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Rubrica di Emanuela Medi
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Autore Giampietro Comolli

I vini “da meditazione” ritornano di moda. A fine pasto soprattutto con qualche dolce croccante e qualche torta dura della nonna, dai cantucci alla sbrisolona, dalla ciambella secca ai biscotti duri con il buco. Intinti nel vino passito dolce. Le enoteche e i grandi ristoranti sono i primi ad offrire nel menù natalizio e di capodanno dolci molto ricchi che necessitano di vini bianchi da uve passite e sovramature con bassa acidità e spiccato tono alcolico e glicemico.

Da qualche anno noto una “assenza” dei vari consorzi di tutela e della Federdoc ai tavoli e nelle forme operative gestionali delle scelte politiche del mondo vitivinicolo italiano. Sembra più un vivacchiare sul passato, che avere una visione di prospettiva e di futuro. Dal 2020 al 2023 sono avvenuti fatti, e sono confermate certezze ambientali e climatiche che avrebbero dovuto alzare toni, proposte, progetti, formule.

Il decreto Meloni sulla siccità risolve la questione? Sicuramente no, perché le condizioni, oggi, climatico metereologiche ambientali sono molto più gravi e complesse, ma appare come il primo documento di un Governo italiano che pone delle basi solide dal 2003 a oggi, con una visione-obiettivo a 360 gradi , di lungo periodo, strutturale, in cui sono compresi uomini, tecnici e politica.