Il rischio è reale visto che il nostro paese importa circa 200 mila di tonnellate di grano tenero dalla Russia e dalla Ucraina. L’impennata dei prezzi è del 13% solo nell’ultima settimana c’è chi dice del 9% in 48 ore ma la guerra colpisce circa in terzo del grano mondiale visto che i due paesi forniscono a livello mondiale il 29% del grano tenero, il 19% del mais e l’80% dell’olio di girasole.
In particolare l’export agroalimentare ucraino verso i paesi UE è stato nel 2020 di circa 5,4 miliardi di euro facendo del vecchio continente una delle principali mete dei prodotti provenienti da Kiev. Salta tutto , il turismo per le chiusure degli spazi aerei italiani e L’Ucraina ha esportato nei paesi UE circa 5,4 miliardi di euro . E il vino? Secondo l’analisi Osservatorio Uiv-Vinitaly (su base Dogane), solo nel 2021 si sono registrati ordini dalla Russia per un valore di 375 milioni di dollari, in crescita dell’11% sull’anno precedente.
L’Italia, primo Paese fornitore con una quota di mercato del 30% davanti a Francia e Spagna, ha registrato nel 2021 un boom della domanda di spumanti (25%) ed un incremento del 2% per i fermi imbottigliati. Tra le denominazioni più richieste da Mosca, il Prosecco, il Lambrusco e l’Asti spumante, oltre ai vini Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti. Anche l’Ucraina, dove l’Italia è leader di mercato, nei primi 9 mesi 2021, ha registrato un import di vino italiano a +20% per i vini fermi e frizzanti in bottiglia, e +78% per gli spumanti. Il danno, dunque, ci sarà, e sarà diretto, anche per il vino. E come se non bastasse e il rublo ha perso il 30% in valore con una discesa verticale in borsa. Senza contare i prezzi energetici alle stelle.