Occorreva un deciso distinguo tra le due principali denominazioni : il Verdicchio dei Castelli di Jesi (in provincia di Ancona) e il Verdicchio di Matelica (in provincia di Macerata), perché come dice Umberto Gagliardi presidente Associazione Viticoltori Verdicchio di Matelica” Il territorio è più importante del vitigno”.
Matelica, una realtà geografica, pedoclimatica che ben si riflette nei vini tanto da definirli, nelle caratteristiche organolettiche di montagna (Matelica) di mare (Jesi).
E allora perchè non definire questa differenza? “Con la prossima annata- sottolinea Umberto Gagliardi – nella cui associazione confluiscono i 15 produttori del territorio, nelle etichette sarà scritto Matelica Doc e Matelica Riserva Docg di sicuro pregio.”
Una scelta dettata, come lei dice, dal territorio più che dal vitigno
“Il Verdicchio è il vino autoctono delle Marche, prodotto in queste zone da secoli, tanto da essere considerato il bianco simbolo della viticoltura della regione, ma anche uno dei 100 migliori al mondo.
Deve il nome alla sfumatura verde che gli acini mantengono anche una volta maturati, senza virare al giallo Dall’Archivio di Stato di Macerata, atti notarili testimoniano la coltivazione del Verdicchio, nel comprensorio di Matelica, già nel 1579. La produzione del Verdicchio di Matelica si snoda tra Matelica (siamo a 350 metri s.l.m., l’altitudine sale già rispetto alle colline della provincia di Jesi) , Esanatoglia, Gagliole, Castelraimondo e Camerino (in provincia di Macerata) e le campagne di Cerreto d’Esi e Fabriano (in provincia di Ancona).
Siamo nel cuore dell’Alta Vallesina, l’unica valle di questa regione ad essere parallela al mare, anziché perpendicolare come le altre.
La “chiusura” all’Adriatico, con esposizione a nord, determina un clima continentale dalle forti escursioni termiche giorno/notte, perfetto per i vitigni più forti e robusti del Verdicchio di Matelica. Ne deriva un bianco più forte, con acidità più pronunciata ma alcol più contenuto. Un perfetto equilibrio che dà vita ad un vino armonico e delicato, con un amabile retrogusto amarognolo) abbinabile tanto con la carne quanto con il pesce, formaggi,dolci nelle versioni “Passito” e “Spumante”.
Parliamo del Verdicchio Castelli di Jesi
Il Verdicchio di Jesi è più “solare” e mediterraneo, risente dell’influenza dell’Adriatico e non è un caso che viene definito vino di mare Quella dei Castelli di Jesi è la produzione di Verdicchio più antica delle Marche: ha una storia lunga 600 anni e per diversi anni è stato il bianco fermo più premiato dalle guide italiane.
La sua collocazione è a ridosso del mare: Corinaldo e Morro d’Alba (appena 200 metri sul livello del mare) dal terreno argilloso, calcareo, sabbioso: All’interno di una denominazione molto vasta, si è resa necessaria una ulteriore distinzione per condizione climatica (arriva anche a colline che superano i 500 metri di altitudine, in cui insistono Cupramontana (Ancona) ed Apiro (Macerata), posta sulla sommità di una collina nella Vallesina) dal titolo di “capitale del Verdicchio”.
Piccola ma molto conosciuta la Gagliardi vini produce un rosso unico
“Si è Ceresi da uve Ciliegiolo 100%, siamo gli unici a produrlo in purezza nelle Marche, di colore rosso rubino, al naso regala profumi di frutta rossa, marasca, ciliegie appunto.”
Proviene da vigneti di nostra proprietà ad un’altitudine di circa 450 m/slm e viene sottoposto a un affinamento in botti grandi di legno per 12 mesi, allo scopo di non alterare i profumi e i sapori del varietale. Si presenta al gusto intenso, profondo molto elegante Come rossi non poteva mancare il Sangiovese.
Tra i bianchi Il Verdicchio di Matelica Selezioni dal colore giallo paglierino, con riflessi verdognoli, caratteristico, con aromi di frutta fresca, ananas, mela, sentori di biancospino dal gusto ricco con un alto estratto secco, alta acidità compensati da una buona alcolicità.
E poi un Docg Matelica Riserva docg Maccagnano nostro prodotto di punta che nasce nel 1993.
Il vino viene ottenuto dalle uve Verdicchio provenienti da un unico vigneto delimitato da pietre di arenaria. Un vino dal tenore alcolico importante, corposo e intenso. Al gusto ricorda la mela al forno, senza però dimenticarsi un finale piacevolmente amaricante. Un vino dalla grande evoluzione. Il nome “Maccagnano” è legato ad uno dei quattro personaggi appartenenti alla mitologia greca che sono rappresentati sulla fontana di Piazza Mattei, a Matelica.
Emanuela Medi giornalista, sommelier