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Rubrica di Emanuela Medi
 

Casanova di Neri: il Brunello moderno secondo Giacomo

Dice un vecchio proverbio che “non esiste tradizione che non sia nata da un’innovazione“. A fronte di quest’affermazione, Giacomo Neri, titolare di Casanova di Neri, potrebbe essere considerato l’alfiere della “nuova” tradizione  poiché i suoi Brunelli di stampo moderno hanno fatto scuola tanto quanto i tradizionalissimi prodotti delle dinastie storiche.

Parte della redazione di VinosanoPablo Frascona, il sottoscritto Raffaele Mosca e  Emanuela Medi siamo andati a conoscere l’azienda  durante la manifestazione Brunello-Barolo svoltasi  recentemente a Montalcino   e abbiamo parlato a lungo in una piacevole degustazione con Giacomo attuale proprietario  di Casanova di Neri. In meno di mezzo secolo, la sua azienda ha eguagliato il prestigio di questi pionieri, conquistando un posto nell’Olimpo della denominazione. Densi, fitti, calorosi, privi delle asperità tipiche del Brunello d’antan, ma non per questo meno longevi, i suoi “Cru” si distinguono per avvolgenza, concentrazione e profondità. “ in un crescendo Rossiniano”  come tiene a sottolineare Giacomo.

La terra

Da una cascina che poggia su di un dolce declivio lo sguardo si perde tra vigne e campi di seminativi. “Laggiù – dice Giacomo a Emanuela Medi curatrice del sito Vinosano.com – s’intravede la Torre del Mangia. Più su c’è il vigneto che confina con i primi pendii del Greppo, quindi il borgo con le sue torri e suoi possenti bastioni. Di certo Montalcino- dice ancora Casanova di Neri- non possiede un solo cuore e una sola anima, ma se dovessi scegliere un singolo panorama che la rappresenti al meglio, opterei per quello che si ammira da qui”

Che l’azienda del buon Giacomo, istrionico vignaiolo e sedicente “contadino di lusso”, sia tra le più significative dell’intera Montalcino è cosa oramai conclamata. Che i suoi vini rappresentino più l’innovazione che la tradizione è cosa altrettanto risaputa e forse anche troppo enfatizzata. Meno chiaro- e siamo tutti d’accordo – è, invece, il segreto del suo stile unico, che non risiede in strane sofisticazioni, ma nel terroir inimitabile dei suoi appezzamenti.

“La mia  ostinata ricerca di nuove strade- per il Brunello è partita dalla terra, quella terra con la quale ho da sempre un rapporto viscerale. Quella stessa terra nella quale mio padre Giovanni ripose tutte le sue speranze, resistendo alla tentazione di emigrare anche quando a Montalcino scarseggiava il pane- ci sorride il vignaiolo Giacomo nel ricordo della sua gioventù”

Giacomo ha preso le redini di Casanova di Neri nel 1991. Da quel momento è iniziata la cavalcata che lo ha portato ai vertici della denominazione.”Sin dagli albori, precisa a Emanuela Medi – ho puntato tutto sull’esaltazione del carattere delle singole vigne, imbottigliando ciascuna parcella separatamente alla maniera dei “Barolisti. Tutte le vigne sono coltivate con metodi biologici e tutti i vini sono ottenuti mediante fermentazione con lieviti indigeni. Il legni usati per l’affinamento sono spesso esausti. Non si effettuano mai filtrazioni.”

L’azienda

Il corpo aziendale è distribuito su settantatré ettari suddivisi in cinque tenute. La più antica è quella che Giovanni ha acquistato quarantasette anni or sono. Nel cuore di quest’appezzamento sorgono la nuova cantina interrata, la storica cascina – oggi divenuta elegante wine shop con spazio degustazione – ed un lussuoso relais tra le vigne.

L’espansione dei poderi aziendali ha avuto inizio nei primi anni 90′ con l’acquisto del vigneto Centine, parcella posta nella frazione sud-orientale di Castelnuovo dell’Abate, non lontano dalla famosa pieve di Sant’Antimo. Il clima caldo e secco del versante e l’esposizione di questo dolce terreno “a schiena d’asino” alle brezze provenienti dal mare sono la chiave di volta di Tenuta Nuova, icona osannata e pluripremiata .

Diametralmente opposto al vigneto Cetine è il Cerretalto, podere posto nel quadrante est della denominazione. Circondato da castagni e cerri e battuto dalla Tramontana, questo alto ed austero appezzamento dà vita a uno dei vini più materici e longevi dell’intera denominazione.

