Xylella: Giovedi 6 settembre la Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia per non aver adottato le misure di prevenzione decise dalla Commissione Europea . Si poteva evitare che 60 milioni di ulivi fossero in pericolo e perché i fondi europei e nazionali stanziati non sono stati debitamente utilizzati? Risultato: la Puglia ora è un deserto.
Frutto di un pasticcio politico-culturale che ha visto il formarsi di un vasto movimento costituito da associazioni, imprenditori, politici contrari all’abbattimento degli alberi infetti e vicini quando la stessa normativa lo consente in caso di necessità-“ E quale necessità maggiore- rileva ADUC l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori– se non quella di un terribile batterio che vive e si riproduce all’interno dei vasi linfatici degli ulivi, e che, ostruendoli, ne provoca il disseccamento, quindi la morte” E infatti sono morti a migliaia con il propagarsi della Xylella distruggendo una importante parte del patrimonio agricolo italiano su cui la neo ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova è intervenuta nel discorso programmatico a poche ore dal suo insediamento” Dobbiamo verificare innanzitutto lo stato dell’arte dei provvedimenti e la loro attuazione e riprendere il filo con i territori, garantire il giusto sostegno al paesaggio salentino e pugliese e a quanti si stanno spendendo con generosità e impegno in questa direzione”
Ma quali sono le motivazioni della Corte di Giustizia Europea: dal testo ” L’Italia non ha garantito la non immediata rimozione, nella zona di contenimento, almeno di tutte le piante infette nella fascia di 20 km confinante con la zona cuscinetto e secondariamente non ha garantito il monitoraggio della presenza della Xylella con ispezioni annuali nei momenti opportuni quali la primavera, stagione di volo dell’insetto vettore della Xylella”