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Rubrica di Emanuela Medi
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Enogastronomia

Se Alba è entrata nel vivo  della saison del tartufo con le  innumerevoli e pregiate manifestazioni, tra cui amiamo ricordare il binomio vincente con le bollicine e se è assodato dagli innumerevoli esperti che la stagione sarà ottima con punte di eccellenza, la Regione MARCHE non sta certo a guardare forte del suo pregiato Tartufo bianco. Niente guerre per carità anzi grande amicizia con i tartufi di Alba ma i “ diamanti della tavola” tengono banco  e anche per loro è iniziata la stagione. Tartufi di Acqualagna - Ph. Roberto Mezzano Dove? Ad Amandola, in provincia di Fermo, e soprattutto nella provincia di Pesaro Urbino, tra Acqualagna e Sant’Angelo in Vado, Pergola e Apecchio,  tra ottobre e novembre i mesi giusti per assaporarli, anche grazie alle diverse Fiere del tartufo, organizzate proprio in questo periodo .Oltretutto si tratta di una zona ricchissima di storia, cultura e di magnifica natura tale da rendere ancora più gustosa una gita al tartufo. Acqualagna è sede di raccolta dei 2/3 dell’intera produzione nazionale del prezioso fungo, ed è addirittura una legge nazionale a stabilire che i migliori tartufi bianchi d’Italia si trovino qui e ad Alba. Non è dunque un caso se, ogni anno, si svolge

Dal gusto delicato e penetrante il tartufo ha aromi che ricordano la terra umida, il sottobosco, i rami spezzati, ma la nota dominante è quella “gassosa” da idrocarburo per cui  l’abbinamento con il vino non è dei più facili per evitare che il gusto del tartufo si sovrapponga a quello del vino e viceversa. Meglio evitare quindi: vini molto aromatici, che potrebbero sovrastare il profumo molto particolare del tartufo  non devono essere particolarmente acidi. I vini invecchiati in barriques,  non devono avere sentori troppo forti di vaniglia Vini bianchi Tra i vini bianchi, particolarmente indicati sono quelli che ci possono ricordare le note di idrocarburo del tartufo, come il Riesling, renano o italico. Buoni anche gli abbinamenti con il Bianco di Custoza o il Verdicchio – caratterizzato da note leggermente amare sul finale; da provare, almeno una volta, l’abbinamento con vini provenienti da vitigni vulcanici, come i Bianchi dell’Etna. Vini rossi I vini rossi ideali per l’abbinamento con il tartufo non dovrebbero essere vini di grande struttura, e non dovrebbero essere molto impegnativi sotto il profilo aromatico.  QUINDI MEGLIO  vini morbidi e maturi, con tannini appena accennati, come il  Nebbiolo o il Pinot Noir. Bollicine Bollicine si a patto che non siano caratterizzati da eccessiva morbidezza. In ogni caso tartufo bianco o nero

di Rita Monastero edizioni Gribaudo Che idea geniale!” Scrivere un libro per persone che sanno cucinare ma fanno errori che non sanno come ripararlo”: parole sante aggiungo io, dette all’autrice del libro Rita Monastero chef di successo, food stylist ,chiamata LovelyCheffa per il suo modo gentile di relazionarsi alle persone e alla professione. Ma quanti perché: “ la frittatina di calamari che avrebbe dovuto essere asciutta e croccante si è rivelata, invece, molliccia” e ancora” i vostri bellissimi gnocchi di patate si sono inesorabilmente sciolti  nell’acqua di cottura?” non da ultimo” Eravate convinti di riuscire a preparare una carbonara a regola d’arte e invece vi siete ritrovati con le uova strapazzate?  NON PREOCCUPATEVI ! Rita Monastero  “E vero- dice l’autrice che, sbagliando si impara, ma è importante capire  cosa non va per evitare brutte sorprese”. Ecco allora un libro preziosissimo di domande e risposte spesso completate da una ricetta sui tanti errori che tutti facciamo.( grandi cuochi compresi). Ma perché si sbaglia?” Le motivazioni sono due-dice l’autrice – innanzitutto un eccesso di confidenza dovuto alla certezza di cavarsela bene  per cui o  non si legge bene la ricetta e soprattutto non si va oltre dimenticando che essa è semplicemente un insieme di situazioni