La Vigna Tocci è l’aggiunta più recente alla proprietà aziendale. A differenza degli altri terreni, che prendono il nome dai rispettivi “lieuxdits”, questo vigneto sito nella parte meridionale del comune porta il nome del vecchio proprietario. Negli anni a venire, Giacomo ne ricaverà un Cru di Rosso di Montalcino e qualche bottiglia di Brunello.

Degustazione

Tralasciando ” Irrosso” e “Ibbianco”, vini IGT che si distinguono per pulizia ed immediata fruibilità, il vino d’ingresso della gamma aziendale è il Rosso di Montalcino, prodotto al quale l’azienda intende conferire un’identità ben precisa attraverso la selezione di specifiche parcelle dalle quali produrlo. Rubino intenso con unghia violacea, il millesimo 2016 di questo “Brunellino” dà sfogo a sensazioni di lampone, mirtillo, violetta, grafite e liquirizia. L’assaggio è di buona scorrevolezza e piacevole dinamismo. Chiude delicatamente minerale.
Punteggio: 87 centesimi.

Il Brunello di Montalcino Etichetta Bianca, prodotto che papà Giovanni concepì già nel 1978: è l’unico vino della linea che Giacomo lascia riposare nelle tradizionali botti grandi di rovere di Slavonia. Benché non porti il nome di alcuna vigna, è frutto di appezzamenti selezionati collocati nella tenuta in cui sorge l’azienda. Una buona percentuale delle parcelle in questione supera i 40 anni di età.

l’Etichetta Bianca 2013 esibisce concentrazione e contestuale equilibrio. Rubino carico , sfoggia aromi di ciliegia nera, melagrana, liquirizia e menta, quindi soffi di caffè in grani e  di grafite. La grande avvolgenza del frutto è l’elemento chiave di un sorso morbido ma tenace, supportato da un tannino vispo e da corroborante freschezza. Succoso e penetrante finale.
Punteggio: 91 centesimi.

Giacomo afferma che la 2014 è stata “così tragica che si è deciso di declassare Ie uve di Cerretalto e Tenuta Nuova”. Pertanto, l’Etichetta Bianca2014 è rinforzata dalla quota di materia prima proveniente dai due “Cru”. Non a caso figura tra i vini più solidi forgiati in questa difficile annata. Rubino più cupo nell’ammanto, schiude aromi di gelatina di more, pietra focaia, tartufo nero  e liquirizia. In bocca offre una struttura più sottile rispetto al 2013, e sfoggia una sferzante verve acido-sapida
Punteggio: 90 centesimi.

Il Tenuta Nuova trascorre tre anni in tonneaux da 500 litri. Giacomo asserisce che la barrique è troppo piccola per il Brunello, mentre le botti di capienza intermedia costituiscono un ambiente ideale per il suo sviluppo, poiché fissano aromi, colori e sapori senza conferire troppe sensazioni “boisé”.

Il Tenuta Nuova 2013 è vino dal carattere soavemente mediterraneo. Rubino con unghia granata nella veste, svela un profilo non ostentato ma penetrante, dominato da cenni di fuliggine, menta, sambuco, bacche rosse, lamponi, terra umida e garriga. Si distingue in bocca per suadenza e sinuosità, offrendo calore e dolcezza di frutto laddove i Sangiovese archetipici mostrano spigoli e nervi. La sua setosa presa tannica si allenta in un finale  da echi di arancia sanguinella.
Punteggio: 93 centesimi.

Alla fortunata annata 2012 è legata l’ultima versione del Cerretalto, vino di punta dell’azienda. Riguardo all’omissione in etichetta della menzione “Riserva”, Giacomo spiega che di “Riserve se fanno troppe, di Cerretalto solo uno”. Aggiunge, poi, che il termine “Riserva” cozza con la sua passione per il pallone.

Il Cerretalto 2012 è vino di potenza ed eleganza pressappoco inequiparabili. Cupo e viscoso nella veste, sfoggia aromi esplosivi di ciliegia nera, prugna, grafite, terra bagnata, tabacco mentolato, cannella e cioccolato fondente. L’olfatto e il gusto di questo gigante gentile sono entrambi in divenire, e nei loro progressi  risultano coinvolgenti e calibrati come le sinfonie di Gioacchino Rossini, compositore per il quale Giacomo ha da sempre un debole.  Tannini di puro velluto, salinità vigorosa e a tratti ematica si fondono in bocca in un insieme senza soluzione di continuità, lasciando interminabile eco nel cavo orale.  Crescerà ulteriormente negli anni a venire. Punteggio: 96 centesimi

Raffaele Mosca, Master sommelier

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