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Rubrica di Emanuela Medi
 

Calo del consumo. A rischio in Francia oltre 100.000 posti di lavoro nei prossimi dieci anni

Due grandi personalità francesi Bernard Farges, presidente del Comitato nazionale delle interprofessioni dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica (CNIV) e Samuel Montgermont, presidente di Vin et Société, hanno   espresso recentemente la loro preoccupazione circa i rischi causati dal calo del consumo di vino in Francia.

“In 60 anni, il consumo di vino è diminuito del 70% in Francia. Se non si riprende, in dieci anni, perderemo un altro 60%, spiega Samuel Montgermont. Stiamo assistendo a una rottura generazionale. Abbiamo perso la battaglia della trasmissione del vino. La maggior parte dei consumatori di vino si trova tra gli over 50 e pochissimi tra quelli sotto i 40 anni”.

Crediamo che nel settore venga annunciato un piano sociale massiccio e storico”, spiega Bernard Farges, che teme di perdere tra i 100.000 e i 150.000 posti di lavoro diretti e indiretti nei prossimi dieci anni, sui 500.000 che il settore rivendica oggi” In sostranza i due esperti hanno individuato diverse cause per spiegare questa distanza tra il vino e il consumatore francese. Il primo è la stigmatizzazione del vino da parte dello Stato nelle campagne di prevenzione dell’alcol e di sicurezza stradale. Poi arriva un’evoluzione della società, tra cui meno pasti a tavola e pranzi non strutturati. “C’è una perdita di trasmissione del vino all’interno delle famiglie e un aumento delle famiglie monoparentali, ma il vino è condiviso, raramente apriamo una bottiglia quando siamo soli”, afferma il presidente del CNIV, che ritiene anche che il settore vitivinicolo non sia riuscito ad adattarsi e non abbia comunicato abbastanza con i nuovi consumatori. Come è possibile trovare nuovi consumatori Suggerisce Manuel Montgermont: semplificando l’approccio al vino, promuovere la funzione sociale dello stesso, più attenzione agli abbinamenti vino-cibo, testare nuovi formati diversi dalla bottiglia da 75cl,  diversa politica della grande distribuzione piuttosto che posizionare sugli scaffali in base alla provenienza geografica delle annate.

I due rappresentanti hanno anche menzionato alcuni modi per avvicinarsi nuovamente ai consumatori, come semplificare l’approccio al vino, testare formati diversi dalla bottiglia da 75 cl, promuovere il locale e l’artigianato in viticoltura o promuovere le funzioni sociali del vino. Samuel Montgermont ritiene inoltre che il modo in cui il vino viene venduto nella grande distribuzione, il principale canale di distribuzione in Francia, potrebbe essere cambiato, con una maggiore enfasi sugli abbinamenti cibo-vino, piuttosto che sugli scaffali in base alla provenienza geografica delle annate.

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