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Rubrica di Emanuela Medi
 

Posizione dura dell’OMS sul consumo di alcol

Non c’è da meravigliarsi se L’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità)  dice la sua sul consumo di alcol. Garante della salute a livello mondiale è difficile che faccia un distinguo tra consumo consapevole e abuso, tra paesi con tradizioni diverse tra loro  tanto che  nelle sue linee  guida, la sua posizione è netta No al consumo di alcol.  

E ultimamente non fa sconti nemmeno ai giornalisti per i quali ha pubblicato un vero e proprio memorandum: “Reporting about alcohol: a guide for journalists”  La battaglia contro il consumo – più che l’abuso – di alcol si fa sempre più spigolosa, a tutti i livelli tanto che. si potrebbe trattare di di onestà intellettuale, perché, come ha sottolineato Krystel Lepresle, delegata generale Vin & Société, al magazine francese “Vitisphere”, le linee guida sono zeppe di assolutismi ed imprecisioni, che non fanno certo il bene di un dibattito pubblico dai toni sempre più esacerbati.

Innanzitutto, si parte dal solito presupposto per cui l’alcol, essendo una molecola tossica, proprio come il tabacco, va semplicemente debellato. Non c’è spazio per il consumo responsabile, né per i tanti studi che dimostrano come la moderazione porti più di un vantaggio – insieme ovviamente ad uno stile di vita sano – alla salute.

Sul fronte interno all’Europa, il via libera del Governo di Dublino agli health warning in etichetta, che riguarda ogni tipo di bevanda alcolica, compreso ovviamente il vino, è stato un colpo duro  anche perché difficilmente in sede Wto, dove si è spostato il confronto, si assisterà ad un dietrofront

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