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Rubrica di Emanuela Medi
 

Psicologi: i vini italiani hanno salvato da depressione

Un bicchiere di vino è salvifico per la salute, può servire anche a controllare i problemi di obesità, frenando l’accumulo di grassi nel fegato e nell’organismo, trattenendo la glicemia bassa presente nel sangue, aiutando anche coloro che hanno un alto livello di colesterolo.

Ma, secondo numerosi studi psicologici, è stato anche una fenomenale alimentatore di positività e di ottimismo, importantissimi in una fase così delicata come è stata quella dell’emergenza coronavirus. Non è un caso che secondo la ricerca realizzata dall’Associazione “Donne e qualità della vita”, guidata dalla dottoressa Serenella Salomoni in collaborazione con il movimento “Io sto con il made in Italy” presieduto da Klaus Davi (giornalista, opinionista), al di là degli studi scientifici sulle  capacità protettive del vino ,resta il fatto che questo prodotto abbia una fondamentale funzione terapeutica a livello psicologico.

Nei mesi di lockdown forzato gli italiani, pur gravati dalle difficili condizioni economiche, hanno comunque continuato a bere e acquistare vino, nonostante tutto. Secondo gli esperti che hanno condotto lo studio, realizzato su 625 italiani, uomini e donne tra i 25 e 65 anni, il vino continua a essere un toccasana importantissimo per il fisico e per la mente: in primis, per il 65% del campione, favorisce l’aggregazione o, nel particolare periodo che abbiamo passato, le relazioni interpersonali, con degustazioni virtuali per esempio; per un buon 55% ha agevolato e incoraggiato il dialogo, molto importante in un momento delicato dove molti avrebbero potuto chiudersi in sé stessi; stemperato le angosce (42%); incentivato il buonumore e la rilassatezza (39%); smussato, al contrario, l’aggressività (33%).

Non solo. Stando alla ricerca il consumo di un bicchier di vino nelle fasi di isolamento è servito anche ad alimentare la creatività (58%), stimolare la concentrazione (48%), contrastare le crisi depressive (45%), trasmettere una visione più positiva del futuro (38%) ed è stato di ottima compagnia per le chiacchierate virtuali con gli amici online (29%).Ogni vino, grazie anche alle sue componenti, ha le sue peculiarità ma durante la quarantena la preferenza è andata ovviamente ai prodotti tricolore, apprezzati in tutto il mondo. E, nonostante le difficoltà, la popolazione non ha voluto rinunciare ai vini top, magari riscoprendo bottiglie che erano in cantina o sullo scaffale da qualche anno oppure scegliendo i cosiddetti “secondi vini” di blasonati brand, meno “expensive”,  ma comunque sempre di grande qualità. 
Stefania Bortolotti, giornalista

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