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Rubrica di Emanuela Medi

Saccol, si mostra. Titolo accattivante per dire che questo piccolo borgo alle porte di Valdobbiadene, fra il monte Grappa e il Cesen, non è solo noto per il Prosecco di Valdobbiadene, ma anche per una tradizione antichissima nella produzione della punta di diamante della spumantisìtica “metodo italiano” quale è il Cartizze Superiore Docg dry nella versione antica. 

E per la tradizione di produrre e raccogliere le erbe spontanee di campo che nascono in mezzo ai filari delle “vigne eroiche” che si arrampicano sulle rive e crinali di queste colline che seguono il percorso antico del fiume Piave, il “du-plavis”.

Cartizze e Erbette da cucina sono state al centro della terza mostra di Saccol. Spumante si, ma anche la fondazione di un “museo-mostra” delle erbe officinali e aromatiche del territorio frutto di una passione di alcuni produttori “storici” del Prosecco Spumante (prima della Doc e della Docg) come la famiglia di Paolo Bisol. Sede la ex scuola elementare di Saccol. 

A Saccol la naturalità ha preso il sopravvento, sia in vena che fra i filari. C’è una maggiore attenzione, grazie anche al riconoscimento Unesco e in sintonia con i principi di Unesco, ai frutti naturali spontanei della terra che sono stati e ritornano ad essere non solo “contorno” ma nutrimento, scelta agroalimentare. Una economia domestica e circolare dove la cucina è al centro: Alla Pergola da Livio di Saccol c’è stata una cena di 10 portate (da antipasto a dolce) a base di erette locali nel segno della più tradizionale arte culinaria delle nonne. Cibo ma anche terapia, infatti, le erette raccolte hanno tutte una valenza non solo salutistica. Innanzitutto gli orti spontanei di raccolta naturale sono quelli dove non sono svolte neanche una pratica chimica. Sono banditi tutti gli interventi: le erbe fra i filari si taglia ancora con il ferro e il falcetto. Solo nelle zone scartate, al massimo, si usa il decespugliatore. Le donne e i ragazzi del ristorante di Livio raccolgono a mano le erbette: dalla cicoria asinina alla santonina, dalla salvia selvatica al tarassaco, ortiche varie, rosole o papaverino , pungitopo, pissacani, santoreggia, verdino o bruschetto, radicchietto, pesco selvatico e, i carletti o sciopet…. 

Insalata di campo con tutte le erbette crude, niente sale ed olio, solo un aceto balsamico di mele e lamponi. Risotto con i carretti, gnocchi amari tricolori con ortiche e pungitopo, salvia scottata sulla piastra del forno senza condimento, cicoria ortiche rosole cotte in acqua salata mantecate con casatella, rotolo di maialino cotto dentro impasto di erbette farina e pane grattugiato, formaggio mezzano erborino saltato sulla griglia, gelato con creme di lamponi, mirtilli. 
Valore nutrizionale molto basso, altissimo valore terapeutico e salutistico senza perdere gusto, profumi, tradizione, tipicità. Ovviamente il tutto, dall’inizio alla fine, con le bollicine di Cartizze, oggi alla versione brut oltre che dry ed extradry. Discutibile? Forse, ma un bere che pone al centro il luogo-territorio nelle sue sfaccettature. Cena ad azione antinfiammatoria per fegato e reni, depurativa, sedativa, analgesica , purificante senza perdere sapori convivialità e partecipazione. Carletti o sciopet o sciopettini a fare da guida in tutti i pianti per la loro dolcezza (compreso le radici) e fragranza sia cotti che crudi, soprattutto mantecati e salmistrati, sia con frittate e torte da antipasto.    

Talk show prima e dopo la cena per 50 ospiti  provenienti da tutta Italia e dall’estero, presenti negli agriturismi locali, da alla Pergola a Mamagiò, da Le Mesine a Riva de Milan e Nuovo Municipio. Pomeriggio dedicato alla passeggiata e visita museo sui colli di San Pietro, col Croset e Col della Bastia guidati da silvano Rodato e Ivone Bertolin. Dialogo interessante fra Diego Tomasi direttore del consorzio Docg, Oriano Bonet di Coldiretti, Giampietro Comolli, già direttore di Altamarca per 9 anni e fondatore del forum SpumantiItalia partito da Valdobbiadene. Proprio a Comolli, che ritorna sul “suo luogo del delitto” dove ha spinto per UNESCO, Docg, Superiore di Cartizze, chiediamo perchè “Saccol” fra tutti i borghi della Docg?     

“Saccol, può essere un modello – dice Comolli – molto attuale in termini di distretto integrato, multilaterale e polifunzionale con imprese diverse. E’ un albergo diffuso naturale. La scelta erbette-bolle-niente chimica su 106 ettari e 146 viticoltori, punta alla salvaguardia del patrimonio botanico. Non un parco statico passivo, ma di formazione. Attiva nella scuola la conoscenza fin dai bambini del legame fra luogo produttivo e biodiversità. Saccol esempio in fase di cambiamenti climatici che possono incidere su una modificazione del paesaggio, della vita delle famiglie, delle produzioni soprattutto tipiche o doc. Il clima e l’ambiente incidono su comportamenti delle piante, di conseguenza sui gusti. Cambio colturale e culturale, come risposta e rispetto dell’ambiente e della salute umana. Vigne-erbette-ricette-nutrizione-vino sono legate da un unico Dna a Saccol”. 

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