a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi

Dopo quelli dedicati alle “bolle” ed ai rosati non poteva mancare, nel carnet di CUCINA & VINI, un Evento dedicato ai vini bianchi. Ed è così che nei giorni 31 Maggio e 01 Giugno u.s. le sale dell’HOTEL QUIRINALE di Roma hanno ospitato la prima edizione di BEREbianco.

50 Aziende, molte etichette (spesso disponibili anche in vecchie annate) e diverse masterclass dedicate ai grandi bianchi d’Italia hanno attirato un numerosissimo pubblico di appassionati ed esperti del settore.  Davvero molto elevato il livello qualitativo (rarissimi e potrei dire fisiologici gli “scivoloni”) a dimostrazione che il mondo dei vini bianchi continua a crescere incessantemente.

GLI ASSAGGI

LA VALLE D’AOSTA

LO TRIOLET
Una storia, quella odierna di Marco Martin, che inizia nel 1988 con l’idea di piantare quel Pinot Gris che, seppur non autoctono, veniva da un Vallese non troppo distante. Il risultato? Siamo a quota  quasi 1000m ed il Monte Bianco a fare la guardia. Nel calice Qualità, Territorio, passione e fatica.

VALLÉE D’AOSTE DOC “PINOT GRIS” 2021
ha dentro la freschezza dei prati di montagna con i fiori e le erbe, la dolcezza della mela e della pera, una nota fumé che sa di baita… Ed il sorso è di granitica potenza, “tutto rose e fiori”. Bellissimo

VALLÉE D’AOSTE DOC “PINOT GRIS” (ÉLEVÉ EN BARRIQUES) 2020da una annata più “morbida” e dalla presenza del legno un vino totalmente differente dalla versione “inox”, un abbraccio di dolcezze di mele (quelle della pasticceria) e di spezie (lo zafferano, la curcuma), burrosità di cioccolato bianco, una stilettata pirica…
Sorso che mette a nudo l’olfatto, di viva freschezza e sapidità quasi tattile, con un finale lungo e meditativo.

LA LOMBARDIA

PERLA DEL GARDA
Portabandiera del Trebbiano di Lugana (alias Turbiana), l’Azienda della Famiglia Prandini in 15 anni è riuscita là dove in molti, sul Garda, avevano fallit Punti fermi il rispetto per il Territorio e la cura maniacale in ogni aspetto produttivo. I risultati? Tutti da assaggiare!

LUGANA DOC “MADONNA DELLA SCOPERTA” SUPERIORE 2019:
zagare e buccia di limone introducono a complessità orientali di foglia di tè e dolcezze di tiglio.
Non mancano pesca bianca, pera, mela e susina, le erbette, non manca la mineralità di un territorio unico come quello del Lugana ed una nota di crosta di pane che mi rimanda subito ad un Metodo Classico sorprendente come il loro Chardonnay Extra Brut 2009.
Il lavoro delle fecce fini si palesa anche in un assaggio di suadente cremosità, svettante. Freschezza e minerale sapidità, assolutamente corrispondente e con l’unica pecca, forse, di essere meno lungo di quanto mi aspettassi. Gli li do il mio premio “MARAVILLA”.

L’ALTO ADIGE

CANTINA COLTERENZIO
Un esempio mirabile di realtà cooperativa (300ha e 300 viticoltori) nel cuore della viticoltura altoatesina. Riuscitissimo “blend” di imprenditoria e rispetto del Territorio i cui risultati sono evidentissimi nel calice.fumè.

SÜDTIROL ALTO ADIGE DOC “LR” 2019:
naso quasi grasso che sottolinea dolcezze di zafferano, cioccolato, e canditi accompagnati da piccantezze di pepe bianco, dolcezze di pesca e lontane tostature.
Sorso morbido e carezzevole, di grande equilibrio, raffinata corrispondenza e sontuosa persistenza.

CANTINA TERLANO
Una vera perla della viticoltura altoatesina, dimostrazione di come si possano coniugare qualità di livello assoluto e produzioni di milioni di bottiglie. Vini che da sempre raccontano della pazienza e dell’attesa che come pochi raccontano il territorio con dovizia di particolari.

ALTO ADIGE DOC TERLANER CUVÉE “NOVA DOMUS” RISERVA 2020
succosità tropicali s’alternano ad erbe aromatiche e freschezze alpine s’accompagnano a quelle d’agrume. Seguono cenni canditi e dolcezze speziate a precedere toni insolitamente marini.
Sorso masticabile e sontuosamente glicerico ma dotato di freschezza e sapidità arrembanti che incitano al secondo sorso.
Inaspettato.

