Come siamo viste noi Donne del Vino della regione Marche? Dice Daniela Sorana Delegata “Abbiamo voluto focalizzare nell’indagine “I giovani wine food lover e le Marche” la percezione che hanno i giovani verso di noi donne del vino nelle tante duplici vesti: imprenditrici, sommelier, giornaliste.
L’indagine presentata al Vinitaly 2023 è stata nuovamente riproposta il 14 luglio ad Ancona alla presenza di numerose autorità come Chiara Biondi Assessore alla cultura e pari opportunità Regione Marche, Marco Bruschini Direttore ATIM Agenzia per il Turismo e l’Internazionalizzazione delle Marche, Alberto Mazzoni Direttore Istituto Marchigiano Tutela Vini, Giulio Argalia Presidente Club Occidente Ancona che ci ha supportato in questa manifestazione e non potevano mancare i saluti – portati da Marco Bruschini -del Sindaco Daniele Silvetti.
Quale è a suo avviso l’aspetto per voi più interessante?
“Certamente l’accoglienza un ruolo che noi Donne del vino abbiamo sempre svolto ma che dobbiamo curare di più e non solo in cantina ,proprio per avvicinare i giovani al mondo del vino, settore che può dare molte opportunità di lavoro. Il nostro approccio gentile ma soprattutto professionale può risultare vincente”.
Serata fuori dal comune il 5 Agosto
Serata musicale speciale e direi commovente a Scapezzano di Senigallia. Abbiamo un ricercatore, musicista, Emiliano Toso che al pianoforte suona a frequenze di 432 Hertz invece della musica standard che è a 440 Hertz. Questo livello dei suoni più basso svolge una funzione positiva e calmante a chi lo ascolta. Pensate che in pieno Covid ha suonato per 5 ore durante un operazione chirurgica molto impegnativa su un giovane di 10 anni .L’operazione è andata bene e gli stessi operatori sanitari hanno riconosciuto l’effetto calmante. Aggiungo che con l’inizio dell’anno scolastico noi Donne del Vini andremo negli Istituti Alberghieri, il primo a Senigallia, per raccontare le nostre esperienze.
E arriviamo alla indagine curata da Gabriele Micozzi Docente Università Politecnica delle Marche e Luiss Business School
“Da questa indagine- afferma Gabriele Micozzi– è emerso che i giovani sono portatori sani di nuovi stili di bere e di consumo. In particolare hanno una forte preferenza al consumo presso l’azienda in cui si trovano disintermediando la distribuzione se non quella che riesce a generare una cultura sul prodotto. I giovani sono affamati di notizie, di informazioni e la risposta più convincente alla domanda formulata assieme alle Donne del Vino sulle figure più autorevoli nel mondo del vino e del food , hanno risposto Coloro che sono a diretto contatto con il mondo della produzione, quindi con la terra e con la cantina, a dispetto di chi fa del vino un prodotto commerciale.
Qui si inserisce il ruolo delle donne che sia per naturale sensibilità e determinazione riescono a coniugare il bere con un’offerta culturale e artistica . Sono convincenti, preparate, coinvolgenti e i giovani lo apprezzano.
Valorizzato l’enoturismo?
“Assolutamente si e sembra strano il 60% degli intervistati vuole un enoturismo organizzato con viaggi in pullman dove non ci sono problemi di parcheggi o patenti ritirate. Un aspetto rilevato sia dai giovani marchigiani che di altre regioni italiane che abbiamo coinvolto.
Nuovi stili del bere. Confermato il no alcool e il minore consumo
L’intervista ha coinvolto 500 persone con un range di età fino i 40 anni. Uno studio ampio, trasversale che ha dimostrato la preferenza versoi vini con un basso grado alcolico rispetto alla tendenza di molte cantine che producono rossi a 15 gradi e più. Vini leggeri quindi con particolare attenzione al biologico e al biodinamico e deciso interesse alla filiera sostenibile. Dalla ricerca emerge che il vino è un midium per conoscere il territorio anche quello in cui si vive. Infatti il vino preferito dai marchigiani è il Verdicchio che supera vini dalle etichette famose del panorama enologico italiano. Ma c’è un dato molto importante: una percentuale significativa dei giovani sarebbe disposta a fare dell’agricoltura la loro professione. Il vino deve essere vissuto con una certa libertà perché talvolta noi costruiamo dei dogmi che allontanano dal vino chi senza averne le basi si sente però curioso.
Il vino va conosciuto come se fosse un amico senza eccessive paure di avvicinarsi alla conoscenza di un prodotto straordinario. Sarà interessante ripetere questa ricerca anche in ambito internazionale per capire se i giovani europei possono vedere nei nostri territori degli elementi di attrazione.
Emanuela Medi giornalista, sommelier