Sarà il 2021 un anno favoloso per il Brunello che conferma , come se ce ne fosse bisogno, la sua altissima qualità.
Favoloso perché si presenta sul mercato con due annate la 2015 e la 2016 riconosciute ai vertici da tutta la critica internazionale, “favoloso perché spettacolare- come sottolinea Fabrizio Bindocci presidente del Consorzio- è stata la vendemmia 2020 che porta in cantina uve sane e di alta qualità anche se con minore quantità, ma che si presta a un periodo di lungo affinamento e a una rilevante longevità”. Il Brunello, che vive un periodo d’oro, ha solo conferme sia sui mercati esteri , dove è venduto circa l’80% della produzione, sia sul mercato interno che la chiusura dell’Horeca non ha scalfito visto- come sottolinea Bindocci- “il Brunello si beve anche a casa”.
E sul Brunello piovono i punteggi dopo il primo appuntamento con la stampa di Benvenuto Brunello Off, evento organizzato da Consorzio per presentare il Brunello Montalcino 2016, Brunello Riserva 2015, Rosso Montalcino 2019, Moscadello e Sant’Antimo di 140 cantine. Tutti i Brunello 2016- come rilevato dalla stampa- ( annata “ 5 Stelle) si sono caratterizzati per un ottimo equilibrio tra le varie componenti, tannini eleganti, corpo ,struttura ma soprattutto perché espressione della riconoscibilità del territorio e di un lavoro di” squadra” professionale che segnano una marcia in più tra i grandi competitor dei Fine Wines internazionali.
Il Brunello non abbandona nessuno tanto meno enoteche e ristoranti nazionali e internazionali con una carta dei vini rappresentativa dei prodotti espressione della viticoltura toscana, a partire dal Brunello. Parliamo di Leccio d’Oro, il premio del Consorzio del vino Brunello che nella sua 29 sima edizione ha dato il massimo riconoscimento alla Trattoria Osenna di San Quirico d’Orcia e all’estero ex aequo al Don Alfonso 1890 ( Toronto) , di proprietà della famiglia Iaccarino titolare dello stellato a Sant’Agata sui Due Golfi e al Gattopardo ( New York )che deve il suo nome al famoso film di Luchino Visconti. Alle enoteche italiane il Leccio d’Oro è andato a la Fenice dell’Aquila distrutta durante il terremoto del 2009 e riaperta nel 2014 e a Vino Italiano ( Boston), enoteca molto amata dai winelovers della famosa città sede delle più prestigiosa Università americane.