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Rubrica di Emanuela Medi
 

Cosa pensano gli italiani del vaccino?

Agenas( Agenzia Nazionale  per i Servizi regionali) e Scuola superiore Sant’Anna hanno interpellato oltre  12 mila italiani  tra il 22 Dicembre  2020 e il 28 gennaio 2021:  Due italiani su tre intendono vaccinarsi appena possibile per mettersi al riparo da Covid-19.

Ma c’è quasi un quinto della popolazione che invece non ha intenzione di farlo e altrettanti che sono indecisi.

 Più nel dettaglio, il 65,2% della popolazione dichiara la propria intenzione di vaccinarsi contro Covid-19 appena possibile, mentre il 17,6% sembra intenzionato a non farlo. I più propensi sono gli ultrasessantacinquenni (75,4%), mentre quelli più in disaccordo (22,2%) si trovano nella fascia d’età compresa tra i 35 e i 44 anni.

Tre italiani su quattro (74,2%) pensano inoltre che sia giusto far vaccinare i propri genitori o familiari anziani contro il Covid-19 appena possibile, mentre uno si dieci (il 10%) non sembra d’accordo. La situazione cambia un po’ quando si tratta dei figli: a ritenere che sia giusto farli vaccinare appena possibile è il 61% della popolazione italiana, mentre sale al 15,9% la quota che non sembra d’accordo. Quasi un quarto (23%) si astengono dal dichiararsi pro o contro.

D’altronde, il 62,8% degli italiani ritiene che i rischi legati alla malattia indotta dal virus siano maggiori dei possibili effetti collaterali del vaccino, mentre il 15,3% ritiene che non sia così. Quelli che non prendono posizione sono circa un quinto della popolazione. La fascia d’età che considera il virus più pericoloso del vaccino è quella sopra i 65 anni (69,5%), mentre le percentuali di disaccordo maggiori (17,6%) sono nella popolazione con età compresa tra i 35 e i 44 anni-In ogni caso, una larga maggioranza della popolazione (il 69,4%) pensa che il vaccino contro il Covid-19 sia il modo più rapido per tornare alla normalità, mentre solo l’11,7% degli italiani non ritiene che sia così. I primi si trovano più frequentemente ancora una volta sopra i 65 anni, con il 76,3 per cento

C’è poi un italiano su quattro (Il 25,7%) convinto che il vaccino contro il Covid-19 sia un grande affare per le aziende farmaceutiche e che non ci sia da fidarsi, ma una larga parte (anche se non è la maggioranza: il 42,3%) ritiene che non sia così. Quasi uno su tre (32%), comunque, non esprime né accordo né disaccordo su questa affermazione. I “diffidenti” si trovano più frequentemente tra i 45 e 54 anni (30,1%) quelli meno tra i 18 e 24 anni (56,1%). Non si registrano differenze di genere, mentre qualche importanza ha il livello di istruzione: tra coloro che hanno la licenza media arriva al 28,2% chi è totalmente o abbastanza d’accordo con l’idea che sia un business e non ci sia da fidarsi, mentre arriva al 35% chi non lo è.

Oltre la metà degli interpellati (il 54,1%) ritiene che i vaccini siano tra i prodotti farmaceutici più sicuri, mentre solo il 13,8% non è d’accordo con questa affermazione. Un terzo circa non si esprime né in un senso né nell’altro. Anche in questo caso, quelli maggiormente d’accordo si registrano più spesso sopra i 65 anni (64,5%), mentre le percentuali di disaccordo maggiori (17,5%) le ritroviamo nella popolazione con un’età compresa tra i 35 e i 44 anni.

A essere più d’accordo sono i maschi: 59,2% rispetto al 50,1% delle donne. Meno della metà (47,4%) di coloro che hanno la licenza media è totalmente o abbastanza d’accordo, mentre il 16,9% di loro dice di essere in totale o abbastanza in disaccordo.

Fonte: Health Desk

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.