Periodo non facile per la nostra salute anche e soprattutto in fatto di sonno. Se gli ultimi dati indicano in 13 milioni gli italiani che lamentano disturbi del sonno, 1 su 7 dorme male, 1 su 3 non dorme affatto, il Covid-19 ha certamente acuito il fenomeno e lo dimostra il numero crescente di persone che ricorre ad ansiolitici e/o benzodiazepine spesso senza consiglio medico con un passa parola che certo non migliora la performance del sonno
E’ possibile una relazione tra il ciclo sonno-veglia e la probabilità di soffrire di depressione molto frequente in tempo di Covid?. Molti studi lo dimostrerebbero Tuttavia, non è facile individuare da questi studi chi sia causa di cosa: in altre parole se le turbe del sonno rappresentino una conseguenza, o invece una possibile causa, della comparsa di depressione. Elementi interessanti al proposito emergono dall’analisi , che analizza il ruolo, delle varianti genetiche, le quali possono spiegare tra il 12 e il 42% delle nostre abitudini ad essere mattinieri o meno.
Degli oltre 840.000 adulti afferenti a due grandi coorti, UK Biobank e 23andMe, un terzo si identificava come mattiniero, il 9% era tendenzialmente nottambulo, e abituato quindi a svegliarsi tardi, mentre i restanti si trovavano in una situazione intermedia. Il “punto medio del sonno”, tra l’ora in cui i soggetti si coricavano e l’ora della sveglia, cadeva alle 3 del mattino (mediamente le persone andavano a letto alle 23 e si svegliavano alle 6).
Queste informazioni, combinate con i risultati delle analisi genetiche, hanno mostrato che le persone geneticamente predisposte a svegliarsi presto la mattina, e quindi a essere più mattiniere, mostravano una riduzione del 23% della probabilità di soffrire di depressione rispetto a coloro che preferivano dormire e svegliarsi più tardi nella giornata, per ogni ora di differenza nel “punto medio del sonno”. Ciò significa che chi si corica a mezzanotte potrebbe ridurre il rischio del 23% di sviluppare sintomi depressivi rispetto a chi invece andasse a letto all’una e dormisse lo stesso numero di ore. Alla base di queste differenze ci sarebbe una maggiore esposizione alla luce solare durante il giorno, che si traduce in una cascata di ormoni capaci di influenzare positivamente l’umore, oppure semplicemente il fatto che viviamo in una società “mattiniera” che potrebbe deprimere chi invece ha abitudini differenti. Resta ancora da chiarire, suggeriscono gli autori, l’eventualità che coloro che sono già mattinieri possano trarre un vantaggio dall’alzarsi ancora prima; tuttavia, per chi invece si addormenta tardi la sera, e di conseguenza si sveglia tardi al mattino, anticipare la sveglia sembrerebbe essere un valido aiuto per l’umore.
Fonte: Nutrition Foundation Of Italy( NFI)