C’era una bellissima pubblicità che era quella dell’Avis che diceva “Noi siamo secondi rispetto alla Hertz e restiamo secondi però dobbiamo continuare a migliorare”. Niente di più intelligente- dice- in una campagna pubblicitaria tra due grandi del settore che invece di sottolineare i propri meriti puntava a migliorarsi.
E così noi marchigiani che per quanto riguarda il vino siamo al decimo posto e abbiamo 8-9 gradini da salire. Una metà di noi lo riconosce, mentre l’altra metà dice- noi facciamo il miglior vino del mondo -e quelli restano lì invece di migliorare”
Come è saggio Ampelio Bucci, marchigiano doc-la sua famiglia è originaria di Montecarotto( AN) dal 1700- che ha ricevuto il premio FIVI ( Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti)come miglior vignaiolo dell’anno. Saggio, ambientalista, lungimirante, grande lavoratore, avverso alle mode, ironico nelle risposte con un curriculum che parte da agricoltore per diventare uno dei vertici del mondo del vino del nostro paese . Studi in economia , docente universitario in strategie aziendali, imprenditore , vive tra Milano e Ostra Vetere , dove ha sede la sua azienda Villa Bucci che si estende per circa 400 ettari di cui poco più di 30 vitati. Il suo nome è legato al Verdicchio vitigno autoctono del quale dopo attenta selezione massale provengono le barbatelle che vengono riprodotte cercando di preservarne la qualità nella varietà dei cloni e biotipi per produrre le etichette Villa Bucci dalla personalità inconfondibile, nel rispetto di una grande qualità con cui ha ottenuto i massimi riconoscimenti nazionali e internazionali.
.Miglior vignaiolo dell’anno: premio FIVI a segnare una vita vissuta nel rispetto di chi produce dalla vigna
“ Quello è un premio che non merito, penso che era meglio darlo a qualche vecchio contadino che magari si è aggiunto alla Fivi senza capire di cosa si tratta. Io sono stato uno dei fondatori di questa Associazione perché c’era il problema e resta che molti consumatori comprano il vino senza chiedersi se quel vino proviene da uno che produce dalla vigna o se proviene da uno che compra il vino come è l’80% del vino che circola. Le grandi compagnie italiane del vino sono compratori all’ingrosso quindi non fanno la fatica improba che è quella di fare il vignaiolo. Nei tempi in cui Slow Food ci insegnava a tutti il piacere di avere la terra e di fare quel mestiere, io che sulla carta di identità avevo scritto consulente aziendale lo feci cambiare in agricoltore . A quei tempi mi chiesi come potevo far capire che chi compra il vino prodotto in una terra che il contadino o chi lavora per lui e che ha il piacere di fare quel mestiere, quando lo porta in una fiera, è diverso da un vino comprato da una industria o da una azienda anonima. Così è nata la FIVI, questa federazione bellissima che il 27 e 28 Novembre a Piacenza nel Mercato dei Vini n.10 con oltre 600 vignaioli, mi darà questo premio alla vecchiaia perché c’è anche questo”
Le Marche, un territorio dalla “Grande bellezza”. Me ne parli
Questo è quello che esattamente penso io e ha una origine storica: nasce dalla mezzadria che ha voluto dire lavorare per passione più che per il risultato e questo è rimasto. Negli anni 50/60 con la sua trasformazione della mezzadria ho regalato loro le case che insistevano nella proprietà. In questa maniera ho legato queste persone e i loro figli alla mia azienda e ancora oggi Io sono. Tutti i giovani che hanno una provenienza mezzadrile lavorano anche più del necessario perché per loro la bellezza e il fatto bene è più importante dei soldi. Questa è una cultura del bello e soprattutto del ben fatto vanto di questa parte delle Marche. La Vallesina, più nota come I Castelli di Jesi è ancora un giardino, lei non trova una carta per terra, le strade bellissime segnano dall’alto i profili dei campi coltivati a vigne e grano con uno sguardo a perdita d’occhio che arriva al mare ,d’altronde Senigallia è a pochi chilometri da Ostra Vetere. Una zona su cui insistono 28 comuni, piccoli borghi come Ostra Vetere, San Marcello, Belvedere Ostrense, Morro ricche di storia papale, ricordo che le Marche facevano parte dello Stato Pontificio .Paesi intatti con mura e splendidi palazzi conservati , restaurati e qui la gente è semplice, la vita non presenta pericoli tanto che in molti non chiudono a chiave la porta di casa! Noi abbiamo uno dei più belli, affascinanti e misteriosi paesaggi italiani e la battaglia che mi accingo a fare è contro i pannelli solari collocati non sui tetti delle case ma – secondo una proposta- sui terreni agricoli non utilizzati, tali da distruggere il paesaggio, come è successo altrove. Bisogna resistere 4/5 anni e troveremo sicuramente altre fonti come l’idrogeno e il possibile ritorno al nucleare, cambiato il nome che fa paura, e diverso da quello di 50 anni fa.”
Territorio, ricerca, autenticità: i vini Villa Bucci
Da sempre ho cercato e ottenuto di produrre vini non scontati ma autentici dallo stile inconfondibile. Se bevi un Verdicchio di Bucci devi saperlo riconoscere per freschezza nel calice e in bocca, sapidità, corpo , dal grande bilanciamento tra acidità e struttura. Vini capaci di invecchiare senza perdere nulla del profilo aromatico, ampiezza del sorso , ricco di sfumature. Una volta ho sentito da un noto oncologo parlare di nuovi farmaci Tailor-made ovvero fatti su misura per ogni specifica neoplasia. Ecco ho pensato come i miei vini che provengono da diverse Vigne di Verdicchio ognuna con la sua specificità, come un vestito disegnato “ su misura” diverso l’uno dall’altro, dal segno inconfondibile”
Emanuela Medi giornalista