Lo stato dell’arte è stato indicato nel Rapporto Nazionale sul Turismo del Vino delle Citta’ del Vino: occorreranno non meno di due anni prima di tornare ai livelli del 2019 quando le cantine italiane ebbero in visita qualcosa come 15 milioni di wine lovers per un fatturato complessivo di 2,65 miliardi di euro.
La pandemia ha cancellato tutto questo facendo crollare il turismo, i consumi anche quelli del vino. Da qui il rapporto 2020 che invece di sciorinare numeri irrisori ha cercato di capire come uscirne individuando i unti deboli e quali le prospettive non poi tanto a lungo termine.. A raccolta i Consorzi almeno i più rappresentativi e le amministrazioni locali che in misura presso che totale hanno indicato in due anni la possibile ripresa dell’enoturismo ma altrettanto unanime è stata la richiesta di un intervento straordinario di promozione del turismo del vino cui associare fondi a sostegno delle aziende vitivinicole.
Ma il fattore chiave su cui insistere per il rilancio del vino è l’accessibilità in termini di servizi, strade, parcheggi, servizi per i disabili cui far seguito la tutela del paesaggio rurale e la programmazione e gestione della sostenibilità.
E per quanto riguarda il futuro? Come è scritto nel rapporto ”la principale caratteristica del nuovo turismo del vino è che sarà molto più all’aperto di prima (più vigna che cantina), per il 46% degli intervistati, più riservato (ossia in piccoli gruppi, 26%) e di prossimità, quindi con più escursionisti che turisti (14%). I punti di forza dell’enoturismo italiano, su cui insistere con enfasi per il rilancio post Covid-19, sono invece la ricchezza enogastronomica del Paese (26%), il contesto storico-artistico-culturale (26%), le varietà dei territori da visitare (25%) e la biodiversità dei vitigni e conseguentemente dei vini (14%)”. Cosa invece modificare in assoluto: come indicato prima la carenza dei servizi di accoglienza, la visita in cantina che rimanga come esperienza di visita interessante e da ricordare , conoscenza di altre lingue straniere oltre l’inglese .