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Rubrica di Emanuela Medi
 

Clima: sicurezza alimentare a rischio

Che i cambiamenti climatici siano in atto da decenni, ormai è assodato, come lo è il fatto che sono molti i rischi connessi: è stato recentemente presentato in Corea il Rapporto SR15 sul Clima, dal Gruppo di Lavoro Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPPC), e le novità non sono affatto incoraggianti.

Ne emerge che il cambiamento del clima mettere a rischio la sicurezza alimentare, e l’area mediterranea è quella   più a rischio in quanto  “zona in cui si trovano varietà locali coltivate in specifiche condizioni climatiche (ad esempio l’olivo, il pomodoro e la vite)  da cui dipendono economie complesse e avanzate”.

Non si contano ormai gli appelli di istituzioni e scienziati, e ciò che lascia perplessi è la mancanza di percezione sulle proporzioni dei disastri : ad esempio

Olio la produzione  del 2018 è dimezzata rispetto a quella dell’anno precedente.

Cibo: l’aumento di CO2 provocherebbe un minor accumulo di elementi micronutrienti come zinco e ferro, il che renderebbe gli alimenti meno nutrienti.

Produzione Zootecnica: sono molti gli studi che attestano come sia in atto una diminuzione della qualità del foraggio nei pascoli naturali, a causa del cambio delle precipitazioni, il che può avere effetti sulla qualità dei mangimi per gli animali, sulle diete degli stessi e sulla conseguente diffusione di batteri e malattie.

Mare e oceani: migrazioni ed estinzioni sarebbero in aumento negli ambienti marini, a causa dell’innalzamento dei livelli di acidità delle acque, con conseguente riduzione di ossigeno.

Abbiamo ancora poco tempo per evitare di lasciare un mondo compromesso e non più sostenibile ai nostri nipoti.

Claudio Chiricolo

Fonte: Slow Food Italia

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