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Rubrica di Emanuela Medi
 

Porto Cesareo, il vino sarà affinato in fondo al mare: l’area protetta ospiterà cantine sottomarine

Porto Cesareo non ha cantine vinicole sul proprio territorio ma ha il mare, tanto mare. E anche se appare un’eresia quella di mischiare il vino con l’acqua, la giunta municipale guidata dal sindaco Silvia Tarantino ha deciso di dare il via ad un curioso progetto: la cantina del futuro sarà realizzata sul fondale e chiunque, produttori e viticoltori, potrà partecipare all’esperimento.

Un unico vincolo: le bottiglie dovranno riportare, sull’etichetta, “affinato nell’Area marina protetta di Porto Cesareo”. La sindaca spiega che è una sperimentazione che può dare spessore alle iniziative di valorizzazione del brand cesarino e incoraggiare la già forte vocazione turistica. Inoltre si propone, tra i suoi obiettivi, la promozione e lo sviluppo del territorio perché pratica delle cantine sottomarine potrebbe contribuire ad aumentare la visibilità e l’attrattività del territorio.

Il territorio di Porto Cesareo è totalmente affacciato sul mare e non esiste una collinetta sulla quale qualcuno possa coltivare il vigneto. Di conseguenza non esistono cantine di trasformazione o produzione e ciò avviene nell’entroterra e su territori di altri Comuni.  Ma il mare c’è. Ed è davvero tanto e bellissimo.

Tutto inizia quando una cantina della zona richiede la concessione demaniale marittima per ottenere uno specchio acqueo. Lì avverrebbe l’immersione sul fondale di una cesta in metallo in cui affinare il vino prodotto. Dal punto di vista del marketing sembra una bomba: basterebbe dire e scrivere come slogan che “questo vino ha trovato la sua giusta gradazione e il suo gusto nel mare più bello del Salento” per avere successo ovunque. Anche perché etichette ce ne sono tante nel Salento ma il mare di Porto Cesareo è, universalmente, unico.

La pratica delle cantine sottomarine, del resto, è stata già adottata in diverse regioni italiane come Emilia-Romagna, Sardegna, Liguria, Toscana e in alcuni paesi esteri come Grecia e Croazia ed interessando anche parchi marini e siti di interesse comunitario.

In ogni caso non si può perdere di vista il principio più importante, la stella polare della tutela del mare e il suo rispetto. Così l’intera faccenda verrà regolamentata in questo modo: ogni azienda potrà essere autorizzata ad immergere massimo due ceste piene di bottiglie. Ogni cesta dovrà avere una targhetta con indicazione dell’azienda titolare. La concessione demaniale, in via sperimentale, dovrà avere la durata di un anno e le ceste potranno essere posizionate solo nella zona C dell’area marina protetta e previo parere del consorzio Amp. Le ceste potranno essere posizionate al di fuori delle aree destinate alle attività portuali e previo parere della capitaneria di porto di Gallipoli.

A maturazione avvenuta il vino sarà messo sul mercato e se la sperimentazione avrà successo si potrà iniziare a pensare in grande su come trasformare una parte del mare cesarino in una grande e prestigiosa cantina.

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