a

I Tag di Vinosano
Rubrica di Emanuela Medi
 

All’Italia 209 mld/euro con i recovery fund ma può ottenere oltre 300 mld/euro fra sussidi e prestiti, pari al 18% del PIL

Spero che siano spesi “cum grano salis” senza spartizioni alle regioni amiche e in ottica campagne elettorali. Spero vengano investiti in asset strategici nazionali, in rete sanitaria e sostegno per le età più deboli, in riduzione del debito pubblico, nella occupazione di imprese che diano ripresa al PIL nazionale. Tante le necessità e le urgenze  che l’economista e giornalista Giampietro Comolli spiega nel suo editoriale. 

Dal dramma alla acclamazione unanime. Finalmente non più solo decisioni Franco-Tedesche con rispettivi paesi satelliti a contorno. Solo con Merkel e Macron divisi su certi punti, con Merkel che non vuole lasciare cancelleria e presidenza UE con un fallimento, con Macron a risolvere problemi interni legati a disoccupazione, riforma delle pensioni si è arrivati a tavoli diretti e di merito. Conte doveva dimostrare che si può ottenere senza sbattere le porte e fare alleanze strane sovraniste con PD e Leu al Governo, che l’Europa cambia atteggiamento senza populisti e sovranisti.

Restano intatti tanti “vantaggi” acquisiti da diversi paesi non colpiti da Covid 19, da qui la totale assenza del Mes che potrebbe non essere attivato da tanti paesi deputati.  Anche Rutte torna a casa con qualche medaglia per la sua campagna elettorale alle porte contro gli euroscettici olandesi nazionalisti che già lo accusano di “follia” per aver regalato soldi agli spendaccioni incapaci del sud Europa. Conte ci aveva tentato di tirare nella partita i paradisi fiscali e gli sconti delle quote associative annuali proprio dei paesi che chiedevano il veto, i frugali: le agevolazioni fiscali restano intatte, gli stessi Paesi vedranno addirittura aumentati i “rebates” per almeno i prossimi 7 anni fino a versare solo l’ 80% rispetto a quello che ricevono dall’Europa.

Soldi, Moneta, Investimenti, Business, Finanza, Banca

Ecco la vera vittoria di lungo periodo per più paesi! Una altra vittoria di Rutte, della piccola Olanda,  è il “ freno d’emergenza”, cioè il blocco delle rate successive dei Fund se non sono avviate le riforme. Blocco totale se i Fund non sono spesi per le voci indicate. Tutte richieste che “guardano” a una Italia non affidabile.    

Eppure “Deal!”,  scrive il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. Vista la partenza di venerdì scorso, appare una vittoria di Bruxelles e dei Paesi poco indebitati, mentre per l’Italia può essere una vittoria di Pirro se non facciamo “meaculpa”, mentre può essere un grande aiuto per ottenere tutte le riforme attese dagli italiani e che l’attuale Parlamento non vuole. Ma  quanta fatica, quanti distinguo, quanti dettagli, quanta finzione, quanta speculazione, quanta meschinità. Può l’Europa essere leader mondiale se esistono tutti questi dubbi?

E’ vero anche che è meglio discutere e ridiscutere per 5 giorni e notti intere, dirsi in faccia tutti i problemi, limare e adattare…ma poi trovare una quadra, “meglio unanime sempre”, ma di alto valore e alto profilo piuttosto che l’ennesimo percorso al ribasso, minimale, tappabuchi e inutile in una fase di recessione. Meglio rimetterci qualcosa, ma avere una vera Europa Unita. Il Consiglio d’Europa di oggi può aver attivato un primo piccolo passo di solidarietà e sostenibilità fra paesi e fra popoli che in ogni caso hanno anime, spiriti, ambiti diversi. Ma se l’Italia deve mantenere la promessa di assomigliare di più a Svezia e Olanda (meglio di altri in senso lato e generale), viceversa i così detti Paesi “avari o frugali o anti-Sud o anti-Italia” devono dimenticare certi luoghi comuni, certe affermazioni contro l’Italia per contrastare gli avversari politici nazionali.  

