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Rubrica di Emanuela Medi
 

Foodcations: Il cibo muove i turisti

Mangiare bene, possibilmente in contesti diversi, riposarsi ma anche provare nuove esperienze, magari fuori dagli schemi: sono queste solo alcune delle motivazioni, sempre più forti, che animano i turisti del 2019 nella scelta delle loro mete di viaggio.

È quanto emerge dai dati di Coldiretti, che computa per il cibo e le esperienze ad esso connesso ben 1/3 della spesa turistica totale (36,4 miliardi di euro), e dai dati dell’Osservatorio Home Food Le Cesarine, prima rete di cuoche domestiche.

Analizzando i numeri, la situazione è chiara. La spesa, su base globale, destinata al mercato dei tour vale 150 miliardi di dollari. Ad indirizzare i viaggiatori sono valori come la cultura e la tradizione dei luoghi visitati. Senza distinzioni di età (baby boomers e milleaneals ) hanno preferito nel 2017, rispettivamente per il 67% e 59% , spendere soldi in esperienze piuttosto che in una camera d’albergo con più servizi e fare nuove esperienze ed attività anziché dedicarsi al totale relax –( anche qui per il 67) %.  Di conseguenza è anche  aumentato il valore di spesa generale destinato al cibo, con un eclatante +61% dal 2017 al 2018.

È interessante notare come su 36,4 miliardi di euro spesi ogni anno da stranieri in Italia (dati Osservatorio di Home Food Le Cesarine), ben 12miliardi siano spesi in cibo ed esperienze gastronomiche, nelle loro forme più varie, oltre che per i classici ristoranti ed apertivi ma anche in  lezioni di cucina, social eating e home dining..

Il fenomeno del turismo legato al cibo è di una evidenza tale da diffondere, a partire dai paesi anglosassoni, un nuovo vocabolo per indicare il fenomeno: foodcations, nato dall’unione della parola “food”, che significa cibo, alla parola “vacations”,  vacanze, proprio per indicare quel particolare, e sempre più diffuso modo di viaggiare mettendo al centro il cibo, inclusa la ricerca di esperienze particolari.

Dati significativi provengono poi da chi, attraverso la rete de Le Cesarine, ospita in casa propria dei turisti per offrigli un’esperienza gastronomica: si tratta, in media, di persone di 57 anni, spesso professionisti (alcuni dei quali in pensione), spinti dalla passione  per la cucina e dalla curiosità del confronto con culture straniere. Roma, Firenze Venezia, Napoli, Bologna e Milano hanno accolto il maggior numero di turisti stranieri, cui si sommano, nel corso dell’estate Sorrento, Como e Siena.

Claudio Chiricolo

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