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Rubrica di Emanuela Medi
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Interviste

“A 4 anni nelle preghiere serali chiedevo di diventare pasticcere . Mi piaceva il cioccolato e i miei primi dolci sono stati i cioccolatini” Mai ricordo d’infanzia è stato così premonitore di una vita dedicata alla pasticceria. Roberto Lestani è  alla guida  della Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria e Cioccolateria: un comparto che conta 20.00 associati, migliaia di eventi,580 medaglie d’oro in gare internazionali e mondiali, uno straordinario veicolo per raccontare  e far conoscere la storia e le tradizioni delle eccellenze italiane del dolce , dal panettone al tiramisù, dalla pastiera ai cannoli siciliani, dai baci di dama ai tozzetti da intingersi nel Vin Santo. Ma andiamo per ordine: fresco di un protocollo d’intesa con il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Lestani dice” È una partnership  con l’obiettivo, ognuno per le proprie competenze, di amplificare  la pasticceria italiana nel mondo  a 360° e cioè non solo come persone ma anche come prodotti, materie prime ,tecnologie, conoscenze. Tutti gli eventi che andremo a fare nelle Ambasciate, Istituti di Cultura e altro creeranno a cascata altri eventi  che serviranno a promuovere il Made in Italy del dolce.” In Francia l’alta pasticceria è materia di insegnamento nelle Università e gode di grande prestigio.

Non poteva  esserci occasione “ più dolce” che il Moscato Wine Festival  approdato a Roma il 21 luglio al Savoy Hotel organizzato da Go Wine  per  conoscere un poco più da vicino una associazione che dopo il fermo della pandemia ha ripreso alla grande , guidata, organizzata, promossa dall’infaticabile e convincente presidente Massimo Corrado  “ Abbiamo vissuto questo lungo periodo con molta apprensione e dalla data  di apertura il 21 giugno abbiamo fatto molti eventi oltre 25 nell’arco di circa 45 giorni con la voglia di incontrare il nostro pubblico, di  coinvolgere altri appassionati, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza per altro molto seguite. Noi siamo un associazione diventata il primo Marzo Impresa Sociale che si presenta in doppia veste: promuovere la cultura del vino e dell’enoturismo guardando a un pubblico molto articolato che va dall’appassionato al curioso e la valorizzazione dei vitigni autoctoni espressione della identità, del legame con un territorio,   della esclusività . Tutti questi elementi sono legati tra di loro e giustificano , promuovono l’enoturismo :  ci si reca in quel posto, per conoscere  luoghi particolari occasione per apprezzare vitigni  unici. Tutto questo lo facciamo attraverso incontri e degustazioni molto vivaci , facili in tanti territori

Ponzese di adozione, Avellinese di nascita a Oreste non è mancata e non manca quel pizzico di follia, tanta curiosità e intraprendenza da rendere la sua vita un caleidoscopio di attività, conoscenze, esperienze in giro per il mondo con l’ultimo approdo (ma chi lo sa’) a Ponza con la sua ultima( ma chi lo sa?) creazione. OREROCK, ristorante aperto ad agosto 2021, diventato giù un cult per gli appassionato della buona diciamolo  raffinatissima cucina. Ma come è nostra abitudine andiamo per ordine.” Vengo – dice Oreste- da tutt’altra esperienza. Mio padre aveva ad Avellino un’impresa di carburanti che non rientrava tra i miei interessi per dedicarmi alla mia vera passione,  il mare. Costituisco una compagnia di charter sicuramente la prima ad operare  tra Ponza e la terraferma- allora abitavo a Terracina sul litorale laziale e mi dividevo tra i Caraibi d’inverno e  le isole Pontine d’estate ,ma Ponza forse  , tra le più belle isole  che io abbia conosciuto, mi era entrata nel cuore . Le barche -continua Oreste- mi stancano, le vendo e rilevo una gioielleria di un mio amico che viveva nelle Seychelles tanto da diventarne console. E’ stato lui ad insegnarmi i tanti pregi e segreti di

