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Rubrica di Emanuela Medi
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Molte cose importanti accadono in paesi e città di cui sentiamo sempre parlare. In Francia nel 2022 sono stati venduti un gran numero di superfici con 9.490 transazioni, ovvero l’1,1% in più sul 2021, Complessivamente, sono passati di mano 18.400 ettari vitati, con un incremento del 5,4%, per un valore di poco superiore ad 1 miliardo di euro, in calo del 7,9%.

Due grandi personalità francesi Bernard Farges, presidente del Comitato nazionale delle interprofessioni dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica (CNIV) e Samuel Montgermont, presidente di Vin et Société, hanno espresso recentemente la loro preoccupazione circa i rischi causati dal calo del consumo di vino in Francia.

A  Vanessa Massé  il premio “Sommelier” dell’edizione 2021 della Guida Michelin Francia. Un riconoscimento speciale, voluto  dagli Ispettori della Guida Michelin Francia  per evidenziare i  diversi mestieri della ristorazione dal servizio di sala e sommelier , ma anche pasticceria. “Nonostante la crisi che i ristoratori continuano ad affrontare, l’edizione 2021 ribadisce la solidità, l’eccellenza e il dinamismo del panorama gastronomico francese, che vede fiorire in diversi luoghi del Paese tanti giovani talenti” riporta un comunicato della stessa guida. Vanessa Massé (foto Facebook) E così  la terza stella è arrivata per il ristorante AM par Alexandre Mazzia a Marsiglia. 33 nuovi esercizi impegnati in un approccio alla gastronomia sostenibile, mentre 54 son coloro che si sono aggiudicati la loro prima stella. Tra questi c’è anche un ristorante che propone la cucina italiana, La Table d’Antonio Salvatore au Rampoldi, Monaco.“Come gli chef anche i nostri Ispettori locali hanno dovuto adattarsi per garantire l’edizione 2021 – afferma Gwendal Poullennec, Direttore Internazionale delle Guide MICHELIN. Grazie ad un investimento eccezionale da parte loro, ma anche da parte dei nostri team internazionali, sono riusciti a stabilire una proposta di ristoranti affidabile come negli anni precedenti, mantenendo la nostra storica metodologia ed eseguendo tutte le prove tavola come al solito.”

Dopo l’accordo siglato  all’inizio 2020 tra Planeta, una delle più importanti aziende vinicole siciliane  con forti presenze in territori del calibro di Menfi, Vittorio, Noto, Etna, Capo Milazzo e Oddo  con una famiglia francese che ha iniziato i lavori di una cantina tra Sambuca e Sciacca, a fare notizia è la partnership tra Advini, grande azienda francese con 2.300 ettari di proprietà e 28 cantine distribuite in tutti i più importanti territori internazionali e la Collina dei Ciliegi, la cantina do Grezzana in Valpantena, guidata da Massimo Gianolli. Ma se le distanze in termini di fatturato( 286,6 milioni di euro Advini nel 2019) e commerciali sono siderali, gli obiettivi sono comuni: posizionamento delle etichette dei pregiati vini della Collina dei Ciliegi nell’Horeca di 100 paesi in cui opera la rete di distribuzione di Advini e tra le altre novità l’offerta turistica ricettiva di Ca del Moro Wine Retrait. E Antoine Leccia patron di tanto ben di Dio francese?” Tramite la distribuzione dei vini di Massimo Gianolli-dice Leccia- potremo distribuire meglio i vini di Advini sul mercato italiano con una graduale espansione a partire dal Veneto per aumentare il portafoglio comprese le principali denominazioni italiane” Che i due oltre l’alleanza commerciale