Non è poi andata così male per il comparto enogastronomico. Per non affaticare troppo i nostri lettori riprendiamo alcuni dati: Istat, il calo tanto atteso per l’export c’è stato ma meno drammatico di quanto era previsto -3,4 in valore sullo stesso periodo 2019 (parliamo ovviamente del primo semestre 2020), con un saldo di 2,9 miliardi di euro, di cui più di un terzo del totale proveniente dal Veneto.  In crescita regioni come la Sicilia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Liguria e Campania mentre in leggero calo sono il Piemonte e la Toscana, merito di una partenza ottima fermatasi con il Covid 19 in tutto il mondo che ha colpito e colpisce la ristorazione. Come sottolinea l’analisi della Fondazione Qualivita, la perdita si è registrata nei paesi asiatici, Usa, Regno Unito, mentre hanno retto meglio i mercati europei come la Francia,, la Norvegia, I Paesi Bassi e  nei paesi extra-europei male in Giappone  e Russia. In totale nei primi sei mesi del 2020 il calo globale in termini quantità è stato di-0,4% rispetto lo stesso periodo del 2019. Analisi interessante quella effettuata dall’Osservatorio  Signorvino i cui punti vendita sono distribuiti in tutt’Italia e che si fonda su una catena che registra una performance

Un programma tutto per loro  per dare voce ai protagonisti famosi e agli appassionati  del cibo più amato dagli italiani  e aggiormente” replicato “nel mondo.  Una trasmissione cross mediale ideata e condotta  sulla LA7, da Tinto  voce  di Decanter noto  programma di enogastronomia  di Radiodue. “ Mica, pizza e fichi – questo il titolo reale del programma digitale- dice Tinto a Vinosano , parte oggi , 8 settembre in due puntate replicate su tutti i canali social  e sul sito della LA7.   Il 18  ottobre   saremo in onda in TV la domenica alle 12.30  con le repliche e non mancherà un libro edito Cairo.  Web,  tv, editoria saranno coinvolte in un programma che per la prima volta  da voce ai pizzaioli da sempre ospiti in altre trasmissioni e che invece avranno un loro spazio per raccontare l’arte della pizza, e non solo napoletana, ( patrimonio UNESCO) ma dell’ Italia”. Una trasmissione che si avvale di nomi famosi  come Vincenzo Esposito ,Francesco Martucci, Renato Bosco, Gino Sorbillo ma anche appassionati pizzaioli  che mostreranno  “ dal vivo” i segreti dell’impasto e racconteranno la loro pizza.  “Sarà un giro dell'Italia  per raccontare un piatto- dice ancora Tinto- trasversale che non tiene conto di

Che l’olio sia molto più di un condimento ma valore economico, sociale e culturale non vi sono dubbi tanti i riconoscimenti, le guide come la recente del Gambero Rosso, gli assaggiatori e i tantissimo premi. Ha fatto bene il consorzio di Tutela dell’olio Dop Riviera Ligure a imprimere una marcia in più con la modifica del disciplinare approvato al 90% dall’Assemblea nei giorni scorsi,. Il dato fondamentale è il passaggio dal singolo prodotto ad una promozione integrata di eccellenze simboli del territorio. Una decisione non da poco che rende non più obbligatorie ma facoltative le menzioni geografiche a difesa del patto di filiera e a sostegno della nuova dop dell’oliva taggiasca. Che il disciplinare fosse ormai troppo” stretto” era emerso dalle numerose iniziative che avevano aumentato la visibilità e la qualità del lavoro del Consorzio: “da Oliveti Aperti – come sottolinea Carlo Siffredi, Presidente del Consorzio -che ha permesso un nuovo collegamento tra aziende e flussi turistici, ai laboratori nelle scuole per allargare la platea di conoscenza del prodotto, alle iniziative con famosi chef per ampliare l’uso nella ristorazione di questo prodotto ligure.Senza dimenticare la fitta agenda di appuntamenti realizzata in collaborazione con Enoteca Regionale della Liguria, Consorzio di Tutela del