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Rubrica di Emanuela Medi
 

Il vino: Il suo fascino? La biodiversità. Luigi Moio, presidente OIV

Il vino deve essere in sintonia con il luogo in cui nasce ed essere in equilibrio con questo.  Solo così  il vino è espressione aromatica del territorio, l’ambiente rispettato così come l’autenticità del vino”.

Non è certo facile spiegare ma prima ancora capire che cosa è il vino e tutto quello che lo circonda e ne deriva per Luigi Moio  che tra i tanti titoli annovera la presidenza OIV.
Eppure nella Lectio Magistralis tenuta in occasione della Convention delle Donne del Vino organizzata dalla sezione campana, qualcosa mi è parso chiaro.

“La vite  nasce, si sviluppa, forma i grappoli da questi il vino, sempre allo stesso modo: da millenni dalle lontane origini caucasiche. Nulla di più o forse molto ma questo anche per l’intervento dell’uomo”.

luigi moio

Non poteva essere più preciso, netto l’esordio di Luigi Moio.

  “L’importante- sottolinea il professore- è non lasciarsi sfuggire l’identità  sensoriale dei vini perché il loro fascino è nella loro diversità  che è fortemente influenzata dal sole e dal clima. Per certi versi Il  vino  è un modello, un paradigma della diversità e per questo affascina, tanto che attraverso una bottiglia di vino è possibile viaggiare virtualmente in regioni come il Piemonte, la Toscana, la Sicilia la  Francia, l’Australia, la Spagna. 
In un mondo che va verso l’omologazione il vino è vincente nella diversità e qui c’è tutta la responsabilità della filiera e di tutti noi che dobbiamo preservare e custodire tutto questo”.

Una fortuna la diversità, sappiamo gestirla?

Abbiamo  il più grande patrimonio ampelografico al mondo  con vini storici importanti  oltre che autoctoni come il Barolo, il Sangiovese, l’Aglianico, il Montepulciano e anche bianchi come il Catarrato, la Falanghina, il Verdicchio su cui bisogna fare un grande lavoro  di comunicazione perché se a noi noti non lo sono a livello  planetario.  Ancora di più la comunicazione è fondamentale per  gli autoctoni minori interessanti  come banca genetica da cui possiamo trarre molte informazioni perchè in maggiore sintonia con il contesto pedoclimatico.

Ma questo patrimonio della diversità rischia di scomparire. Per questo insisto nel dire che è assolutamente necessario piantare le vigne in specifici territori  e non ovunque. In tale modo si preserva la diversità  minacciata dal riscaldamento climatico   con la conseguenza di avere vini surmaturi che annullano l’espressione territoriale”.

Quale è per lei la maggiore criticità

La troppa confusione perché  ognuno fa a modo suo. Questo rischia di depotenziare  l’aspetto  affascinante  del vino italiano che è la sua territorialità e quindi diversità. Se ne parla tanto  ma questa deve essere vera. Oltre ai tanti aspetti economici e commerciali in  primis  i rincari e la guerra in Ucraina.

Come sta andando l’i Italia del vino

Bene. Vediamo i dati: dal 2010 al 2019 siamo passati a livello mondiale da 22  miliardi di litri a 27 miliardi di litri , da 188 miliardi di euro a 268 miliardi di euro. Certo alcuni paesi vanno meglio altri meno bene, ma il nostro paese si difende. Dobbiamo sfruttare la grande richiesta dei vini autoctoni e un trend che è quello di vini meno alcolici, più leggeri e eleganti facendo attenzione al mito della naturalità che non richiede l’intervento dell’uomo e che è tutt’altra cosa dalla territorialità”.

Emanuela Medi, giornalista

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Emanuela Medi giornalista professionista, ha svolto la sua attività professionale in RAI presso le testate radiofoniche GR3 e GR1. Vice-Caporedattore della redazione tematica del GR1 “Le Scienze”- Direttore Livio Zanetti- ha curato la rubrica ”La Medicina”. Ha avuto numerosi incarichi come il coordinamento della prima Campagna Europea per la lotta ai tumori, affidatole dalla Commissione della Comunità Europea. Per il suo impegno nella divulgazione scientifica ha ottenuto numerosi riconoscimenti: Premio ASMI, Premio Ippocrate UNAMSI, premio prevenzione degli handicap della Presidenza della Repubblica. Nel 2014 ha scritto ”Vivere frizzante” edito Diabasis. Un saggio sul rapporto vino e salute. Nello steso anno ha creato il sito ”VINOSANO” con particolare attenzione agli aspetti scientifici e salutistici del vino. Nel 2016 ha conseguito il diploma di Sommelier presso la Fondazione Italiana Sommelier di Roma.. Attualmente segue il corso di Bibenda Executive Wine Master (BEM) della durata di due anni.