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Rubrica di Emanuela Medi
 

Tante idee e confuse per il vino naturale

E’ il preferito dai wine lovers, la categoria in ascesa tra le tante nicchie indicate dal rapporto di Wine Intelligence “Alternative Wine Opportunity Index in 2022, ma il vino naturale è ancora indefinito se come lo indicano la maggior parte dei consumatori “ naturale in quanto tale,” indipendentemente da qualsiasi intervento in vigna e in cantina. Che la ricerca di Wine Intelligence effettuata su un campione di 12.000 consumatori abituali di vino provenienti da 15 Paese diversi possa essere interpretata come indiscutibile , lo mette in discussione la Dg Agri alla Commissione Ue, proprio perchè può rivelarsi ingannevole. E questo non tanto per responsabilità dei produttori quanto perché è una dicitura che si presta a molte interpretazioni. Una questione annosa e riproposta recentemente dal manifesto “La forma e la sostanza, le luci e le ombre ”di Sandro Sangiorgi e Viniveri due personalità importanti del mondo del vino .

In Europa, non esiste ancora unanimità tanto che ad ottobre 2020, la Commissione Ue ne ha bocciato l’introduzione a dispetto di quanto accade sul mercato internazionale dove, il vino naturale è di gran lunga la categoria preferita addirittura avanti ai vini organici ed a quelli prodotti in maniera sostenibile, a dispetto anche dalla percezione seppur romantica di chi compra una bottiglia al supermercato, considerandolo un prodotto naturale , agricolo , tipo cartolina con vigneto, raccolta manuale, uva schiacciata magari con i piedi in grandi botti. Ma c’è una necessità industriale come spiega il report di Wine Intelligence, troppo legata a messaggi sofisticati che finiscono con il confondere i consumatori, per cui può essere molto contestabile l’idea di naturale come una categoria diversa da altri, prodotti mettendo in dubbio la “naturalità” di tutti gli altri vini. Posizione peraltro ribadita dalla Commissione Ue.

Il mondo del vino, in sostanza, si rivela nella comunicazione molto confuso dando significati e interpretazioni sempre nuovi e spesso non rispondenti alle aspettative dei consumatori con enormi ed evidenti ricadute commerciali, perché il “vino naturale” esiste, così come esiste la richiesta di vini prodotti senza l’apporto della chimica, ma con i messaggi attuali è praticamente impossibile comprendere la portata di una nicchia che è sempre più alla attenzione di consumatori e produttori in tutto il mondo.

A maggior ragione è ritornato a far parlare di se il manifesto “La forma e la sostanza, le luci e le ombre”, ( presentato recentemente a Cerea ) da Sandro Sangiorgi, in cui si afferma la pericolosità . di molti produttori che si stanno abituando a imperfezioni tecniche, più o meno gravi, considerandole aspetti caratteristici dei propri vini, e sovente anche di quelli dei colleghi.

” Sentivo che sarebbe accaduto,- sottolinea Sangiorgi” Stiamo passando al paradosso mostruoso di chi considera la competenza tecnica un ostacolo alla realizzazione del liquido odoroso, quasi che meno si sa e meglio si riesce. Una questione fondamentale per non cadere nella trappola della genuinità come unico riferimento qualitativo.”

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.