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Rubrica di Emanuela Medi
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Quando riceviamo notizia da una celebra cantina toscana come Villa Bibbiani di un vitigno importante come il Cabernet Sauvignon e di un vino in purezza come il Montereggi, ci piace approfondire alcune caratteristiche di questo vitigno compagno inseparabile del famoso taglio bordolese, fortunata triade che assieme al Merlot e al Cabernet Franc ha fatto la fortuna di Bordeaux e dei vini prodotti nel Medoc, Graves e Entre-Deeux-Mers, complice il “ naso” e la lungimiranza di un certo Robert Parker che li ha fatti conoscere in America decretandone il successo planetario a suon di soldoni. Taglio peraltro che ha fatto la fortuna di molti vini italiani, costituendone la base principale , come insegna il Sassicaia( all’80% per cento Cabernet Sauvignon) che nel tempo e ancora oggi ha fatto incetta di prestigiosi premi , le cui barbatelle furono furtivamente portate in Italia dal marchese Mario Incisa della Rocchetta che le piantò nella Tenuta San Guido, in quel di Bolgheri , tanto importante da essere il primo Super Tuscan e percorrere una strada tutta sua. SCHEDA:Certo è il più famoso vitigno rosso al mondo e il più piantato in assoluto. A maturazione tardiva, predilige un ambiente caldo e secco. Di colore porpora profondo, non

Trattare le viti il meno possibile per dare alle stesse la vera patente del biologico? È una strada interessante, e non solo per il biologico. La parola naturale sicuramente sbandierata e spesso non vera è però un richiamo irresistibile, allora diamole una base scientifica. Parliamo di una strada percorribile e percorsa che sta dando buone risposte: incroci tra tipi diversi di vitigni in modo da ottenere ibridi al fine di creare nuove varietà di vite resistenti alla peronospora e all’oidio. Si rispetta l’ambiente ed è una risposta salutistica ampiamente richiesta. Insomma ridare alla natura la sua vera identità ed evitare di trattare le viti: è possibile? Pionieri i Tedeschi e gli Austriaci che ne hanno fatto una scienza visto il clima freddo e umido di certo non ideale per le molte malattie fungine dannosissime per le viti. Anche nel 1998 l’Università di Udine e l’IGA avevano avviato un intenso programma di ibridazione, portati avanti successivamente anche in collaborazione con i Vivai Cooperativi Rauscedo. “Si tratta-dice Eugenio Sartori Direttore dei Vivai Cooperativi Rauscedo-di effettuare degli incroci tra le varietà di Vitis Vinifera e altri vitigni tipo l’asiatica Amurensis molto resistente all’oidio e alla peronospora, per ottenere una nuova varietà non molto diversa