La data di nascita del vino Barolo è relativamente recente:1837 Sino a quella data, il vino rosso ottenuto dal vitigno Nebbiolo coltivato a Barolo nei comuni vicino Alba (Serralunga, Castiglione Falletto, La Morra, Novello, Monforte, Verduno, Grinzane, Diano, Roddi e Cherasco) era un vino amabile per l’elevato tenore zuccherino e le vendite non erano molto incoraggianti.
A lei ,la marchesa Giulia Falletti moglie di Carlo Tancredi Falletti, marchese di Barolo, il merito di averne cambiato la storia trasformandolo in “un vino secco alla moda dei vini di Bordeaux”, merito molto, dei consigli del famoso- allora enologo Odart- chiamato dallo stesso Camillo Benso Conte di Cavour le cui cantine non davano risultati entusiasmanti. Fu un successo e il vino ottenuto fu battezzato Barolo, dal nome della residenza della marchesa.
La nobildonna cui non mancava piglio manageriale, capì che bisognava fare ben altro che ritenersi soddisfatta del rinnovato Barolo e , cogliendo la volo un apprezzamento del re Carlo Alberto, fece bloccare la contrada Po( l’attuale Via Po che collega Piazza castello con Piazza vittorio) con una fila di “ carrà”( ognuno di 6 ettolitri) “ campioni” destinati al sovrano.
Tanto felice fu la degustazione che i Savoia acquistarono una tenuta a Verduno e una a Pollenzo, dando incarico al generale Stalieno, abile enologo, di occuparsi dei vigneti e della vinificazione del Barolo . Inutile dire che con tanta reale nobiltà il Barolo divenne ambasciatore e regalo presso potenti e regnanti tanto da ricoprire il duplice ruolo di “ vino da re” e “ re dei vini”