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Rubrica di Emanuela Medi
 

Cammini e Piccoli Comuni dove i prodotti Dop e Igp sono di casa

Molto della partita per rilanciare l’economia del Paese dipende dal turismo e più che mai come quest’anno le tante formule hanno nei piccoli comuni, nei borghi, nella riscoperta del territorio il loro punto di forza. Che poi si chiami turismo lento, turismo esperienziale o altro non importa perché se piccolo è bello certo all’Italia non mancano le offerte di grande visibilità. 

Piu che mai di attualità il rapporto “ Piccoli Comuni e Cammini d’Italia”,  redatto dalla Fondazione Symbola guidata da Ermete Realacci insieme a Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia locale dell’Anci) che ha presentato un elenco di 44 itinerari identificati nel 2016 dal Ministero dei beni Culturali ,che nel tempo aumenteranno di numero disposti lungo circa 15.000 Km parte della Via Francigena più conosciuta come la Via dei Pellegrini che dal nord arrivavano a Roma per visitare i luoghi  santi. 

Il percorso attraversa 1.435 comuni di cui 944 piccoli e incontra 2.000 beni culturali e 179 Dop/Igp, di cui l’86% nei piccoli Comuni che si caratterizzano per una popolazione inferiore a 5.000 abitanti . Un matrimonio di bellezza e di economia questo tra Cammini e Piccoli Comuni visto- come evidenzia Coldiretti- che il 92% dei prodotti Dop e Igp e il 79% dei vini italiani più pregiati hanno a che vedere con i Piccoli Comuni.

Potrebbero essere proprio i Cammini in questa estate post Covid ha trarre maggiore vantaggio di una promozione turistica di livello se solo fossero capaci, come si spera, di cogliere le opportunità della legge sui Piccoli Comuni o legge Realacci che prevede misure e strumenti per  mettere in rete i servizi territoriali, i presidi come l’emergenza Covid-19 ma soprattutto a valorizzare le produzioni artigianali locali,. l’enogastronomia, la riqualificazione della ristorazione e la messa in sicurezza dei centri storici.

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