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Rubrica di Emanuela Medi
 

L’agricoltura è uno dei pilastri della nazione

Perché tanta meraviglia a cambiare il nome da Ministero da Politiche agricole e forestali a “Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare”. In fondo è un voler evidenziare quanto “l’agricoltura è uno dei pilastri della nostra Nazione”.

A dirlo è il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida visto  il successo dell’agroalimentare made in Italy  in fatto di export, è tra i maggiori contribuenti e beneficiari del sistema di tutela europeo delle Dop e Igp”. Onestamente basta con una agricoltura di destra e di sinistra che troppo in fretta giudica il termine di sovranità Alimentare in chiave politica.

Alla guida del dicastero, Francesco Lollobrigida, 50 anni, nato a Tivoli ma di stanza a Roma, è tra i volti storici di FdI, cui ha aderito sin dalla sua creazione. Politico di lungo corso, militante in area di destra sin dall’adolescenza, con una lunga esperienza nelle amministrazioni locali (tra l’altro alla Regione Lazio con Renata Polverini, come assessore con deleghe alla Mobilità e ai trasporti) dal 2018 viene eletto alla Camera dei deputati e diventa capogruppo, nomina rinnovata appena qualche giorno fa.
Volto noto, cognome ancor di più: è infatti il pronipote della Lollo, Gina Lollobrigida. Non è l’unica parentela famosa: sposato con Arianna Meloni, è infatti il cognato della premier con cui condivide sin dagli esordi il percorso politico. Succede a Stefano Patuanelli, che si era insediato a via XX Settembre a febbraio 2021.

Ma torniamo alla Sovranità Alimentare:  dice bene Carlo Petrini in una intervista al “Corriere della sera” come la sovranità alimentare  “valorizza i prodotti del territorio e la biodiversità. E oggi va sostenuta se pensiamo che la nostra realtà agricola sta morendo e che arrivano derrate di qualità discutibili. Se poi ci sono alcuni prodotti che il nostro territorio non produce o non ce ne sono a sufficienza, allora sì bisogna pensare a importarli” – Continua Petrini”, Lollobrigia ha riportato quanto meno il tema agricolo al centro dell’attenzione, sulle primissime pagine dei giornali e nel focus dei talk show, come raramente accade. 

A parlare di Sovranità Alimentare è stato lo stesso Ministro Lollobrigida che sempre al Corriere ha precisato: “sovranità alimentare non è un concetto fascista, ma un principio che nazioni con governi socialisti hanno addirittura inserito in Costituzione: penso all’Ecuador, al Venezuela. La denominazione è identica a quella del Ministero dell’Agricoltura francese. Lo abbiamo copiato perché la Francia ha la capacità di difendere i propri interessi nazionali. E credo che ogni nazione dovrebbe avere il dovere e il diritto di difendere le proprie eccellenze alimentari”.

Ministri del Governo Meloni

Anche se non ha preso nessuna specifica decisione sono chiari alcuni concetti “bisogna togliere il limite ai terreni incolti: abbiamo 1 milione di ettari coltivabili. Dobbiamo aumentare la resa delle produzioni attraverso un piano nazionale di coltivazione che non può prescindere da contratti di filiera chiari. Attivare una legge sulle pratiche sleali, affinché non ci siano schiacciamenti sull’anello debole della filiera, ovvero il produttore. Investire sull’innovazione e mettere un freno alla speculazione sulle materie prime come il grano. Difendere le proprie eccellenze alimentari è un dovere di ogni esecutivo. Il nostro obiettivo è tutelare l’economia agricola dalle aggressioni del mercato del falso che distorce miliardi di euro, rimettere al centro il rapporto con il settore per proteggere la filiera e il concetto di cultura rurale. Tutti i popoli hanno il diritto di definire le politiche agricole e alimentare. Anche gli italiani”, ha detto Lollobrigida la cui visione è ovviamente la stessa del partito e già precedentemente dichiarata alla Coldiretti

D’altronde la stessa Meloni aveva scelto la platea Coldiretti. Sicura di stravincere e già allora aveva usato il termine sovranità alimentare, definendolo un tema centrale per la filiera agroalimentare, Non vuol dire essere autarchici. Ma che l’Italia e l’Europa devono fare una strategia sul tema delle catene di approvvigionamento strategiche, ripensandolo, partendo da catene nazionali quando possibile, poi europee, poi ad alleanze con Paesi alleati e così via, ma devi controllarle le catene di approvvigionamento, altrimenti sei in balia degli eventi”.

Da qui la valorizzazione del Made in Italy, la posizione ben chiara contro il Nutriscore, la promozione a tutto campo della dieta mediterranea a sfavore dei cibi sintetici, ultraprocessati, la lotta alla concorrenza sleale, la tutela della biodiversità, i contratti di filiera. E sull’acool? Uso e abuso. La Meloni sa benissimo che la posizione dell’OMS è decisamente dura ma sa bene che vi è un distinguo tra lo sballo, le droghe, e la cultura mediterranea dove il vino fa parte della convivialità e del nostro essere italiani.

È necessario sburocratizzare il più possibile, e ciò significa soprattutto ridurre le operazioni da fare”. Tra i no e i molti si, il presidente Coldiretti, Ettore Prandini – che dice “la nuova politica dell’agricoltura significa nei fatti un impegno per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità. Ma anche sfruttare i fondi del Pnrr per garantire la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero: Bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio una filiera centrale per le forniture alimentari delle famiglie che, dai campi alla tavola, vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio”.

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