a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
 

I successi del Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese a 60 anni della Legge delle Doc vinicole italiane

Dice il vignaiolo Ermanno Accornero “, Dopo la costituzione occorsa nel 2016, l’allora Ministero delle Politiche Agricole e Forestali aveva  attribuito al Consorzio le funzioni di Promozione, Valorizzazione, Tutela e Vigilanza, relativamente alle denominazioni: Grignolino del Monferrato Superiore doc, Rubino di Cantavenna doc, Gabiano doc (le prime tre in erga omnes) e Barbera del Monferrato Superiore docg quale componente del Consiglio di Amministrazione presieduto da Claudio Coppo “.

Negli anni, i soci sono aumentati e, oggi, se ne contano circa 80 soci diretti, comprese le tre cantine sociali (di San Giorgio Monferrato, Serralunga di Crea e Lu Monferrato), per complessivi circa 160 di cui alle denominazioni tutelate, di cui 8 di recente ingresso. La denominazione principe che, di anno in anno, ha registrato un costante e progressivo aumento, è stata quella del Grignolino. Segue La Barbera.Tra le più piccole doc d’Italia seguono, infine, il Rubino di Cantavenna doc,  il Gabiano  con un imbottigliato di 740 bottiglie (2022) riferite a 2 i produttori.

“Tra i principali progetti/azioni realizzati nel primo lustro di attività” ha ricordato Accornero, “annoveriamo: la Modifica del Disciplinare del Grignolino del Monferrato Superiore (inserimento Riserva e Spumante Rosè Metodo Classico, quest’ultima solo più da approvare dall’Unione Europea) e l’erga omnes anche sulla Barbera del Monferrato Superiore docg; azioni estere in Danimarca e a Vienna; prima edizione di Anteprima Grignolino corso di potatura forma di allevamento a Guyot, Mappatura delle Zone e dei Vigneti del Monferrato Casalese di cui alla collana I Cru di Enogea e, quale primo esempio a livello nazionale, la mappatura geologica dei vigneti del Monferrato casalese

.“Tra i nuovi progetti”, ha proseguito Accornero, “vi sono il proseguimento delle attività di: caratterizzazione dei vigneti del Monferrato casalese.La proposta di Modifica del Disciplinare della Barbera del Monferrato Superiore docg (aggiunta menzioni comunali e tipologia Riserva), attività di comunicazione/marketing e completamento della raccolta di adesioni per inserire la tutela anche la Barbera del Monferrato doc, così come già deliberato dal CdA nel corso del 2022”.

L’ANTICA PRATICA DEL SOVESCIO

E sempre in tema di cambiamenti climatici   promosso dal Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, nell’ambito della Festa del Vino., il  biologo e consulente commerciale viticolo Fulvio Scovazzi, ha relazionato su “Il sovescio: un’antica e sostenibile pratica agronomica “I nostri terreni sono stanchi” Ha esordito Scovazzi “L’antica pratica del sovescio, ovvero, l’interramento di specifiche colture ed essenze, risulta  portentosa per andare ad aumentare la fertilità del terreno, contrastandone la carenza organica.
“Inoltre, il sovescio riduce le malerbe, favorisce l’assorbimento di C02, porta in vigneto insetti pronobi che contrastano gli insetti patogeni, rallenta i fenomeni erosivi, dissoda il terreno in maniera naturale e mantiene il contenuto di azoto nitrico” ha proseguito Scovazzi. “Un altro vantaggio del sovescio è quello di aver la capacità di trattenere le molecole dell’acqua, preservando un ambiente di umidità nel vigneto, quindi, di ridurre l’evapotraspirazione”.Rispetto alla vite, ci troviamo di fronte ad una fondamentale sinergia con il microbioma del suolo, che contribuisce ad aumentare la fissazione dell’azoto e la solubilizzazione del fosforo, permettendo alla radice di espandersi.

Quali sono le conseguenze della stanchezza del suolo?

“Sono almeno quattro e interdipendenti tra loro. Parliamo di conseguenze di natura fisica (compattamento del suolo e bassa infiltrazione o ristagno dell’acqua, quindi, aumento  dell’asfissia del suolo favorendo la gravità di patologie); poi, chimica (riduzione del potere tampone, dello scambio cationico e del carbone attivo, quindi, con minor disponibilità dei nutrimenti); biologica (riduzione della biodiversità e dell’attività microbiotica, quindi, minor controllo dei patogeni e delle infestanti); infine ecologica (difficoltà di crescita di qualsiasi coltura e aumento della CO2)”.

Quando si semina?

“Si può seminare sia in autunno sia in primavera a seconda delle essenze scelte e/o necessarie per i diversi tipi di terreno. Si semina nell’interfila per consentire le prime lavorazioni in primavera. E’ possibile seminare mono e multi essenze a seconda dei casi, per sfruttare i vantaggi apportati dalle diverse famiglie botaniche. Tra le famiglie più utilizzate ci sono le leguminose,  (Segale, Triticale, Avena e Orzo); poi, le crucifere (Senape, Rafano, Ravizzone, Brassica Juncea ed Eruca Sativa), che si possono associare alle leguminose, per favorire equilibrio carbone-azoto.

Per la buona riuscita del sovescio è bene affinare il terreno nella maniera corretta e interrare non oltre 3-4 centimetri; in terreni molto magri, si consiglia di intervenire con concimazioni di soccorso e iniziare la semina a fine settembre/inizio ottobre. Arrivati in fioritura, infine, si trincia e si interra, soprattutto se si sono seminate crucifere”.

Tag degli articoli
Condividi sui social network
Scritto da