Non ha nulla da invidiare alle vicine Langhe e al Monferrato, tanto da essere anch’esso riconosciuto patrimonio Unesco: da tutto e tutti il Roero si distacca per la sua bellezza rustica ancora incontaminata e per la notevole diversità di paesaggi, dai vigneti, ai frutteti, ai boschi delle Rocche, e grazie alla presenza di una viticoltura di qualità che si sta imponendo sul mercato con i suoi rossi da Nebbiolo e bianchi da Arneis. Ma il Roero è molto di più, come spiega in questa intervista il Presidente del Consorzio Tutela Roero, Francesco Monchiero. il Presidente delConsorzio Tutela Roero, Francesco Monchiero. “ E’ molto di più e lo confermo:  il Roero si differenzia dai territori fratelli Langhe e Monferrato per la sua identità ben precisa, riconoscibile per la vasta biodiversità, caratterizzata non solo da una viticoltura di alta qualità ma  anche dalla presenza di un’agricoltura che ha puntato su coltivazioni fortemente locali: mi riferisco alle  famose pesche di Canale, molto ricercate sui mercati di Milano e Torino in passato, alle fragole, agli asparagi verdi dall’intenso profumo, ai noccioleti. A questo poi va aggiunta l’affascinante fascia selvaggia e boschiva delle Rocche, formatesi 250.000 anni fa, quando il fiume Tanaro deviò il suo corso creando profonde voragini

Rigore, analisi, razionalità, curiosità,  metodo e ferrea metodologia, sperimentazione: tutto questo e molto altro ancora è scienza. Tutto questo è Michelangelo Mammoliti , chef- scienziato ,due stelle Michelin, la seconda arrivata a dicembre 2019: figura di riferimento nel panorama internazionale dell’alta ristorazione. Non lo conosco personalmente ma vedendo in alcuni filmati le sue mani che compongono fiori, affumicano  asparagi, tagliano un pollo, mi sono detta: questa è arte ed è genialità perché solo chi apprezza e valorizza fiori, prodotti vegetali, la stagionalità di un orto  che foraggia la sua cucina, ha una marcia in più , nel suo caso, faticosamente costruita con ore di lavoro, attenzione, ricerca .E chissà  cosa è scattato in lui per innamorarsi della neurogastronomia questa scienza ideata da Gordon Shepherd neurobiologo dello Yale Medical School  il primo ad aver messo in relazione i ricordi, meglio la memoria con la percezione del cibo. Quella relazione che Michelangelo realizza in molte delle sue preparazione  in ricordo, e lo dice lui in questa intervista, del legame solidissimo con la  famiglia e di quello che si cucinava in casa ,oggi sulla tavola della Mandernassa. Giovanissimo, classe 1985, ha alle spalle esperienze con Gualtiero Marchesi, prima all’Albereta, il ristorante di Erbusco

Intanto è la prima ed unica Rassegna internazionale esclusivamente dedicata agli Champagne ed agli Spumanti metodo classico di tutto il mondo. Intanto Challenge ha messo in evidenza – primo al mondo – la «nuova» spumantistica: Regno Unito, Brasile, Russia, Stati Uniti, India, Cina e, nel nostro Paese, quella dell’Italia del Sud. Intanto si tratta dell’unico «talent» al mondo che ha scoperto e vuole scoprire i nuovi e migliori interpreti (ovunque si trovino) della “rifermentazione in bottiglia”, il metodo codificato alla metà del Seicento da Dom Perignon. E poi ha un pedigree di tutto rispetto dal 2007 «The Italian Wine Journal»  assieme al Grand Jury Européen (la massima autorità in Europa per le degustazioni professionali) e ad AssoEnologi organizza  questo  campionato  presieduto da importanti personalità della spumantistica – da Francois Mauss a Severino Barzan, Tom Stevenson, Alessandro Scorsone, Paolo Baracchino, Roberto Cipresso e Riccardo Cotarella – mentre la Giuria è formata da esperti per metà internazionali (enologi, sommelier e giornalisti) e per metà italiani. Tutte le degustazioni sono effettuate alla cieca. Per il metodo classico sono predisposte tre sezioni Francia, Italia, Il resto del mondo. Per i rosè tutti i paesi insieme :considerata la più bella  e avvincente. Una competizione apertissima Ma

“A 4 anni nelle preghiere serali chiedevo di diventare pasticcere . Mi piaceva il cioccolato e i miei primi dolci sono stati i cioccolatini” Mai ricordo d’infanzia è stato così premonitore di una vita dedicata alla pasticceria. Roberto Lestani è  alla guida  della Federazione Internazionale Pasticceria Gelateria e Cioccolateria: un comparto che conta 20.00 associati, migliaia di eventi,580 medaglie d’oro in gare internazionali e mondiali, uno straordinario veicolo per raccontare  e far conoscere la storia e le tradizioni delle eccellenze italiane del dolce , dal panettone al tiramisù, dalla pastiera ai cannoli siciliani, dai baci di dama ai tozzetti da intingersi nel Vin Santo. Ma andiamo per ordine: fresco di un protocollo d’intesa con il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Lestani dice” È una partnership  con l’obiettivo, ognuno per le proprie competenze, di amplificare  la pasticceria italiana nel mondo  a 360° e cioè non solo come persone ma anche come prodotti, materie prime ,tecnologie, conoscenze. Tutti gli eventi che andremo a fare nelle Ambasciate, Istituti di Cultura e altro creeranno a cascata altri eventi  che serviranno a promuovere il Made in Italy del dolce.” In Francia l’alta pasticceria è materia di insegnamento nelle Università e gode di grande prestigio.

