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Rubrica di Emanuela Medi
 

Castello di Montoro, un borgo protagonista. Il vino come in borgogna

E’ un unicum nel panorama vitivinicolo italiano, Castello di Montoro  il cui recente restyling ruota attorno alla ristrutturazione  del borgo che fa del vino il protagonista. Spiega Flaminia Marinaro sposata Patrizio Patrizi Montoro”.

Con mio marito abbiamo fortemente voluto riqualificare l’area adiacente il castello, su modello dei borghi della Borgogna dove tutto parla e ruota attorno al vino. Abbiamo così  trasformato e ridato vita alla piazza principale su cui si affaccia il castello e la Chiesa di proprietà dei Patrizi, realizzando una cantina, una fiaschetteria e un luogo dove degustare i nostri vini  provenienti da uve, di grande qualità come  il Sangiovese, il Merlot, lo Syrah, Grechetto, Chardonnay, Trebbiano  vitigni che  sono stati importati dalla Grecia da parte dei coloni che fondarono le prime colonie in Magna Grecia dall’ VIII secolo a.C. e anche le barbatelle di Grechetto erano fra i prodotti greci che si diffusero nell’entroterra della penisola italica fino ad arrivare in alta Umbria.

Il nostro grechetto in purezza è il Mont’oro, raccolto in maniera manuale in cassetta diraspa-pigiatura e successiva fermentazione in serbatoi di acciaio inox termo condizionati per 15-20 gg.

Affinamento: Maturazione per 3 mesi in vasche di acciaio
Affinamento in bottiglia: 3 mesi

Vini eccellenti e strutturati che negli anni sono stati apprezzati da consumatori nazionali ed internazionali.“                                            

Il progetto – continua la Marinaro- è stato realizzato dopo gli anni del Covid con l’obiettivo non solo di rilanciare i vini della nostra produzione ma anche di tutta questa area, il sud dell’Umbria poco valorizzata.
Eppure sono posti bellissimi con pregevoli opere d’arte, Narni in primis, che nulla hanno da invidiare alla più gettonata Umbria. Un rilancio che deve passare anche attraverso una offerta turistica attenta e rispettosa del turista che deve trovare accoglienza, ristorazione, musei, luoghi d’arte fruibili e ben gestiti. Insomma un turista che si sente a suo agio senza sciatterie ”.

Flaminia Patrizi, come sta andando la vendemmia

Direi non molto bene. Siamo stati falcidiati dalla peronospora e temo che arriveremo a perdere fino al 40% della raccolta, noi come la maggior parte dei viticoltori locali.
Produciamo circa 50 mila bottiglie ma faremo di più nei prossimi anni , purtroppo solo ora ci riaffacciamo sui mercati esteri dopo la pausa Covid

IL CASTELLO

Il Castello di Montoro è un magnifico luogo situato nel cuore dell’Umbria che  non può non affascinare per la posizione e per la bellezza della sua architettura. Situato su una collina con vista su entrambi i lati, è un mix di storia e tradizione umbra, tra cui antiche architetture, arte, cultura, gastronomia e artigianato locale. Il Castello di Montoro è un’attrazione turistica mozzafiato che può essere visitata attraverso le sue stanze ed i suoi giardini.
Il castello ospita anche un museo che raccoglie testimonianze di come era la vita di un tempo. I visitatori potranno anche partecipare a visite guidate all’interno del castello e ammirare la bellezza della sua architettura non solo ma anche assaggiare i prodotti locali come i fagioli marrucheti, pecorino Umbro, norcineria tradizionale, vino umbro toscano, olio extra vergine d’oliva e miele locale.

La Storia – Patrizi Naro Mont

I Patrizi Naro Montoro sono una famiglia della nobiltà romana, tuttora fiorente, originata nel ramo maschile dalla famiglia Naro, appartenente al patriziato municipale di Roma.La casata è nota fin dal secolo XIV con Paolo Naro che ricopriva la carica di Conservatore nel 1385[1] assurgendo, per cariche pubbliche civili, ecclesiastiche, e patrimonio, a notevole fama e ricchezza nella città. Ancora oggi si possono vedere il palazzo loro residenza in piazza san Luigi dei Francesi (di fronte all’omonima chiesa), il palazzo Naro detto di Santa Chiara tra via Torre Argentina, via Nari e via Monterone. Un altro palazzo era situato in piazza Campo Marzio, rione di cui erano originari, e ancora il villino, sede dei noti Atelier degli Artisti al n. 54 di via Margutta, che in passato aveva preso dalla famiglia il nome di via Nara.

Nel 1750, a seguito del matrimonio di Francesco con Porzia, figlia ed erede del marchese di Montoro Giovanni Chigi Montoro, che ricopriva la carica di Foriere maggiore dei sacri palazzi apostolici, e di Maria Virginia Patrizi, la famiglia ne ereditò i cognomi, il blasone, anteponendo al proprio il cognome Patrizi per gli obblighi connessi alla successione fidecommissaria, e il possesso dei beni tra i quali vi erano il palazzo[8] sito in piazza san Luigi dei Francesi, loro residenza, il palazzo Montoro nella via omonima, già vicolo di Corte Savella, la villa Patrizi a Porta Pia e i marchesati di Montoro, Paganico, Castel Giuliano e Sasso. Nel 1816 i Patrizi Naro Montoro, come molte altre famiglie baronali romane, rinunciarono ai diritti feudali su Montoro, Mompeo, Sasso e Castel Giuliano, mantenendone tuttavia i titoli e beni allodiali.

Vessilliferi di Santa Romana Chiesa

La famiglia godeva all’interno della Corte pontificia del titolo di Vessillifero dei Cavalleggeri e delle Lance Spezzate di Santa romana Chiesa sin dal 1638 nella persona del marchese Bernardino Naro per Breve di papa Urbano VIII solo in qualità di Comandante di tale corpo, lo stesso papa concesse ancora a Gio. Battista figlio di Bernardino la carica di Vessillifero della sua guardia del corpo dei Cavalleggeri; Con lo scioglimento del corpo dei Cavalleggeri pontifici e la successiva istituzione nel 1801 ad opera di Pio VII della Guardia nobile, la carica divenuta ereditaria di Vessillifero di Santa Romana Chiesa venne poi mantenuta dalla famiglia fino alla soppressione di alcuni corpi militari ancora operanti nella Santa Sede Ultimo Vessillifero ereditario di S.R.C. fu il marchese don Patrizio Patrizi Naro Montoro (1888-1968).

Emanuela Medi, giornalista

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.