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Rubrica di Emanuela Medi
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Saranno cinque gli store (due a Milano e Roma e uno a Parma) che andranno ad  aumentare i già 16 negozi aperti in tutt’Italia con un giro d’affari di 35 milioni di euro (tra vino e ristorazione) Più di 1.500 etichette italiane ed estere ed circa 300 persone che, ogni giorno, ha rapporti con wine lovers , o semplici consumatori di vino. Questi i numeri dell’unica enoteca d’Italia, fondata da “mister Calzedonia” Sandro Veronesi (con il figlio Federico Veronesi), e diretta da Luca Pizzighella. Numeri  destinati ad aumentare grazie ai due nuovi store milanesi (Navigli e zona Corso Como) , a quello di Parma nel centro commerciale “La Galleria” e, in autunno, al punto vendita in Piazza Barberini a Roma a cui si aggiungerà un secondo nel nuovo centro commerciale in zona Laurentina.  “I cantieri adesso sono ovviamente fermi - dichiara Luca Pizzighella, Brand Manager di Signorvino - ma siamo fiduciosi di poter riprendere i lavori quanto prima, non soltanto per poter dare seguito ai nostri progetti ma anche per poter dare un messaggio positivo alla collettività ed alle città nelle quali siamo presenti. Investire e continuare a credere nel Made in Italy in un momento così drammatico siamo sicuri che possa

A proposito di Delivery, asporto e vendita di prodotti queste saranno nel dopo emergenza le nuove strade della  ristorazione  che se anche rientrerà a pieno regime non potrà non sfruttare questi nuovi canali cui molti italiani si sono abituati e  che hanno scoperto. Certo in poco tempo molto è cambiato dall’impiego dei “ rider”  ovvero i fattorini più o meno tutelati e in regola con la sicurezza alimentare. Ora tra i tanti decreti che il Governo ha emanato , uno riguarda la possibilità per molti ristoratori di effettuare il delivery di food e piatti pronti: una boccata di ossigeno per molte imprese piccole , occasione che la Fipe( Federazione Italiana Pubblici i Esercizi) non si è lasciata sfuggire con la richiesta di allargare questa possibilità all’asporto, con la differenza che nel primo caso è il piatto che arriva a casa del richiedente, nel secondo è esattamente il contrario. Certo le norme di sicurezza alimentare sono molto stringenti per i ristoranti che vorranno fare in proprio il delivery invece di appoggiarsi ad una delle piattaforme presenti sul mercato; il cliente ordina, il ristoratore prepara, il rider consegna e il pagamento avviene attraverso la piattaforma. Ma chi guadagna? Italia A tavola che ha realizzato

Una situazione di indubbia gravità che colpisce bar, ristoranti, esercizi commerciali e non è improbabile entrate contingentate- come in corso nelle città colpite da coronavirus- per i centri della grande distribuzione: ma ora una buona notizia. Il Governo ha consentito la consegna di cibo a domicilio anche dopo le ore 18, orario fissato di chiusura dalle disposizioni per contenere il covid-19. La risposta del Governo chiarisce che il limite orario dalle 6.0 alle 18.00 è riferito solo all’apertura al pubblico.  Soddisfatte FIE e ASSODELIVERY  che avevano chiesto chiarezza sulle norme  da seguire. L’attività quindi può proseguire negli orari di chiusura al pubblico mediante consegne a domicilio dando cosi la possibilità di fornire un servizio ai cittadini e di consentire a molte attività di ristorazione di continuare.  In proposito una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e al Sindaco di Milano, è stata scritta dal Comitato Ristoranti Responsabili, in cui alla condivisa gravità del momento, si fanno presenti alcune difficoltà logistiche difficili da attuare in bar e ristoranti come il metro tra barista e cliente e la distanza tra i tavoli in locali già di per se piccoli..meglio chiudere dicono in molti ma per quanto tempo?