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Rubrica di Emanuela Medi
 

Più frutta e verdura se i bambini trascorrono più tempo a tavola in famiglia

Bene parlare ogni tanto di sane abitudini soprattutto quando supportate da evidenze scientifiche. E non sembri una curiosità questo studio che evidenzia l’importanza dei pasti consumati a tavola in famigllia come occasione non solo di convivialità, ma anche momenti di educazione alimentare per i più piccoli.

Secondo i risultati di una metanalisi, è la durata, tra le varie caratteristiche dei pasti, quella che maggiormente si correla con la qualità nutrizionale della dieta dei bambini.

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In questo studio  50 coppie composte da un genitore e un bambino di età compresa tra 6 e 11 anni, che non seguivano particolari diete, sono state invitate in laboratorio in 2 diverse occasioni per consumare due cene uguali per composizione, a base cioè di piatti tipici tedeschi (pane, formaggi, affettati), con ver0dura e frutta tagliate a pezzi, ma differenti per il tempo a disposizione: in un caso il tempo dedicato abitualmente ai pasti e nell’altro il 50% in più.I ricercatori hanno rilevato che i bambini mangiavano un maggior numero di pezzi di frutta e verdura nel corso del pasto più prolungato, nonostante i livelli di assunzione di pane e degli alimenti di origine animale fossero invariati rispetto al pasto di durata abituale. Il maggior tempo trascorso a tavola è risultato associato a un minore numero di masticazioni per minuto e una maggiore sensazione di sazietà nella fase postprandiale, in assenza di effetti sulla comunicazione interpersonale.

I maggiori consumi di frutta e verdura da parte dei bambini che restavano a tavola più a lungo corrispondevano in media a circa 100 g, ovvero a una piccola porzione: una quantità modesta ma rilevante rispetto al totale giornaliero consumato nell’infanzia, se si pensa che una porzione giornaliera in più di questi alimenti si associa a una riduzione del 6-7% circa del rischio cardiometabolico.
Oltre all’effetto a breve termine, la maggiore durata del pasto può avere anche conseguenze favorevoli protratte nel tempo: la più lenta assunzione di cibo durante i pasti più lunghi e la successiva maggiore sazietà sono potenzialmente correlati con la diminuzione del rischio di obesità nei bambini, attribuibile almeno in parte alla riduzione della tendenza a consumare spuntini tra i pasti principali.

In conclusione, secondo questa ricerca, oltre che alla scelta dei cibi da proporre a tutta la famiglia e alla presenza di frutta e verdura, nelle case in cui vivono bambini bisognerebbe prestare più attenzione anche al tempo da dedicare ai pasti.

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