A volte mi è sembrato assistere più a un gioco delle Trecarte e a Nascondino e a CiccaeSpanna che un summit di Capi di Stato: possibile che la politica, anche interpersonale, possa cadere così in basso? Soprattutto un Consiglio di 27 Paesi Leader nel Mondo? E’ un risultato importante in ogni caso?  Vedremo i dettagli dei regolamenti che la “burocrazia” costosissima della UE di Bruxelles metterà nero su bianco. Intanto sappiamo che dei 750 mld/euro straordinari reperiti direttamente dalla UE tramite Eurobond messi a disposizione (390 per sovvenzioni quando in partenza erano 450!! ), circa 209 arriveranno all’Italia, 2/3 in sussidi, il resto in prestiti. E poi ci sono altri mld/euro già stanziati da Bce, Mes, Cassa Integrazione. Da un lato sembra essere il primo passo concreto di “unione unitaria” dopo la moneta unica, con condivisione delle crisi continentali al di là degli interessi finanziari del singolo paese. Dall’altro lato però i mercati globali già stanno muovendosi alzando tutti gli spread europei. Giusto o sbagliato? A parte tutte le dichiarazioni rilasciate, molto enfatiche, tutti hanno vinto, tutti si dichiarano pro Europa unita e forte in azione contro il Covod 19 ed eventuali ritorni di fiamma autunnali. Perché il 2020 non è ancora finito, anzi sul tavolo del Consiglio d’Europa c’è il pluribilancio 2021-2027, l’incremento dei contributi di ogni Stato, la omogeneizzazione delle fiscalità, la nuova Pac, i fondi tradizionali per coesione, innovazione, investimenti strutturali, ricerca di cui l’Italia usa solo il 60% quando va bene, mentre gli altri Paesi arrivano al 90-100%.

Ecco che una parte dei Recovery Fund sarebbe bene usarli, come Stato, per usufruire di tutti i fondi “normali” senza avanzare nulla. Sarebbe il primo segnale vero ai partner europei di un “cambio di rotta”, cui fare immediatamente seguito tutte le riforme che l’Europa di chiede da almeno 20 anni in modo molto chiaro e perentorio, su cui noi però continuiamo a sfuggire. Perché l’Italia, a oggi  21 luglio 2020, è l’unico Paese fra i 27 a non aver ancor presentato il piano delle riforme e delle azioni di innovazione richiesti per ottenere i fondi europei

In sintesi. L’Italia resta sorvegliata e controllata speciale sull’uso degli Eurobond, anche se Macron e Merkel hanno addolcito la pillola amara del “veto” olandese. L’Europa intera, non solo l’Olanda, vuole in ogni caso che l’Italia faccia subito le riforme impopolari per poter anche far rientrare le spese retroattive da febbraio 2020 nel conteggio purchè compatibili. L’Italia sarà giudicata dalla Commissione, non con il veto del singolo Stato ma con il veto di più Stati che assommano almeno al 35% della popolazione UE in massimo 60 giorni di trafila, prima di ricevere i recovery fund richiesti con la presentazione entro ottobre 2020 del piano di riforme annuali. Quali riforme? Nell’ordine sono: politiche verdi, innovazione digitale orizzontale, raccomandazioni già indicate nel 2019 su pensioni, lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, istruzione, sanità…inteso non solo come investimenti strutturali e strumentali, ma proprio come riforma di tutto. Conte Bis riuscirà a far passare il tutto in Parlamento? La maggioranza tiene? Il Governo andrà sicuramente a fine legislatura solo per salvaguardia delle scanno parlamentare, ma quanti mld/euro perderà ancora l’Italia se non farà quello che deve fare?. Infine è stato deciso di introdurre il vincolo della assegnazione dei fondi in base al tasso di rispetto dello stato di diritto, in modo leggermente meno rigido. Una altra vittoria parziale di Rutte, l’Olandese.   

Giampietro Comolli

Tag degli articoli
Condividi sui social network