Bufera sulla legge 989, cosa ne pensa “Quello che è stato banalizzato ed enfatizzato nella polemica di questi giorni in cui siamo stati definiti terrapiattisti dell’agricoltura sono  alcuni aspetti della biodinamica come il cornoletame, la vescica di cervo che hanno spostato il vero obiettivo della contestazione innescata dalla senatrice Elena Cattaneo circa l’approvazione in Senato del disegno di legge 989 riguardante l’agricoltura biologica, in cui è finita la biodinamica definita antiscientifica, quando quest’ultima è riconosciuta dal 2008.  E’ chiaro che nel momento in cui il testo  viene modificato prima di arrivare alla Camera   togliendo la biodinamica, questo significa che deve tornare al Senato e non ci sarebbero i tempi tecnici per l’approvazione. In sintesi si vuole far saltare la legge?” Appunto chi vuole far saltare la legge? “ Ogni volta che l’agroindustria si sente un poco attaccata da un modello che oggi si identifica con la sostenibilità  e che funziona in cui l’uomo e il territorio ne fanno parte,  reagisce perché ha uno spazio in meno.  Nel  2000 quando iniziai a fare biodinamica  qui a  Cortona, quindi senza l’impiego di diserbanti in sintonia con la natura,  ero considerato un pazzo, un visionario mentre  avevo visto che il modello come realizzato da Rudolf Steiner uno

Siamo contenti che a presentare Graziana sia il produttore Simone Maggioni che l’ha scelta quale enologa a condurre Podere La Pace. Un ritratto il suo, attento alla persona e alla professionalità . “La proprietà  nata nel 2007-dice Simone Maggioni- ricercava il migliore nel campo che sposasse la filosofia e la visione di La Pace.La preferenza era per una donna enologo perché l’approccio alle tematiche è più ‘equilibrato, meno protagonistico e più’ determinato. La scelta è ricaduta su Graziana Grassini perché, abituata a lavorare in contesti top, ha visto delle realtà di assoluto valore mondiale. La Pace aveva già’ raggiunto un ottimo livello, con vini “super tuscan” riconosciuti dalla critica internazionale, e un potenziale all’altezza delle competenze e aspettative di Graziana Grassini che porta la sua straordinaria bravura, ordine, disciplina e attenzione  in tutte le fasi del processo di produzione: sia nel vigneto che in cantina.  Sono le caratteristiche che la rendono un’eccellenza in campo enologico e preziosa per lo sviluppo dei vini di La Pace Intervista  Quale è il primo intervento che intende fare in Podere La Pace  « Il primo intervento in assoluto  consiste nell’interpretare il territorio e i vitigni per poi correlarli con le scelte e le politiche imprenditoriali del produttore e le esigenze del mercato. D’altro

“Intanto cominciamo con il dire- esordisce decisamente arrabbiato Sandro Bottega presidente di Bottega Spa- che in 15 mesi non abbiamo ricevuto  1  euro dallo stato, quello che abbiamo fatto lo abbiamo realizzato da noi. Per il momento sono solo chiacchiere e promesse, non ho fiducia e come sempre andremo avanti da soli, ovviamente parlo per la mia azienda ma moltissime sono nella nostra condizione. A livello politico , decisionale manca una progettualità sull’Italia,  manca la cultura della necessità di avere imprenditori  e la cultura di creare scuole per  far nascere manager e imprenditori. I veri sono pochi,  i molti sono per la maggior parte  frastagliati, piccoli, non collaborano tra loro e non conoscono il mercato mondiale. E’ importante che chi vuole fare il produttore lo faccia   con prodotti di qualità ,sia motivato a farli  , che capisca l’importanza di conoscere il mondo e  i suoi mercati con l’obiettivo di raccontare , far conoscere e apprezzare i nostro prodotti a un pubblico che non sia solo italiano. Il nostro paese , meglio la politica italiana non protegge le eccellenze del paese e i brevetti: il 75% dei prodotti esteri sono prodotti con l’Italian sound cioè utilizzano nomi, assonanze, tricolori italiani, i cosi detti