Il mercato italiano cala ma regge il confronto con  la Francia che registra un -22,2%, in particolare sui mercati extra UE. Ma se il primo bimestre è stato da record , il secondo da dimenticare: in sintesi il quadro del vino italiano  come emerso dall’analisi dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma  Wine Monitor  causa Covid-19, al contrario del suo principale competitor, la Francia, in caduta libera. Il quadro del mercato del vino nel primo quadrimestre, è ormai bene delineato:  da record nei primi due mesi, assolutamente negativo in Marzo e Aprile quest’ultimo in in pieno lockdown globale e tra i peggiori di sempre. Nel complesso, andando a misurare le performance a valore del periodo nei top 10 Paesi importatori (che valgono il 50% dell’export del Belpaese), l’Italia segna a sorpresa +5,1% sullo stesso periodo dell’anno precedente, grazie all’ottima prestazione negli Stati Uniti (+10,8%, nei primi 2 mesi il dato era a +40%) e in Canada (+7,1%). Profondo rosso invece sul vino francese (-10,1%), in ritirata nelle sue piazze chiave sia in Oriente che in Occidente.la situazione già complessa a marzo, diventa proibitiva ad aprile, dove per i fermi imbottigliati italiani si registrano pesanti cali in tutti i mercati considerati a eccezione di Canada, Russia e

[caption id="attachment_15023" align="alignleft" width="263"] Vin Methode Nature[/caption] Meglio dire esiste, visto il riconoscimento formale da parte delle autorità francesi con tanto di disciplinare dell’esistenza del vino naturale che permetterà di commercializzarlo sotto la dicitura ”vin methode nature”. Dopo una battaglia non da poco dei vignaioli naturali francesi riuniti in un sindacato , nato nel novembre 2019, i produttori dovranno seguire criteri definiti da un protocollo  presieduto dal vignaiolo della Loira Jacques Carroget, da loro stabilito di concerto con il Ministero dell’Agricoltura e l’OIV- Istituto Nazionale dell’origine e della qualità. La neonata denominazione dovrà superare un periodo di prova non essendo il vino naturale riconosciuto come tale in Francia  e in Italia .Regola fondamentale è l’assenza di additivi tranne l’SO2 in quantità limitata tra il 15-40mg/l fino a un massimo consentito di 70mg/l. Uve raccolte a mano da viti da agricoltura biologica e/o biodinamica, vinificazione spontanea anche per gli spumanti( doppia), assenza di filtrazione a membrana, chiarificazione uso di contenitori di qualsiasi tipologia da utilizzare non come strumento, uso di terreni con requisiti di buona ventilazione, clima favorevole, drenanti con la scelta preferibile di vitigni autoctoni. Se la dizione vini naturali nel nostro paese non è consentita molte sono le associazioni e le

Parigi è la capitale del buon gusto anche a tavola e in autunno ospita tre imperdibili occasioni per celebrare la sua gastronomia, non solo Patrimonio immateriale culturale dell’Umanità, ma anche ingrediente fondamentale dell’art de vivre alla francese. Questo elemento di identità nazionale sarà protagonista a Parigi nei prossimi mesi in tre diverse declinazioni: cucina stellata, buon vino e cioccolato, una città così golosa che piacerà proprio a tutti… Tous au Restaurant, 18 settembre - 1 ottobre Giunto all’ottava edizione, è ormai considerato dagli amanti della cucina francese l’evento più importante della stagione. Al motto de Votre invité est notre invité - per ogni menù acquistato gli chef ne offrono uno identico gratuito. Quindici giorni per assaggiare la cucina dei più rinomati ristoranti stellati, dei bistrot dallo stile contemporaneo e delle vivaci brasserie per conoscere da vicino il talento dei giovani chef o riscoprire la tradizione delle cucine regionali. Tous au Restaurant è un'opportunità per godere dell’eccezionale maestria degli chef che hanno fatto di Parigi la capitale mondiale della gastronomia. Info: www.tousaurestaurant.com Fête des vendanges de Montmartre - La vendemmia di Montmartre, 11-15 ottobre Uno degli eventi più classici e amati di sempre nell'autunno parigino, giunto all’ottantaquattresima edizione: la festa della vendemmia viene celebrata dal 1934 sulla