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Rubrica di Emanuela Medi
 

Ce la farà il vino italiano a essere risparmiato per la seconda volta?

Ce l’aveva fatta a febbraio quando i dazi Usa al 25% non avevano colpito il vino italiano, ora  gli stessi timori sono confermati: nella seconda lista di prodotti che potrebbero essere colpiti dalle tariffe aggiuntive ,il vino italiano ci sta e  con esso la partita a scacchi di chi gioca e perde.

Ma andiamo per gradi sul sito di Ustr (Rappresentanza Usa per il commercio) sarà attiva dal 26 giugno la consultazione pubblica, meglio le scadenze da rispettare per partecipare fissata al 26 luglio, mentre la decisione finale sarà presa entro metà agosto (la scadenza dovrebbe essere quella del 12 agosto).

Inoltre pesa sempre la sentenza Wto contro gli aiuti di stato Usa a Boeing, attesa sempre per il mese di agosto, dopo il rinvio primaverile dovuto al Covid: se fosse favorevole all’Europa questa potrebbe rispondere con contro-dazi o comunque usare la sentenza per avere voce in capitolo nel contenzioso. Intanto come rileva in un articolo comparso sul Gambero Rosso, il Covid potrebbe rivelarsi un prezioso alleato in quanto anche la ristorazione statunitense se la passa male : colpire il vino sarebbe un boomerang anche per loro

“La possibilità di una nuova guerra commerciale con l’imposizione di ulteriori dazi da 3,1 miliardi di dollari” dice  Coldiretti “rischia di avere effetti devastanti sul settore agroalimentare Made in Italy già colpito lo scorso 18 ottobre da tariffe aggiuntive del 25% su circa mezzo miliardo di euro di esportazioni di prodotti agroalimentari nazionali (tra cui Parmigiano Reggiano, Grana Padano, mortadelle). Occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare inutili conflitti che rischiano di compromettere la ripresa dell’economia mondiale duramente colpita dall’emergenza coronavirus”

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