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Rubrica di Emanuela Medi
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Puntuale a fine anno la ricerca di Nomisma commissionata dall’Istituto Grandi Vini, che riunisce 18 cantine di primissimo piano del vino italiano (Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Argiolas, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Col d’Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Marchesi Antinori, Masi, Michele Chiarlo, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi).

Agenas( Agenzia Nazionale  per i Servizi regionali) e Scuola superiore Sant'Anna hanno interpellato oltre  12 mila italiani  tra il 22 Dicembre  2020 e il 28 gennaio 2021:  Due italiani su tre intendono vaccinarsi appena possibile per mettersi al riparo da Covid-19. Ma c'è quasi un quinto della popolazione che invece non ha intenzione di farlo e altrettanti che sono indecisi.  Più nel dettaglio, il 65,2% della popolazione dichiara la propria intenzione di vaccinarsi contro Covid-19 appena possibile, mentre il 17,6% sembra intenzionato a non farlo. I più propensi sono gli ultrasessantacinquenni (75,4%), mentre quelli più in disaccordo (22,2%) si trovano nella fascia d’età compresa tra i 35 e i 44 anni. Tre italiani su quattro (74,2%) pensano inoltre che sia giusto far vaccinare i propri genitori o familiari anziani contro il Covid-19 appena possibile, mentre uno si dieci (il 10%) non sembra d’accordo. La situazione cambia un po' quando si tratta dei figli: a ritenere che sia giusto farli vaccinare appena possibile è il 61% della popolazione italiana, mentre sale al 15,9% la quota che non sembra d’accordo. Quasi un quarto (23%) si astengono dal dichiararsi pro o contro. D'altronde, il 62,8% degli italiani ritiene che i rischi legati alla malattia indotta dal

Mettere in moto in maniera continuativa i ristoranti è la prerogativa che viene subito dopo la scuola. E quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’Istituto Ixè su un vasto campione di italiani  che per il 41% vuole godere dei piaceri della tavola al ristorante e quella di gustare un buon caffè, comodamente seduti al bar. Ovviamente nel rispetto delle misure di distanziamento e sicurezza sanitaria.  Scuola, ricettività quindi bar e ristoranti a seguire palestre, cinema e teatri, musei e impianti sciistici, tutte attività che sono chiuse da molto tempo. “Questi dati – sottolinea la Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi – testimoniano l’importanza che la ristorazione riveste nella quotidianità delle persone, anche come occasione per recuperare un po' di qualità della vita dopo 11 mesi di forte sofferenza. Gli italiani sono alla ricerca di luoghi dove stare insieme in sicurezza. L’osservatorio dell’istituto Ixé, infatti, ci dice che l’89% degli italiani è ancora preoccupato per la pandemia da Coronavirus e che c’è un 40% di persone che si dice fortemente preoccupato. Eppure per quasi un italiano su due non vi è alcuna contraddizione tra questa preoccupazione e la possibilità di riaprire i ristoranti. Segno che questi sono percepiti come luoghi sicuri. Noi

Una grande ricerca internazionale, alla quale partecipa il Progetto Moli-sani dell’I.R.C.C.S. Neuromed, mostra che il nostro Paese, in linea con le altre nazioni occidentali, vede un netto miglioramento della situazione del colesterolo nei suoi cittadini Diminuiscono sia il colesterolo totale che quello “cattivo” non-HDL. È l’incoraggiante fotografia del popolo italiano che emerge dallo studio internazionale NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivistabritannica Nature. Guidata dall’Imperial College di Londra, e con la partecipazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; la ricerca ha visto il contributo dei dati raccolti dal Progetto Moli-sani dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS). Mentre il nostro organismo ha naturalmente bisogno del colesterolo, un suo eccesso può portare a un accumulo nei vasi sanguigni. E quasi tutti hanno ormai imparato a distinguere quello "buono" (HDL), protettivo contro infarto e ictus, dal "cattivo", non HDL, tipicamente legato a diete ricche di grassi saturi e trans, che avrebbe un ruolo importante nell’aumentare il rischio di patologie cerebro - cardiovascolari. Conoscere la situazione del colesterolo nelle popolazioni diventa allora uno strumento indispensabile per la prevenzione e la salute pubblica. Questo è l’obiettivo della ricerca NCD-RisC, che ha utilizzato informazioni raccolte su 102,6 milioni di individui in 200 Paesi per un

