Biologico è rispetto del tempo, della propria terra, dell’ambiente, dei propri valori, dell’uomo. L’obiettivo Ue al 2030 è quello di una superficie sempre più vasta destinata a un’agricoltura più consapevole”, sottolinea Antonio Stanzione, curatore di Guida Bio 2023, l’unico format nel panorama nazionale ad occuparsi solo ed esclusivamente di vini derivanti da agricoltura biologica.
Come e quando nasce la guida
“La guida nasce circa 4 anni fa in versione digitale per far conoscere il settore in particolare le aziende agricole che lavorano e producono con sistemi biologici. Non vi era nulla di simile se non un progetto del 2013 che non ha avuto seguito. Ora in tempi sono maturi e abbiamo quest’anno pubblicato la prima guida in cartaceo Edizione Ippogrifo reperibile nelle librerie nazionali Abbiamo recensito 500 aziende e 2000 vini. Quattro anni fa le aziende erano 150”.
Quali sono stati i criteri di valutazione
“I criteri di selezione per quanto riguarda il cartaceo si è basato sulla nostra valutazione accompagnata dalla autocertificazione presentata dell’azienda e dei suoi vini. Prodotti che sono da noi recensiti da una apposita commissione che li valuta secondo il sistema “ alla cieca”. Ne pùi ne meno come fanno tutte le guide . Quindi il sistema della autocertificazione presentato dalle aziende è stato il criterio predominante . D’altronde la dicitura e il simbolo biologico in etichetta attesta la veridicità dello stesso . Se non è presente vuol dire o che non è biologico( cosa facilmente verificabile) o l’azienda è in conversione”.
Una guida punto di riferimento per il biologico quindi.
“In Italia non esiste un data-base delle aziende biologiche, in questo siamo i primi anche perché nel nostro caso rientrano i vini naturali e tutte le aziende agricole biologiche dai pomodori, carciofi o altro.È un mondo che raccoglie tantissimi appassionati che non sono più dei pionieri. Il biologico segna , marca la nostra cultura perché ci vuole tanta ricerca, passione , lungimiranza, riscoperta non fosse altro perché abbiamo 500 vini autoctoni. Anche molta conoscenza enologica per fare un buon prodotto. Fare Bio è una scelta non facile che va molto oltre l’etichetta”.
Torniamo alla presentazione che si è svolta a gennaio il cui Tasting Event promosso da “Guida Bio” alla stazione marittima di Salerno è stato un grande successo con oltre 250 aziende e più di 300 vini tra cui Amarone, Barolo, Brunello, Chianti, Etna, Franciacorta, Trentodoc, Alta Langa, Taurasi, Fiano e tantissime tipologie si sono mostrate e raccontate, con colori, sentori, etichette, packagin diversi ma che sempre hanno soddisfatto l’olfatto, la vista, i sensi il gusto dei visitatori.
Dice ancora Antonio Stanzione “La maggiore quantità del patrimonio vinicolo è in Italia, abbiamo la necessità di raccontarlo e portarlo all’attenzione di tutti. In futuro c’è l’idea di tradurre Guida Bio anche in Inglese per portare il Made in Italy fuori dal contesto nazionale per dare più forza alle aziende. La cosa più importante è avere rispetto del prodotto e dei produttori, non cercare il difetto del vino, ma le loro qualità e mettere in risalto queste. Avviciniamo le persone al vino, permettendo al pubblico di poterlo comprendere, comunicandolo in maniera semplice”.
Emanuela Medi giornalista, sommelier