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Rubrica di Emanuela Medi
 

Antiche Cantine Migliaccio. La viticoltura eroica dell’isola di Ponza

Eroica non è solo la viticoltura della Liguria e della Valle d’Aosta, le  Antiche Cantine Migliaccio dell’isola di Ponza hanno molto da raccontare scavate come sono nella roccia di Punta Fieno, spettacolo della natura mozzafiato come lo è l’isola pontina   

Qui si inerpicano le viti della Biancolella, del Fieno ,  ancora a forma di alberello per difendersi dal vento e dal sole cocente  dalle bassissime rese su terreni vulcanici e sabbiosi unici nel conferire ai vini di Luciana Sabino  e del marito Emanuele Vittorio quel tocco inconfondibile  che li hanno resi famosi  e difficili da reperire visto che i numeri come l’azienda è piccola ma la qualità altissima. Possono giustamente ritenersi alla pari  dei grandi e blasonati vini del nord perché grazie alle condizioni pedoclimatiche di questo luogo magico i vini delle Antiche Cantine Migliaccio si ricordano e come al palato per l’avvolgenza  che ti prende al primo sorso, la freschezza, la mineralità quasi salmastra , l’acidità e la lunga persistenza, all’olfatto per i sentori di camomilla e ginestra, frutta bianca croccante  , frutta secca, un mix che sa di mare, sole, luce, calore della terra e che ti invoglia sempre a tornare a Ponza.

Emanuela Medi

La Storia

E’ semplice  e ha un nome Punta Fieno, una delle località più incontaminate dell’isola  di Ponza.  Il difficile accesso via terra( 40 minuti a piedi lungo una mulattiera  nel pieno di una splendida macchia mediterranea) non è da meno  di quello via mare che consiste nl saltare dalla barca sugli scogli  ma che ha preservato il luogo dal turismo di massa. I vecchi ponzesi sapevano cosa li aspettava per coltivare i vigneti, fatica, lavoro manuale, poca resa ma  con la certezza di preservare dall’oblio vigneti autoctoni che avevano molto da dire  Poi , dice la storia, a un esiguo gruppo di vignaioli si è aggiunto Emanuele Vittorio odontoiatra di Napoli, figlio di Civita Migliaccio ma soprattutto nipote di Benedetto Migliaccio uno dei capostitipiti del Fieno.  Ma come nasce questo vitigno?

Quando nel  1734 Carlo di Borbone colonizzò l ‘isola assegnando in “ enfiteusi perpetua” vari appezzamenti di terra ai coloni partenopei , assegnò a Pietro Migliaccio , proveniente da Ischia, la zona del Fieno, che a differenza di altre che erano definite ”a bosco” ovvero incolte, questo risultava già vitato. Pietro Migliaccio portò da Ischia i vitigni tipici: Biancolella, Forastera, Giarnaccia, Aglianico e Piedirosso, antichi vitigni a piede franco che Emanuele Vittorio ha fatto rinascere togliendo gli sterpi, sistemando i filari con l’aiuto dell’agronomo Vincenzo Mercurio e soprattutto adottando moderne tecniche enologiche. Il risultato? Proviamo a degustarli insieme.

Azienda

Emanuele Vittorio, insieme alla moglie Luciana Sabino, dà vita nel 2000 all’azienda agricola “Antiche Cantine Migliaccio” che, conservando le antiche tradizioni ma usando moderne tecniche enologiche, avvalendosi già da qualche anno della professionalità dell’enologo Vincenzo Mercurio, produce dei vini che possiamo definire “unici”, grazie alle condizioni pedoclimatiche di questo luogo magico.

Storia

Punta Fieno è una delle poche località ancora incontaminate dell’isola di Ponza. Il difficile accesso via terra (40 minuti a piedi lungo una mulattiera in piena macchia mediterranea) un inesistente approdo via mare, che consiste nel saltare dalla barca sugli scogli, hanno preservato questo posto dal turismo di massa. I vecchi contadini ponzesi vi si recavano ogni mattina all’alba, per coltivare i vigneti, ma oggi sono rimasti veramente in pochi: Luigino, Giustino, zio Aniello e Liberato. A questo esiguo drappello si è aggiunto Emanuele Vittorio, odontoiatra napoletano, figlio di Civita Migliaccio, ma soprattutto nipote di Benedetto Migliaccio, uno dei capostipiti del Fieno.

Quando nel 1734 Carlo di Borbone colonizzò l’isola assegnando in “enfiteusi perpetua” vari appezzamenti di terra ai coloni partenopei, assegnò a Pietro Migliaccio, proveniente da Ischia, la zona del Fieno, che, a differenza di altre che erano definite “a bosco” o “incolto”, risultava già “vitato”.

Pietro Migliaccio portò da Ischia i vitigni tipici: Biancolella, Forastera, Guarnaccia, Aglianico e Piedirosso, e sono questi gli antichi vitigni a piede franco che Emanuele Vittorio, nipote di Benedetto Migliaccio, ha riportato a nuova vita, salvandoli dagli sterpi che avevano già invaso i filari.

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.