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Rubrica di Emanuela Medi
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È sempre più forte la domanda di prodotti di derivazione naturale :in particolare negli ultimi anni  è aumentato l’interesse verso specifici composti che possono essere ricavati dai sottoprodotti dell’industria vitivinicola . E’ il caso delle vinacce esauste e nei vinaccioli dove si possono trovare diversi composti bioattivi. Più in generale gli scarti vitivinicoli possono essere valorizzati seguendo diverse strategie, questo grazie alle loro caratteristiche chimiche e alla presenza di una grande varietà di composti ad alto valore aggiunto. Tra i principi attivi più appetibili tra i primi della lista compaiono le antocianidine; esse sono infatti responsabili del colore, dell'astringenza, dell'amaro e in parte anche del gusto del vino, non solo le antocianidine sono l'unico gruppo cationico tra i flavonoidi; ciò le rende uniche per caratteristiche chimiche. L'antociano (o antocianina) non è nient'altro che un'antocianidina sulla quale è legato uno zucchero, eppure si parla sempre di antociani noti per essere responsabili dell’ampia gamma di colori (dal rosso al giallo) nei fiori, frutti e foglie.  in realtà esse sono state degradate dal processo di fermentazione alcolica che hanno attraversato, di  conseguenza gli antociani nella loro purezza sono meglio estraibili dalle foglie della vitis vinifera, soprattutto quando la loro concentrazione è massima alla fine del ciclo

L’uso efficiente della risorsa idrica è alla base della produzione vitivinicola di qualità.  Con il progetto ACQUAVITIS finanziato dalla Comunità Europea attraverso il programma interregionale Italia Solvenia , un team di ricercatori ed esperti  studierà lo stato e le possibili strategie di miglioramento dell’irrigazione dei vigneti a partire da tre aree vocate alla produzione vinicola ma con contesti geomorfologici e climatici diversi: il Carso, l’area isontina del Collio e la Valle del Vipacco in Slovenia. “Uno degli obiettivi della ricerca - spiega Barbara Stenni, professoressa di Geochimica e coordinatrice del team dell’Università Ca’ Foscari Venezia  - è la valutazione dello stato idrico dei vigneti e la stima della quantità d'acqua accessibile alle viti. Analizzeremo la composizione  a livello molecolare dell’acqua estratta dalla linfa dalle viti e da altre matrici ambientali per valutare l’origine dell’acqua assorbita dalle piante e stimare la profondità a cui attingono le radici” . “L'acqua subisce molteplici processi fisici durante tutte le fasi del ciclo idrologico - spiega Mauro Masiol, ricercatore di Geochimica e membro del team che si occuperà delle analisi – Questi processi portano al frazionamento delle molecole dell’acqua che saranno utilizzati come traccianti per ricostruirne l'origine e per identificare le aree di ricarica di bacini idrografici,