Quando riceviamo notizia da una celebra cantina toscana come Villa Bibbiani di un vitigno importante come il Cabernet Sauvignon e di un vino in purezza come il Montereggi, ci piace approfondire alcune caratteristiche di questo vitigno compagno inseparabile del famoso taglio bordolese, fortunata triade che assieme al Merlot e al Cabernet Franc ha fatto la fortuna di Bordeaux e dei vini prodotti nel Medoc, Graves e Entre-Deeux-Mers, complice il “ naso” e la lungimiranza di un certo Robert Parker che li ha fatti conoscere in America decretandone il successo planetario a suon di soldoni.
Taglio peraltro che ha fatto la fortuna di molti vini italiani, costituendone la base principale , come insegna il Sassicaia( all’80% per cento Cabernet Sauvignon) che nel tempo e ancora oggi ha fatto incetta di prestigiosi premi , le cui barbatelle furono furtivamente portate in Italia dal marchese Mario Incisa della Rocchetta che le piantò nella Tenuta San Guido, in quel di Bolgheri , tanto importante da essere il primo Super Tuscan e percorrere una strada tutta sua.
SCHEDA:
Certo è il più famoso vitigno rosso al mondo e il più piantato in assoluto. A maturazione tardiva, predilige un ambiente caldo e secco. Di colore porpora profondo, non è particolarmente alcolico ,può essere molto longevo come i grandi rossi . Si chiamano descrittori, i realtà cosa sente il naso e come lo “ accoglie” il palato? Peperone verde, foglie di pomodoro, note fruttate in particolare ribes nero, e poi ancora eucalipto, erbe aromatiche, pepe, caffè, rosa canina, cedro, note tostate: insomma un ventaglio ampio che si differenzia in Italia da Nord a Sud, prediligendo la Toscana. E alla toscana ritorniamo a Villa Bibbiani che nel 2018 ha ripreso la produzione e presenta il suo Cabernet Sauvignon in purezza, Montereggi: un vino di grande personalità, elegante e rispettoso del territorio.
DEGUSTAZIONE
Villa Bibbiani Montereggi IGT 2018 : si distingue per il colore rosso rubino intenso e già al naso fa intuire la sua complessità, con sentori di spezie che si uniscono a fragranze di caffè tostato e cacao. All’assaggio in bocca è avvolgente e dona lunghe sensazioni, con tannini setosi e vibranti. Il terreno ricco di arenaria, scheletro e galestro su cui è coltivato il vitigno conferisce al vino grande struttura, profondità e intensità aromatica.
“Il Cabernet Sauvignon ha trovato nell’area di Villa Bibbiani il terroir ideale per esprimere al massimo la propria identità, alla stregua di un vitigno autoctono”, spiega l’enologo e responsabile di cantina Leopoldo Morara. “I nostri metodi di lavorazione dell’uva sfruttano tecnologie avanzate ma ispirate alla tradizione per preservare le caratteristiche e le proprietà organolettiche dell’uva per un vino di qualità”.
Tecniche di vinificazione moderne ispirate al passato
L’uva per il Montereggi viene raccolta manualmente a settembre, con doppia cernita dei grappoli in campo e cantina. È poi introdotta in serbatoi di acciaio tramite gravità, evitando l’utilizzo di pompe enologiche e rispettando al massimo il frutto, per essere vinificata a una temperatura controllata tra i 25 e i 28 gradi. Qui hanno luogo la fermentazione alcolica e la macerazione sulle bucce per un periodo che varia tra i quindici e i venti giorni, durante il quale sono effettuate solo follature soffici tramite un braccio meccanico che riproduce l’antica lavorazione manuale con bastoni. Alla fermentazione malolattica in acciaio seguono la maturazione con una sosta di otto mesi in barrique di rovere francese e l’affinamento in grandi botti da 25 ettolitri, sempre di rovere francese.
L’etichetta ispirata allo storico giardino di Villa Bibbiani
All’interno di Villa Bibbiani si trova Montereggi, un parco archeologico di origine etrusca: gli scavi hanno messo in evidenza come la viticoltura fosse qui praticata già nel IV sec a.C. Il nostro Montereggi prende il nome dall’omonimo parco sul quale si affacciano i vigneti da cui proviene questa pura espressione del Cabernet Sauvignon.
Come per tutte le etichette dei vini di Villa Bibbiani, anche per quella del Montereggi è stata tratta ispirazione dai fiori e dagli alberi del parco botanico, ideato nell’800 dall’allora proprietario della tenuta, il Marchese Cosimo Ridolfi. L’etichetta del Montereggi raffigura il fiore di Liriodendro (Liriodendron tulipifera), comunemente conosciuto come albero dei Tulipani, una delle specie esotiche che il celebre agronomo Ridolfi coltivava nel suo laboratorio a cielo aperto. La particolarità di questi fiori è la forma a calice dei boccioli che ricorda quella di una coppa di vino.
Un Cabernet Sauvignon apprezzato anche all’estero
L’eccellenza del Montereggi è stata già riconosciuta anche a livello internazionale. L’annata 2018 ha ottenuto il The WineHunter Award Rosso, premio ufficiale dell’evento Merano Wine Festival, mentre al di fuori dei confini nazionali, è stato insignito della medaglia di bronzo nell’ambito dell’edizione 2020 del Decanter Wine World Award (DWWA), tra i più prestigiosi concorsi di vino al mondo. I suoi sentori speziati e la sua compattezza al palato hanno anche conquistato la guida di Falstaff, rivista tedesco punto di riferimento nel mondo del food & wine, che ha assegnato al Montereggi il punteggio di 91 su 100.
Emanuela Medi, giornalista, sommelier
Fonte: Villa Bibbiani