Romagna Sangiovese delle diverse sottozone.

Filiberto Mazzanti, direttore

Il disciplinare delle sottozone

«Il Sangiovese in Romagna si declina in tre fasce: Romagna Sangiovese Doc, il Superiore, le sottozone, e ognuna di queste può rivendicare la Riserva» Il disciplinare di produzione delle sottozone, l’apice della piramide qualitativa del Romagna Sangiovese, prevede rese ridotte a 9 t/ha ed è riservato ai vini per almeno il 95% da vitigno Sangiovese. Il vino viene messo in commercio il 1° settembre dell’anno successivo alla vendemmia; mentre per la Riserva occorrono almeno 36 mesi prima dell’immissione sul mercato.

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