La masterclass dedicata agli spumanti Abruzzesi è stato il primo appuntamento della tre giorni (24-26 gennaio) del Festival Spumantitalia che si è appena concluso a Pescara. Una degustazione- cui hanno fatto seguito be 10 masterclass- a segnare il valore qualitativo raggiunto in questa regione (ma si può fare molto di piu) e in generale della spumantistica italiana che ha raggiunto quantità e volumi significativi: 750 milioni di bottiglie prodotte nel 2019 e un valore in cantina di circa 1,9 miliardi di euro.
Vola il Metodo Italiano ( un tempo chiamato Martinotti-Charmat) con il Prosecco leader nazionale e mondiale nelle diverse denominazioni Docg e Doc con 600 milioni di bottiglie per un fatturato al consumo di 3,9 milioni miliardi di euro. Si affermano a buon diritto le etichette targate vitigni autoctoni: passerina, bombino, falanghina, negroamaro, grillo, nerello mascalese e molti altri ben rappresentanti le caratteristiche territoriali di appartenenza a espressione e conferma del grande lavoro che vede impegnati molti produttori in particolare giovani e confermato dai dati di produzione e dai valori in cantina e al consumo.
Perché la preferenza al metodo spumantistico italiano che oltre al sistema Prosecco vede l’exloit dell’Asolo Superiore Docg, dell’Asti Docg dolce e secco e di oltre 35 milioni di bottiglie prodotte in tute le regioni a fronte di un metodo tradizionale classico capitanato dalla Franciacorta, Trento, Alta Langa, Oltrepò Docg per un globale 27,5/28 milioni di bottiglie prodotte.
Dicono gli esperti: il metodo italiano esalta la freschezza delle uve prodotte dai vitigni autoctoni, i sentori primari in particolare della frutta, la sapidità , l’eleganza, l’altissima acidità che bilancia il grado zuccherino in un mix piacevole e di facilità di beva, la versatilità negli abbinamenti dall’aperitivo al tutto pasto, dal pesce alle carni bianche.
E se il sistema di produzione ( autoclave) è più rapido e tale da evidenziare le caratteristiche gusto-olfattive primarie del vitigno e per questo preferito dagli autoctoni, è evidente che il costo alla produzione è spesso inferiore al metodo classico condizionato dai lunghi tempi di produzione e di stoccaggio: certo al consumo la differenza c’è e molta tra un Bellavista( 40-50 euro) e un Prosecco( 10-15 euro) !
DEGUSTAZIONE:
E’ lui il Pecorino la nuova frontiera della viticultura abruzzese ,” retrocesso il rosso Montepulciano e il bianco Trebbiano Abruzzese – dice l’enologo Vittorino Festa-questo vitigno a bacca bianca- a metà con le Marche- non ha smentito le sue pregevoli doti sia come vino fermo che come passito, oggi in versione spumante. . Bassa resa per ceppo- sottolinea l’enologo- alta gradazione zuccherina e altissima acidità, due componenti che fanno unico questo prodotto, molto elegante e che ha permesso a tanti giovani di avvicinarsi alla viticoltura . Un vitigno che in questa manifestazione è presente in molte degustazioni a conferma del suo valore trainante di molta parte della produzione abruzzes. Vitigno tra ipiù ambiti anche in molte regioni a noi confinanti-vedi il Lazio- che stanno iniziando a utilizzarlo spesso in assemblaggio.” Anche se” si può fare molto di più i- sottolinea Andrea Zanfi ,anima di Spumantitalia- in Abruzzo che deve trovare un’azione comune per farsi conoscere in qualità di prodotti e strategia di marketing.
Metodo Italiano e Metodo Classico Tradizionale in un confronto che non vuole previlegiare nessuno dei due, ma semmai sottolineare come l’utilizzo dell’autoclave fa esprimere al meglio l’aspetto aromatico del vitigno e nel classico tradizionale, la complessità e l’evoluzione del vino che si vuole proporre al mercato. Questi a nostro giudizio i più interessanti della prima Masterclass
Agriverde Cuveè Prestige 830 Bio ( Metodo Italiano)
Pecorino dal colore giallo paglierino dai riflessi verdolini, al naso verticale, molto fresco, dalla bella bolla, alta acidità .Si caratterizza subito per l’inconfondibile nota agrumata giocato sui sentori di frutta bianca , erbe officinali- timo. Persistente in bocca dalla lunga sapidità , ha un finale segnato da una leggera nota amaricante. Non manca di eleganza anche se è un vino semplice Ideale come aperitivo
Cantina Tollo” Cococciola” Extra dry. ( Metodo Italiano- 3 mesi sui lieviti)
Uva povera, al cento per cento abruzzese, dall’acino grasso, di altissima produzione tanto da essere utilizzata come uva da taglio per conferire acidità e struttura al Trebbiano. In questo spumante la cococciola non rivela sentori particolari se non erba fresca e paglia ma la sua alta acidità e il basso grado alcolico fanno si che sia un prodotto gradevole, pulito , semplice. In questa versione in purezza dal forte carattere gustativo, non pretende e in questa onesta è la sua pregevolezza. Snobbato, oggi è una Doc.
Citiamo se pur brevemente il Codice Citra “ Fenaroli” da uve Montonico. Altro vitigno praticamente scomparso rivalutato nella spumantistica con Metodo Italiano. Uva meno grassa della Cococciola, di bella acidità e minore grado zuccherino. Anche questo spumante si presenta fresco, privo di sentori complessi. Certo non da grandi emozioni, ma il Montonico non li pretende
Jasci e Marchesani Brut Bio “ Autentico , M.C.
Blend in parti uguali di Riesling- Chardonnay – Pecorino :18 mesi sui lieviti mentre il disciplinare abruzzese , restrittivo, ne richiede 36. Al naso molto tagliente potremo dire verticale, agrumato quasi salato, dal finissimo perlage di lunghissima persistenza caratteristica del metodo classico e non strano per i cultori, dovuto al calice chiuso al fondo che non si vuole nuovo tanto meno perfettamente pulito! L’energia sale.. e accentua il perlage . Bella aromaticità , struttura e complessità. Colore giallo oro
Biagi” Martina Biagi” M.C. Brut
Blend di Pecorino 80%,.Malvasia e Chardonnay: una bella e interessante sperimentazione dal metodo classico. Colore giallo dorato, frutta matura, tropicale, ananas, pesca gialla, mango. Sentori di pasticceria che non sopraffanno la bella rotondità e morbidezza della bocca. Uno stile un poco “ piacione” che si stempera in una bella freschezza
Orsogna Lunaria Pinot Grigio M Ancestrali
Chiudiamo con questo Pinot Grigio dal metodo ancestrale oggi molto di moda tanto da essere utilizzato anche nel Prosecco. Un metodo che è una via di mezzo tra il classico tradizionale e quello italiano e che consiste nella rifermentazione in bottiglia sui lieviti senza l’eliminazione finale degli stessi La mancata limpidezza del vino è la principale caratteristica del metodo ancestrale. Dal colore piacevolmente ambrato-ramata quasi di bucce di mela questo Orsogna Lunaria in bocca ha il sapore di una birra segnata da una lieve astringenza. Accentuata sapidità dovuta alla minore presenza di zucchero. Bella freschezza accompagnata da una curiosa nota speziata allo zenzero. Sorso lungo per questo vino allegro, originale, piacevole alla beva. Ottimo compagno per piatti a base di baccalà sushi
Emanuela Medi, giornalista , sommelier.