Se è vero- come confermato da numerosi studi internazionali che il consumo moderato di alcol risulta essere più protettivo per la salute rispetto agli astemi, le nuove tendenze in fatto di consumi di vino indicano un calo a livello globale del 3%.
Una protezione che riguarda non solo le malattie cardiovascolari e più in generale le malattie metaboliche-diabete mellito in testa- ma anche la mortalità per tutte le cause che risulta inferiore per chi beve ai pasti il famoso bicchiere di vino al giorno per le donne, due per gli uomini. Trend in ascesa per la domanda di prodotti analcolici e a basso contenuto di alcol confermato dai giovani ma anche e soprattutto dai non più giovanissimi almeno in Inghilterra come detto da Wine Intelligence che indica nel 56% dei wine drinker costituito dagli over 55 (con ben il 36% di over 65, in crescita di 14 punti percentuali negli ultimi 10 anni) e solo il 15% è under 34 (la fascia 18-24 anni non va oltre il 5%).
Complice la pandemia visto che tradizionalmente i consumi di vino in Uk sono legati a convivialità in molti luoghi dai centri commerciali ai pub ai ristoranti. Entra in gioco e non da poco l’interesse per il benessere cui è legata soprattutto per i giovani la salvaguardia per l’ambiente e per tutto ciò che rappresenta uno stile di vita sano . Parliamo della Gen-Z (età legale per bere) e i Millennial. E in Italia? Meno tumori alcol correlati. Accettabile il consumo moderato: parla Carlo La Vecchia epidemiologo Università Statale di Milano che sottolinea come il consumo di alcol che era tradizionalmente elevato nei paesi mediterranei, in particolare in Francia e in Italia, negli ultimi quattro decenni sono stati osservati cali sostanziali.
Un consumo molto diversificato in Europa: al sud più basso mentre nei paesi centro-orientali decisamente alto con alti livelli di gradazione alcolica . In particolare in Italia e Francia si sono avuti forti cali negli ultimi 3 decenni, a partire dalla fine degli anni ’70: nel nostro paese il consumo di alcol è calato di circa due terzi , da oltre 20 litri di etanolo per adulto al giorno a 7 litri. “E’ probabile che il calo reale del consumo di alcol – dice il Prof La Vecchia- è da imputarsi alla minore abitudine di bere a pranzo per motivi sociali e lavorativi, oltre alla confermata abitudine da parte delle nuove generazioni che iniziano a bere più tardi e non tuti i giorni . Come nel resto d’Europa i maschi italiani sono consumatori abituali rispetto alle femmine (il 79% dei maschi sopra gli 11 anni contro il 55% dei donne) e circa il 15% dei maschi assume molto contro il 6% delle femmine . Da rilevare che ,le donne sembrano essere meno consapevoli del legame tra alcol e cancro rispetto agli uomini Questo calo del consumo di alcol ha portato negli ultimi decenni in Italia, a sostanziali diminuzioni della cirrosi e di altre malattie epatiche croniche malattie tra cui il cancro al fegato e di tutti i principali tumori correlati all’alcol ,cavità orale e faringe, esofago, laringe, fegato e anche mammella.” Conclude l’esperto. Tuttavia, la favorevole minore mortalità alcol-correlata in Italia e in altri paesi del Mediterraneo non si evidenziano nel Centro-Nord Europa e USA.
La tabella 1 fornisce i dati sul consumo annuo di alcol puro in litri pro capite per totale, vino, birra e superalcolici negli italiani con più di 15 anni dal 1961 al 2018. Il consumo totale è stato stabile per tutti gli anni ’60 con un picco di 19,7 litri di alcol puro pro capite nel 1970, e a calo consistente a 6,95 nel 2010 e lieve aumento fino alle annate più recenti 7,1 nel 2015. Consumo del vino in aumento 87% nel 1965 a 16 litri pro capite, a scendere sia nel consumo assoluto a 4,6 litri che in proporzione al 65% nel 2015. Consumo di birra è aumentato durante tutto il periodo sia in quantità che in quota relativa, passando da 0,6 litri pro capite il 3% nel 1965 all’1,8 e il 25% nel 2015, superando gli spiriti alla fine degli anni ’80. Gli spiriti hanno raggiunto il loro apice nei consumi nei primi anni ’80 (2,4 litri pro capite 15% del totale) per poi scendere a 0,7 litri 10% dei litri totali di alcol puro consumati nel 2015. Ma veniamo ai dati globali aggiornati al 2020 secondo “ I numeri del vino”
Consumo mondiale di vino nel 2020, l’anno della pandemia, a 234 milioni di ettolitri. Il calo secondo OIV si concentra in alcuni paesi, tra cui spiccano la Cina a -7% e il Sud Africa a -6%
Se vogliamo “tagliare il dato” in modo differente potremmo dire che i 190 milioni di ettolitri consumati nei principali 15 paesi consumatori (circa, ovvero tutti quelli sopra 3 milioni di consumo annuo) sono sostanzialmente stabili , mentre tutto il resto del mondo è visto in calo sostanziale, da 50 a 44 milioni di ettolitri.
L’Italia spicca da ormai un paio di anni come uno dei paesi “maturi” per il mondo del vino che invece sta crescendo (+7% secondo OIV nel 2020), come anche spicca il +3% del mercato inglese che da qualche anno veleggiava intorno ai 13 milioni di ettolitri.
Sono invece stabili i consumi di vino in Germania.
A livello mondiale, il consumo pro-capite strutturalmente scende, visto che i consumi totali non progrediscono e invece la popolazione mondiale continua a crescere. Siamo intorno a 3 litri a testa nel 2020, calcolato su 7.8 miliardi di persone.
Emanuela Medi, giornalista