Se c’è un posto magico quasi primordiale questo è il parco dell’Etna ancora poco visitato e quindi intatto nella sua bellezza di rocce vulcaniche, alberi secolari, spazi incontaminati.
Qui da tempo immemorabile crescono i due vitigni autoctoni Nerello Mascalese e Carricante su cui pochi produttori anche locali scommettevano e che invece si sono rivelati vitigni da grandi vini .. tanto da diventare appetibili per molti che hanno comprato terreni a prezzi assolutamente impensabili.
Come in tanti altri distretti e per molti vitigni autoctoni anche il Nerello Mascalese e in un prossimo futuro il Carricante, si sono rivelati adatti alla spumantistica tanto da far rinnovare il disciplinare da parte del Consorzio di Tutela, . Un fenomeno certamente recente che al momento interessa una manciata di produttori-circa 16- che hanno prodotto nel 2020 , 160 mila bottiglie con una crescita del 30%.
Il nuovo disciplinare voluto dal Consorzio presieduto da Antonio Benanti e diretto da Maurizio Lunetta prevede l’obbligo di produrre metodo classico incrementando dal 60% all’80% la percentuale minima di Nerello Mascalese, senza dimenticare il Carricante, un’uva a bacca bianca molto interessante per la spumantistica. Il via libera della Regione Siciliana c’è stato e si attendono l’ok dal Comitato vini e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale per partire dal 2021.
Se quindi il Consorzio punta su questa nuova modallità non si può negare che anche per questa Doc il 2020 è stato un anno da dimenticare :al 30 novembre 2020 gli imbottigliamenti segnano -10% su un anno fa con la perdita di appuntamenti importanti, un Horeca allo sbaraglio e un Dgo molto poco utilizzata.