Gli italiani non rinunciano alle vacanze: ferie per 36 milioni di persone che, per motivi economici e logistici, preferiranno rimanere in Italia, conoscerla in macchina  e pazienza se i giorni saranno di meno dello scorso anno (9 invece che 11), ma a un momento di svago è giusto non rinunciare soprattutto per i bambini.  Il report sul turismo italiano post Covid, è stato fatto dall’agenzia di consulenza Comin & Partners  che come riferisce in un ampio articolo Il Messaggero ha effettuato l’indagine svolta a giugno  su un campione di oltre mille residenti italiani. Certo una buona fetta , il 41% non si sposta dal luogo di residenza per motivi di spesa, o per paura del contagio o perché non ama confrontarsi con le misure restrittive. Quindi meno turismo all’estero con una spesa di molto inferiore ai 27 miliardi dello scorso anno  e con un'importante ricaduta economica sui tour operator e sul settore trasporti visto che 7 italiani su 10 si sposterà in macchina. Gli italiani preferiscono il mare ,da sempre, anche se quest’anno ci sarà una impennata per la villeggiatura in montagna, le città d’arte e le destinazioni culturali che saranno raggiunte nei vari settori da ben 6 milioni di italiani.

Una grande ricerca internazionale, alla quale partecipa il Progetto Moli-sani dell’I.R.C.C.S. Neuromed, mostra che il nostro Paese, in linea con le altre nazioni occidentali, vede un netto miglioramento della situazione del colesterolo nei suoi cittadini Diminuiscono sia il colesterolo totale che quello “cattivo” non-HDL. È l’incoraggiante fotografia del popolo italiano che emerge dallo studio internazionale NCD Risk Factor Collaboration (NCD-RisC), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivistabritannica Nature. Guidata dall’Imperial College di Londra, e con la partecipazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; la ricerca ha visto il contributo dei dati raccolti dal Progetto Moli-sani dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS). Mentre il nostro organismo ha naturalmente bisogno del colesterolo, un suo eccesso può portare a un accumulo nei vasi sanguigni. E quasi tutti hanno ormai imparato a distinguere quello "buono" (HDL), protettivo contro infarto e ictus, dal "cattivo", non HDL, tipicamente legato a diete ricche di grassi saturi e trans, che avrebbe un ruolo importante nell’aumentare il rischio di patologie cerebro - cardiovascolari. Conoscere la situazione del colesterolo nelle popolazioni diventa allora uno strumento indispensabile per la prevenzione e la salute pubblica. Questo è l’obiettivo della ricerca NCD-RisC, che ha utilizzato informazioni raccolte su 102,6 milioni di individui in 200 Paesi per un

Pratica, gustosa, salutare: sono questi alcuni aspetti che caratterizzano la pausa pranzo degli italiani, rilevati dalla ricerca effettuata da Nomisma  per l’Osservatorio Buona Pausa Pranzo di CIRFOOD, una delle maggiori imprese in Italia che operano nella ristorazione collettiva e commerciale e nei servizi di welfare alle imprese. L’indagine si è basata su un campione di 1200 interviste a studenti e lavoratori tra i 18 e i 55 anni, che trascorrono la pausa pranzo fuori casa almeno 2 o 3 volte a settimana, La pausa pranzo non dura più di 40 minuti ma per molti non più di 20 minuti; il 43% dei lavoratori mangia in ufficio almeno 2-3 volte la settimana e una parte consistente degli intervistati riesce a tornare a casa, mentre maggiore è la percentuale degli studenti 75%) che afferma di pranzare a casa. Non ‘è il dato economico la discriminante per la scelta e se non c’è la possibilità di usufruire di un ristorante aziendale o universitario,  in entrambi i casi, prevalgono coloro che si portano un pasto preparato a casa (78% degli studenti e 65% dei lavoratori), anche se non manca chi si orienta verso piatti già pronti o solo da scaldare come zuppe, insalate e panini (53% degli studenti e 52% dei lavoratori).Per quanto