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Rubrica di Emanuela Medi
 

Una pasta biologica contro il mal d’Esca

Il merito è di tre agronomi toscani. Alberto Passeri, Mario Guerrieri e Roberto Ercolani nel 2017 decisero di sperimentare una cura con un prodotto biologico ed un protocollo di somministrazione che ha dato subito risultati importanti.

Ma andiamo per ordine : il Mal dell’Esca, è la più temuta delle malattie che colpiscono le piante in particolare negli ultimi 15 anni,. Tanto temuta perché fino ad oggi non esisteva alcun rimedio efficace . Le piante attaccate dalle famiglie di funghi muoiono in breve tempo. I funghi vanno a colonizzare i vasi linfatici provocandone la morte quasi istantanea tanto che vanno prima estirpate e poi bruciate per evitare la propagazione della malattia. Fino ad oggi la cura era la prevenzione per altro dagli esiti incerti con funghi antagonisti.

La cura

Si tratta di una pasta totalmente biologica, che viene applicata su un taglio verticale provocato al tronco di una vite già malata. L’impacco resta sulla pianta tutto l’inverno, ed in primavera la vite ricomincia a vegetare, presentando foglie sane, una notevole spinta vegetativa e frutti di ottima qualità, praticamente identici a quelli delle viti sane. Al momento le piante salvate sfiorano l’80%.

E’ ovvio che il problema riguarda l’uva che rimane verde, quando la pianta è colpita, si secca ed è immangiabile. Il fenomeno è evidente perché le piante colpite assumomo colore giallo-marrone. Le varietà più sensibili sono il Sauvignon, il Sangiovese e il Merlot quindi è facile immaginare come vaste aree del mondo temono il Mal d’Esca. In California, secondo uno studio dell’Università di Stellenbosch in Sud Africa, il danno è di 1,5 miliardi di dollari ogni anno.

La sperimentazione

Da una sperimentazione abbastanza empirica i tre agronomi sono passati ad un percorso scientifico più rigoroso rivolgendosi al Crea( Consiglio per la Ricerca in Agricoltura)dopo aver messo a punto una startup con tanto di brevetto depositato.

La sperimentazione sul campo parte da Montalcino, nel Chianti Classico e in Maremma, Castello di Monsanto nel Chianti Classico, Banfi, Caparzo, Ferrero e Fanti a Montalcino, Mantellassi e Castello di Montepò – Biondi Santi nel Morellino di Scansano, mentre sono in fase di attesa la Fattoria San Leonardo in Trentino e Castello di Fonterutoli nel Chianti Classico).

Risultati

85% di piante guarite su vitigno Sangiovese, 78-80% sui Sauvignon; minore mortalità presente nei vigneti trattati con prodotto Escafix; maggiore vegetazione delle piante trattate , uva delle viti curate con caratteristiche identiche a quella delle piante sane; gestione idrica delle piante guarite notevolmente migliorata; minore incidenza delle infezioni nel vigneto , traspirazione fogliare migliorata; fotosintesi ripristinata a livello di quella delle piante sane.

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