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Rubrica di Emanuela Medi
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Una grande ricerca internazionale, alla quale partecipa il Progetto Moli-sani dell’I.R.C.C.S. Neuromed, mostra che il nostro Paese, in linea con le altre nazioni occidentali, vede un netto miglioramento della situazione del colesterolo nei suoi cittadini Diminuiscono sia il colesterolo totale che quello “cattivo” non-HDL. È l’incoraggiante fotografia del popolo italiano che emerge dallo studio internazionale NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivistabritannica Nature. Guidata dall’Imperial College di Londra, e con la partecipazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; la ricerca ha visto il contributo dei dati raccolti dal Progetto Moli-sani dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS). Mentre il nostro organismo ha naturalmente bisogno del colesterolo, un suo eccesso può portare a un accumulo nei vasi sanguigni. E quasi tutti hanno ormai imparato a distinguere quello "buono" (HDL), protettivo contro infarto e ictus, dal "cattivo", non HDL, tipicamente legato a diete ricche di grassi saturi e trans, che avrebbe un ruolo importante nell’aumentare il rischio di patologie cerebro - cardiovascolari. Conoscere la situazione del colesterolo nelle popolazioni diventa allora uno strumento indispensabile per la prevenzione e la salute pubblica. Questo è l’obiettivo della ricerca NCD-RisC, che ha utilizzato informazioni raccolte su 102,6 milioni di individui in 200 Paesi per un

Una grande ricerca internazionale, alla quale partecipa il Progetto Moli-sani dell’I.R.C.C.S. Neuromed, mostra che il nostro Paese, in linea con le altre nazioni occidentali, vede un netto miglioramento della situazione del colesterolo nei suoi cittadini Diminuiscono sia il colesterolo totale che quello “cattivo” non-HDL. È l’incoraggiante fotografia del popolo italiano che emerge dallo studio internazionale NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivistabritannica Nature. Guidata dall’Imperial College di Londra, e con la partecipazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; la ricerca ha visto il contributo dei dati raccolti dal Progetto Moli-sani dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS). Mentre il nostro organismo ha naturalmente bisogno del colesterolo, un suo eccesso può portare a un accumulo nei vasi sanguigni. E quasi tutti hanno ormai imparato a distinguere quello "buono" (HDL), protettivo contro infarto e ictus, dal "cattivo", non HDL, tipicamente legato a diete ricche di grassi saturi e trans, che avrebbe un ruolo importante nell’aumentare il rischio di patologie cerebro - cardiovascolari. Conoscere la situazione del colesterolo nelle popolazioni diventa allora uno strumento indispensabile per la prevenzione e la salute pubblica. Questo è l’obiettivo della ricerca NCD-RisC, che ha utilizzato informazioni raccolte su 102,6 milioni di individui in 200 Paesi per un

Un’emergenza come quella che stiamo vivendo abbraccia tutti gli aspetti della vita. La pandemia da COVID-19 ha naturalmente portato a considerare prima di tutto le questioni direttamente legate al virus, ma ora è il momento di studiare con attenzione anche le ricadute che la paura, il cambiamento delle abitudini e lo sconvolgimento sociale ed economico stanno avendo sulla salute e sul benessere complessivo delle persone. Il Progetto Moli-sani, che dal 2005 sta studiando circa 25.000 cittadini del Molise, rappresenta il laboratorio ideale per una ricerca su vasta scala in questo campo. Ecco perché oggi inizia un’ampia ricerca che punta a indagare come l’emergenza abbia influenzato la vita delle persone, e le conseguenze mediche e sociali che dovremo aspettarci nel futuro. “È un’operazione – spiega Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione di Neuromed e Ordinario di salute pubblica all’Università dell’Insubria -  condotta interamente a distanza, sia attraverso colloqui telefonici che per mezzo di smartphone. Abbiamo sviluppato un questionario ben articolato, anche se rapido da compilare, che indagherà su due fronti: da un lato cercheremo quali fattori, quali patologie preesistenti e quali terapie seguite possano aver influenzato il decorso dell’infezione in chi ne è stato colpito. Dall’altro puntiamo a disegnare