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Rubrica di Emanuela Medi
 

Sociale, Ambientale, Tecnologica: le tre sostenibilità di Fantini Group

Se la parola sostenibilità è molto (troppo) usata e sta perdendo di credibilità in molti casi di credibilità Fantini Group con i suoi progetti le ha dato smalto, contenuto, valore aggiunto. Il gruppo valore aggiunto.

Sostenibilità:

Aiuta i territori marginali a rimanere vivi, elabora progetti per diventare sostenibili sempre più green, sostenibile, investe in tecnologia a favore dell’ambiente. Senza dimenticare anzi facendo dimenticare il sociale  che prevede un sistema di business  basato sull’idea di aggregare a sé tanti piccoli produttori terrieri, proprietari di micro-appezzamenti da uno o due ettari,  lasciandoli  padroni, guardiani e curatori di un territorio che amano e conoscono alla perfezione; inoltre, senza centralizzare la produzione in un unico polo,  applica un modello  con cantine dislocate nelle varie regioni in cui opera, così da portare lavoro in aree rurali più marginali rispetto allo sviluppo economico, ma che hanno un potenziale enorme e poco sfruttato dal punto di vista vinicolo. Fantini è presente in zone – specialmente il Sud Italia, ma ora sta applicando le stesse logiche nella Spagna più “periferica”.

E’ divenuto, insomma, il punto di riferimento per comunità agricole che vivevano il dramma del passaggio generazionale e della desertificazione territoriale, e oggi sono rivitalizzate e integrate in un sistema efficiente, che guarda al futuro.

AMBIENTE

Anche in questo caso, Fantini risulta pienamente sostenibile a livello di gruppo, dunque in ogni sua controllata, come dimostra l’ottenimento della prestigiosa certificazione di sostenibilità Equalitas, la più importante a livello europeo, che valuta secondo rigorosi parametri la filiera vitivinicola Non solo: l’azienda dallo scorso anno presenta un proprio preciso report annuale sulla sostenibilità che porterà a redigere un vero e proprio Bilancio di sostenibilità. Fiore all’occhiello di queste politiche ambientali è il cosiddetto progetto “Fantini-Qualità”: meravigliosi vigneti, unici, a strapiombo sulle onde, all’interno di riserve naturali abruzzesi, in aree dalle condizioni pedoclimatiche eccezionali, dove Fantini applica un modello di coltivazione rigorosamente bio.

Uno si trova a Punta Aderci, nell’omonima Riserva Naturale Regionale – 285 ettari dalla spiaggia di Punta Penna, meraviglioso anfiteatro marino, alla foce del fiume Sinello – vicino a Vasto, e tutela uno dei tratti più suggestivi e spettacolari del litorale; qui Fantini vanta un appezzamento coltivato a uve Pecorino, di quasi due ettari, e un secondo, di tre ettari, con vigneti di Montepulciano. A Ripari di Giobbe – altra Riserva Naturale Regionale, 35 ettari sulla costa ortonese, l’acqua cristallina di una falesia rocciosa alta fino a 65 metri e ricoperta da macchia mediterranea – Fantini ha un altro vigneto, due ettari e mezzo coltivati a Pecorino. E poi c’è l’ultima gemma, Tenuta Cantalupo: una decina di chilometri dal mare.

Siamo a Notaresco, splendido borgo medioevale della provincia di Teramo; qui, nel cuore del Montepulciano d’Abruzzo Colline Terramare Docg, Fantini Group possiede 10 ettari di vigneto che hanno oltre 35 anni, tutti a spalliera, coltivati bio. «Sono progetti dei quali siamo orgogliosi – afferma Giulia Sciotti, marketing manager & brand ambassador di Fantini Group – Godono del beneficio delle brezze tutto l’anno (pensiamo alla stagione della fioritura o a quella della maturazione delle uve) e sono comunque vicini al Massiccio della Maiella, dal quale durante il giorno scendono venti a rinfrescare le temperature estive».

TECNOLOGICA

Un’azienda – che è capace di sfruttare le nuove tecnologie può adattarsi alle rapide trasformazioni globali delle dinamiche economiche e sociali. In questo senso, utilizzare la tecnologia anche per implementare le proprie scelte green e renderle ancora più performanti consente all’ambiente di poter continuare a fornire le proprie importanti risorse naturali. 
E’ la sostenibilità tecnologica – ossia la capacità di utilizzare l’innovazione tecnologica per la tutela dell’ambiente –  Nei vari territori in cui il gruppo vinicolo è presente si stanno via via installando vere e proprie centraline meteorologiche che controllano i vigneti fornendo una serie di dati essenziali per prevenire i trattamenti in vigna: umidità del fogliame, umidità del suolo, previsioni meteo, eccetera  Altri progetti: RafCycle: si tratta di un programma sviluppato da UPM Raflatac per il recupero e la valorizzazione degli scarti delle etichette, preziose materie prime che vengono utilizzati per creare nuovi materiali.
Infine, e stato già approvato un piano specifico che porterà presto lo stabilimento d’imbottigliamento Fantini, a Ortona, a essere convertito all’energia pulita e rinnovabile, diventerà autonomo al 70% grazie alla realizzazione di un grande impianto fotovoltaico sul tetto.

FANTINI

Fondata ad Ortona nel 1994 da un gruppo di imprenditori del vino guidati dall’attuale ceo Valentino Sciotti e dall’enologo Filippo Baccalaro, Fantini Group riunisce 12 grandi realtà enologiche del Sud e Centro Italia, con un modello di business di successo; produce e distribuisce vini di alta qualità ed esporta in tutto il mondo attraverso una ramificata rete di importatori e distributori (oltre 24 milioni di bottiglie).
L’azienda genera la gran parte dei ricavi al di fuori dell’Italia: i suoi principali mercati sono la Germania, la Svizzera, il Canada, l’Olanda, il Belgio e il Giappone. Il suo fatturato è cresciuto dai 79 milioni del 2019, agli 82 milioni nel 2020 e ha raggiunto i 90 milioni del 2021, nonostante le difficoltà del canale Horeca. Il 2022 è stato chiuso a 93 milioni di fatturato. Nel 2020 Fantini Group è stato acquisito da Platinum Equity.

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