ALTO ADIGE DOC TERLANER “QUARZ” 2021:
un Sauvignon che accantona i toni della frutta e le vegetaltà del sambuco per concentrarsi su ombrosi toni boschivi che dell’umida terra non dimenticano neppure i funghi.
Arrivano poi spezie d’Oriente, freschezze mentolate, un che di salmastro e, pescando in fondo al calice vuoto, pure una nota di camino spento.
Sorso di grande eleganza ed estrema coerenza che denota larghe spalle fresco-sapide ed una lunghezza chilometrica. Molto piacevole

IL FRIULI VENEZIA GIULIA

LIS NERIS
Una storia lunga quasi 150 anni in quella valle dell’Isonzo che raccoglie la Bora e racconta di un mare che era. Un’Azienda non piccola, impianti di 35 anni, tanta cura ed un Territorio facilmente riscontrabile nel calice.

Quella di cui leggerete ora è una sorta di “mini verticale” del loro Pinot Grigio “GRIS”, 3 annate tutte calde ma ciascuna con la propria storia.
Un interessantissimo viaggio nel tempo.

FRIULI ISONZO DOC PINOT GRIGIO “GRIS” 2008:
ancora monello dopo 15 anni, racconta una storia diversa dagli altri due.
Il naso si stupisce di quei toni sulfurei che fanno pensare più ad un vino vulcanico che al prodotto ultimo di una terra che era mare. Voli pindarici a parte, racconta di mandorle tostate (ma anche di quelle fresche ed amare), dei toni pasticceri della frutta candita e delle spezie d’Oriente.
Ed in bocca è un caldo abbraccio, succoso, ancora ben lungi dal rifuggire freschezze verticali e con un finale interminabile segnato da una sapidità quasi piccante. Che vino!

VENICA & VENICA
Da oltre novant’anni i Venica raccontano il Collio attraverso vini di grande personalità e rispettosi di un Territorio trattato con cura maniacale.

COLLIO DOC SAUVIGNON “RONCO DELLE MELE” 2022:
un naso ampio ed aromatico che spazia dalla salvia al timo e dal sambuco alla mentuccia prima di concentrarsi sui toni della pesca e ravvivarsi raccontando freschezze di lime ed uva spina.
Una coda speziata e leggermente fumè introduce ad un sorso ricco e glicerico, di grande equilibrio fresco-sapido e con un finale inaspettatamente dolce. Davvero molto elegante.

LA TOSCANA

COLOMBAIO DI SANTA CHIARA
Una realtà nata con il nuovo millennio che dà grande rilievo al bianco per eccellenza della zona declinandolo in diverse interpretazioni ciascuna aderente alla diversa composizione di suoli che caratterizza i 22ha aziendali. Vini nei quali si riconosce la “mano” ma che dicono anche di grande spontaneità.

VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO DOCG “SELVABIANCA” 2022:

scalpitante nel proporre biancospino e mughetti, gioioso il contributo della pesca gialla, tonificante quello delle erbe officinali.
E poi quella sottile piccantezza regalata da pepe bianco e mineralità…
 Sorso di grande sapidità e freschezza che si stacca un po’ di ruota, coerente e con un lungo finale minerale.  Un bel mix di “toscanaccia” rusticità e nobile eleganza.

LE MARCHE

SIMONE CAPECCI
Siamo a Ripatrasone (AP), lì dove le Marche diventano quasi Abruzzo, un’Azienda con 10 lustri di storia e 7 di bottiglie. 30ha condotti in maniera quasi “scapigliata”, senza preconcetti e con grande fiducia nelle proprie conoscenze e convinzioni. Una produzione sicuramente identitaria che racconta di attese ed immediatezze.

MARCHE BIANCO IGP “MURIA” A CAPPELLO SOMMERSO 2019:
terza annata in dieci anni di questo Pecorino nato dalla smania di sperimentare di Simone.
Cemento e lunga sosta sulle fecce fini gli conferiscono un’aura tostata che avvolge il giallo di agrumi maturi e susine cui fanno da contorno erbe aromatiche (salvia in primis), schegge di pietrisco ed orientali piccantezze speziate. Sorso maschio e sostanzioso ma estremamente piacevole, segnato dalla profonda aspidità e ravvivato da una vena tannica affatto sottaciuta.
Chiude davvero lungo ricordando succosità di mandarino e lasciandoVi decidere se porre attenzione più sull’amaricante rosmarino o sul miele che lo contrasta. Gli do il mio premio “DAVVERO”.

Roberto Alloi, sommelier

Tag degli articoli
Condividi sui social network
Scritto da