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Rubrica di Emanuela Medi
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Secondo le stime aggiornate della Commissione la pandemia di coronavirus comporterà una diminuzione del commercio globale tra il 10% e il 16% nel 2020. Per i 27 Paesi Ue la riduzione prevista dovrebbe essere compresa tra il 9% e il 15% per le esportazioni e l'11% e il 14% per le importazioni da paesi terzi (beni e servizi combinati), ciò equivale a una riduzione delle esportazioni extra-UE tra 282 e 470 miliardi di euro e una diminuzione delle importazioni extra-UE tra 313 e 398 miliardi (beni e servizi combinati). La crescente diffusione del virus ha spinto molti paesi a chiudere temporaneamente le imprese e limitare i viaggi e la circolazione delle persone. Queste misure porteranno a forti contrazioni nel livello della produzione economica, della spesa delle famiglie, degli investimenti e del commercio internazionale. Sebbene ci siano molte previsioni sulla crescita del PIL nel 2020, vi è una serie limitata di proiezioni commerciali per l’anno in corso, in particolare per il commercio dell'UE. L'analisi delineata nella nota pubblicata  il 5 giugno è uno dei pochi tentativi di prevedere l'impatto dell'epidemia COVID19 sui flussi commerciali che segue una prima valutazione del Chief Trade Economist di aprile e confronta i risultati con altre previsioni

Una situazione di indubbia gravità che colpisce bar, ristoranti, esercizi commerciali e non è improbabile entrate contingentate- come in corso nelle città colpite da coronavirus- per i centri della grande distribuzione: ma ora una buona notizia. Il Governo ha consentito la consegna di cibo a domicilio anche dopo le ore 18, orario fissato di chiusura dalle disposizioni per contenere il covid-19. La risposta del Governo chiarisce che il limite orario dalle 6.0 alle 18.00 è riferito solo all’apertura al pubblico.  Soddisfatte FIE e ASSODELIVERY  che avevano chiesto chiarezza sulle norme  da seguire. L’attività quindi può proseguire negli orari di chiusura al pubblico mediante consegne a domicilio dando cosi la possibilità di fornire un servizio ai cittadini e di consentire a molte attività di ristorazione di continuare.  In proposito una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e al Sindaco di Milano, è stata scritta dal Comitato Ristoranti Responsabili, in cui alla condivisa gravità del momento, si fanno presenti alcune difficoltà logistiche difficili da attuare in bar e ristoranti come il metro tra barista e cliente e la distanza tra i tavoli in locali già di per se piccoli..meglio chiudere dicono in molti ma per quanto tempo?