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Rubrica di Emanuela Medi
 

Piccoli e preziosi: cinque assaggi dalla fiera dei Vignaioli Artigiani Naturali

L’ edizione di Novembre della rubrica “Piccoli e Preziosi” è dedicata ai migliori assaggi effettuati nel corso dell’evento “Vignaioli Artigiani Naturali”.

Cresce di anno in anno il numero di viticoltori aderenti al V.A.N. (vignaioli artigiani naturali), collettivo di piccoli produttori accomunati da valori nobili come la sostenibilità, il rispetto del consumatore e la valorizzazione dei vitigni autoctoni.

L’evento che li ha visti protagonisti presso la Città dell’ Altra Economia di Roma ha permesso ad esperti ed appassionati di conoscerli, ascoltare le loro storie ed acquistare direttamente alcuni dei loro prodotti. Noi di Vinosano siamo andati a curiosare tra i numerosi banchi d’ assaggio, dietro ai quali abbiamo trovato sia vecchie conoscenze che nuovi personaggi. L’impressione complessiva è che la qualità media dei prodotti in degustazione sia notevolmente cresciuta rispetto alle edizioni precedenti, e che anche le frange più estreme del gruppo stiano  virando verso uno stile più sobrio e preciso. Accogliamo questo cambiamento con grande entusiasmo, fiduciosi del fatto che i V.A.N. si stiano affermando tra i nuovi ambasciatori della viticoltura di territorio.

Ludovico

Questa micro-azienda di Vittorito, borgo medioevale nel cuore della Valle Peligna, declina sia in rosso che in rosato il classico Montepulciano, iconico vitigno abruzzese che probabilmente ha avuto i natali in quest’ area pedemontana. La scelta di Lorenza Ludovico, giovane titolare di questa realtà emergente, ricade su macerazioni piuttosto brevi, atte a preservare la fragranza e la freschezza conferite dal clima appenninico. Affinamenti in acciaio non troppo prolungati rifiniscono questi validissimi prodotti senza intaccarne la purezza espressiva.

Beverino e “gourmand” è il Cerasuolo d’ Abruzzo 2017, rosato dal colore non troppo carico che schiude profumi di gelatina di fragole, terriccio smosso e pietra focaia. L’assaggio è longilineo, scattante e sorretto da spinta acida corroborante. Chiude agrumato e speziato.

 Abbinamento: baccalà in umido. Punteggio: 87


Poggio Cincignano

Quattro ettari nel cuore del Chianti Montalbano costituiscono il fulcro di Poggio Cicignano, azienda agricola a tutto tondo che produce vino, olio e seminativi in regime biodinamico. Sangiovese, Malvasia Nera, Canaiolo, Trebbiano, Malvasia e San Colombano – quest’ultimo è un rarissimo vitigno a bacca bianca che cresce solo in queste colline dietro Prato – sono il perno della solidissima e limitata produzione viticola aziendale.

La perizia tecnica di Silvio Nuti, enologo aziendale e consulente della più nota Fattoria di Bacchereto, garantisce ai vini particolari doti di pulizia ed eleganza.

“Aura” 2015 è un ricco orange wine da San Colombano, Trebbiano e Malvasia. Aranciato e appena velato alla visiva, offre una bella trama fruttata – netti i richiami “arancioni” all’ albicocca e al mandarino – corredata da toni eterei che rasentano l’idrocarburo. L’importante mole gustativa é ben calibrati da pizzichi tannici e guizzi ammandorlati di buona persistenza ed ottima piacevolezza.

Abbinamento: pollo alla cacciatora. Punteggio: 88


Il Tramonto 2015 sarebbe a tutti gli effetti un Chianti Montalbano Riserva, ma é stato declassato per evitare l’associazione con i tanti prodotti di mediocre fattura che riportano in etichetta la dicitura “Chianti”. Frutto di vigne di oltre trent’anni di età, disserra sensazioni fascinosamente femminee di visciole, rose appassite, liquirizia ed erbe silvestri. Centrale è la freschezza nel setosissimo sorso, che di certo non è forzuto come quello dei grandi Chianti Classico, ma si distingue per finezza, fragranza ed equilibrio.

 Abbinamento: Pici al ragù. Punteggio: 89


Vinica

Del vino molisano si parla ben poco. Eppure, questa minuta e silente regione ospita artigiani di tutto rispetto come Claudio Cipressi, Vincenzo Cianfagna e Rodolfo Giansarri di Vinica. Quest’ultimo ci ha deliziato con i suoi vini dinamici e biodinamici, frutto di vigne poste ad oltre settecento metri d’altezza. “La mia azienda sorge nel fresco entroterra campobassano, a ridosso dell’ Appenino molisano e non lontano da popolari mete sciistiche abruzzesi come Rivisondoli e Roccaraso” ci ha spiegato Rodolfo nel corso del nostro breve colloquio.

Non a caso è l’acidità – tagliente come il territorio impone, ma sempre ben integrata – a caratterizzare la beva slanciata dei prodotti aziendali.

Il Sauvignon Lame del Sorbo 2016 spiazza gli appassionati più pregiudizievoli con il suo bouquet poco erbaceo e molto affumicato, non privo di richiami alle eccellenze transalpine. Tenace freschezza appenninica e distinta sapidità conferiscono particolare facilità beva ad un sorso sferzante ed ammiccante nei ritorni di pompelmo rosa e pietra focaia.

Abbinamento: crudité di pesce. Punteggio: 90 punti


La Tintilia del Molise “Lame del Sorbo” 2014 coniuga la tipica impronta vegetale del vitigno con accenti evolutivi di visciola, cuoio e tabacco. Se ne apprezza in bocca lo sviluppo succoso, incalzante e volgente in chiusura a toni didattici di rabarbaro e china.

Abbinamento: agnello alla brace. Punteggio: 90 punti.


Palazzo Tronconi

Baluardo della viticoltura autoctona quest’azienda  biodinamica di Arce , piccolo comune nel cuore della Ciociaria. Millenaria la tradizione viticola di quest’ angolo di Lazio, che a lungo ha fatto perno su Maturano Bianco, Campolongo e Lecinaro, rarissimi vitigni indigeni che i ragazzi di Palazzo Tronconi puntano a valorizzare. Grazie a una filosofia fermamente non interventista, queste tre varietà dimenticate riescono ad esprimersi in tutto il loro rustico splendore, dando vita a vini scorrevoli, conviviali ma tutt’altro che banali.

Di particolare fascino è lo “Zitore” (contrazione di “Zio Salvatore”), rosso succoso e dinamico da uva Lecinaro. Nitido nel frutto – fresco ma dolce – ed arricchito da sfumature floreali e speziate , offre simultaneamente una discreta struttura alcolica e una beva scattante, caratterizzata da un tannino squillante ma non impegnativo e completata da un finale croccante al sapore di pepe e iodi.

Abbinamento: Fettuccine al ragù. Punteggio: 88 punti.


Infine, meritano una menzione speciale Gregorio Ruotolo, artigiano caseario venuto da Scanno (AQ) per presentare i suoi gustosissimi formaggi, e lo stand di “Grazietta“, che ha incessantemente dispensato piatti di polpette di manzo al sugo. Prodotti gastronomici di livello e spuntini gustosi sono necessari per la buona riuscita di qualunque fiera vinicola.

Arrivederci alla prossima edizione!

Raffaele Mosca, Master Sommelier

 

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