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Rubrica di Emanuela Medi
 

Ostriche: raffinate ed ecologiche, ma come si gustano?

In Francia sono un piatto quotidiano, in Italia si consumano per lo più durante le feste natalizie. Considerate una leccornia in realtà il mercato offre una grande scelta di prezzi, pezzatura e produzione: le più famose le ostriche Gilllardeau ( le belon)  e le bretoni marennes dalla forma rotondeggiante le prime, triangolari le seconde, senza dimenticare quelle dalla forma allungata che i francesi dividono in spèciales e fines Ma è il gusto a fare la differenza: morbido le belon, più sapido e forte, le allungate.

E se i francesi dettano legge, i primi  a considerarle un piatto raffinato furono i Romani che addirittura inventarono gli allevamenti , cultura ripresa dai vicini d’oltralpe che ben presto si sono resi conto del continuo e dannoso saccheggio dei banchi naturali. Raffinate e ecologiche si perché aiutano a ripristinare l’ecositema grazie alla loro capacità di filtrare l’acqua di mare. E ora veniamo a quello che maggiormente interessa: come aprirle e gustarle.  Se non volete rovinarvi irrimediabilmente le mani esiste un apposito coltello dalla lama corta e tozza che, inserito nel punto adatto, recide il muscolo e apre le due valve.

Esistono poi le ostriche bucate e tappate da un leggero strato di cera che facilita l’apertura. Di rigore fredde su un plateau di ghiaccio, condite con poche gocce di limone per gustarle al “sapore di mare” accompagnate da vodka- per i puristi- o da un flute di champagne per i buongustai. Auguri!

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