E’ il preferito dai wine lovers, la categoria in ascesa tra le tante nicchie indicate dal rapporto di Wine Intelligence “Alternative Wine Opportunity Index in 2022, ma il vino naturale è ancora indefinito se come lo indicano la maggior parte dei consumatori “ naturale in quanto tale,” indipendentemente da qualsiasi intervento in vigna e in cantina. Che la ricerca di Wine Intelligence effettuata su un campione di 12.000 consumatori abituali di vino provenienti da 15 Paese diversi possa essere interpretata come indiscutibile , lo mette in discussione la Dg Agri alla Commissione Ue, proprio perchè può rivelarsi ingannevole. E questo non tanto per responsabilità dei produttori quanto perché è una dicitura che si presta a molte interpretazioni. Una questione annosa e riproposta recentemente dal manifesto “La forma e la sostanza, le luci e le ombre ”di Sandro Sangiorgi e Viniveri due personalità importanti del mondo del vino .
In Europa, non esiste ancora unanimità tanto che ad ottobre 2020, la Commissione Ue ne ha bocciato l’introduzione a dispetto di quanto accade sul mercato internazionale dove, il vino naturale è di gran lunga la categoria preferita addirittura avanti ai vini organici ed a quelli prodotti in maniera sostenibile, a dispetto anche dalla percezione seppur romantica di chi compra una bottiglia al supermercato, considerandolo un prodotto naturale , agricolo , tipo cartolina con vigneto, raccolta manuale, uva schiacciata magari con i piedi in grandi botti. Ma c’è una necessità industriale come spiega il report di Wine Intelligence, troppo legata a messaggi sofisticati che finiscono con il confondere i consumatori, per cui può essere molto contestabile l’idea di naturale come una categoria diversa da altri, prodotti mettendo in dubbio la “naturalità” di tutti gli altri vini. Posizione peraltro ribadita dalla Commissione Ue.
Il mondo del vino, in sostanza, si rivela nella comunicazione molto confuso dando significati e interpretazioni sempre nuovi e spesso non rispondenti alle aspettative dei consumatori con enormi ed evidenti ricadute commerciali, perché il “vino naturale” esiste, così come esiste la richiesta di vini prodotti senza l’apporto della chimica, ma con i messaggi attuali è praticamente impossibile comprendere la portata di una nicchia che è sempre più alla attenzione di consumatori e produttori in tutto il mondo.
A maggior ragione è ritornato a far parlare di se il manifesto “La forma e la sostanza, le luci e le ombre”, ( presentato recentemente a Cerea ) da Sandro Sangiorgi, in cui si afferma la pericolosità . di molti produttori che si stanno abituando a imperfezioni tecniche, più o meno gravi, considerandole aspetti caratteristici dei propri vini, e sovente anche di quelli dei colleghi.
” Sentivo che sarebbe accaduto,- sottolinea Sangiorgi” Stiamo passando al paradosso mostruoso di chi considera la competenza tecnica un ostacolo alla realizzazione del liquido odoroso, quasi che meno si sa e meglio si riesce. Una questione fondamentale per non cadere nella trappola della genuinità come unico riferimento qualitativo.”